“Potrai letteralmente coltivare il tuo carburante, cibo, materiali compositi, filamenti per tessile e altre applicazioni, produrre farmaci e altre molecole bio-attive, profumi, inchiostri, funghi e tante tante altre bio-figate a casa tua”.
La promessa eccitante la troviamo tutta nel blog del FabLab di Roma Makers, promotore di un corso dal nome che è già tutto un programma aperto al futuro BioHack Academy 1: BioFactory.
In sintesi, come costruirsi un vero laboratorio per biologia: con tanto di centrifuga ricavata da un vecchio hard disk, bioreattore controllato da Arduino, spettroscopio, microscopio, incubatore di cellule, cappa sterile costruita con materiale Ikea e molto, molto altro.
Comunque cultura, cultura biologica, conoscenza scientifica ad alto livello spiegata a basso livello e, soprattutto, autocostruita.
Impossibile affermare che investire quasi mille euro in questa operazione, tra iscrizione e materiali, sia inutile o troppo costoso. È il primo e, ci auguriamo, fortunato esperimento di biomaking italiano che presenta caratteristiche di completezza e vero hacking, nel senso di sfruttamento alternativo di materiali comuni per ottenere risultati professionali.
Risultati, come sempre in spirito open source, anche condivisibili. Produrre alga spirulina, un supernutriente, sarà un gioco da ragazzi da mostrare al mondo, come hanno già fatto i progettisti originari di questo tipo di corsi presso la Waag Society di Amsterdam che sta diffondendo lo spirito biomaker in tante parti del globo, unendo i partecipanti in videostreaming.
Bravi, quindi, i nostri romani. Teneteci informati degli sviluppi e delle repliche, vi seguiremo.
Nel frattempo, per chi non volesse o potesse permettersi di partecipare ad un evento così articolato, altre esperienze di divulgazione scientifica, con caratteristiche adatte anche a un pubblico giovanissimo, sono in fase di avanzata startup. Due per tutte, la neonata ViviScienza e i LaboratoriSI!, che propongono interessanti laboratori per scuole e altre occasioni, facilmente attivabili con sostanze comuni, e sicuramente divertenti (in alcune siamo parte in causa, e qui lo dichiariamo per farci perdonare il conflitto di interessi).
Attendendo la seconda sessione della BioHack Academy ci daremo da fare in prima persona perché anche nel nostro Paese la divulgazione scientifica prenda la strada della condivisione dal basso. Come il vero biomaker insegna, chiedi a tre prima che a me.