I problemi per il premier spagnolo, Josè Maria Aznar legati alla scelta di appoggiare la guerra unilaterale dell’amministrazione Bush, si ritorcono contro il Partito popolare spagnolo. Il sito Web di quest’ultimo, al potere in Spagna, è rimasto chiuso giovedì della settimana scorsa per l’enorme numero di messaggi di posta elettronica di protesta contro il sostegno dato alla guerra in Iraq dal governo di Aznar. Una forma di net-strike riuscita.
Il sito, infatti, ha ricevuto più di 100 mila messaggi di posta elettronica praticamente nello stesso momento, come ha spiegato Juan Manuel Moreno, incaricato di seguire le nuove tecnologie per il Partito popolare.
L’azione di net-strike era stata annunciata da giorni dai militanti pacifisti spagnoli che si rifanno al sito moalaguerra.com e presa sottogamba dal Partito popolare spagnolo.
“Si tratta di un attentato contro la libertà di espressione di un partito democraticamente eletto”, dichiara un irato Moreno.
Ma, forse, lo stesso Moreno ha dimenticato che secondo un sondaggio realizzato a fine febbraio dal Centro di ricerca sociologico su un panel di 2.500 persone e pubblicato pochi giorni fa, il 91 % degli spagnoli è contrario a questa guerra.
Nello specifico, il 67 % degli intervistati è favorevole alla neutralità spagnola e il 59,8 & considera la gestione della crisi irachena da parte del governo Aznar come “sbagliata o pessima”.