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Bilancio 2000 per Linux e Open Source (seconda parte)

08 Gennaio 2001

Bilancio 2000 per Linux e Open Source (seconda parte)

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Prosegue la carrellata sui maggiori eventi del 2000. Con annesse prospettive per l'anno nuovo.

Come rilevato la settimana scorsa, l’anno appena conclusosi si è dimostrato quantomeno altalenante per il pianeta Linux e più in generale per l’intero ambito Open Source. La rapida cronistoria degli eventi più significativi riprende a partire dall’autunno, per chiudersi con alcune previsioni possibili sull’andamento del 2001.

Settembre ci porta alcune news sul fronte monetario. Caldera investe 3 milioni di dollari in EBIZ, in pratica trasferendo a quest’ultima la propria divisione “Electronic Linux Marketplace”. MontaVista Software riceve un cospicuo investimento (23 milioni di dollari) da una cordata con a capo l’agenzia W.R. Hambrecht, mentre Sun ingloba Cobalt Networks per la non modesta cifra di 2 miliardi di dollari. Da notare al riguardo l’affermazione dell’eccentrico boss di Sun, Scott McNealy, secondo cui quest’ultima “diventerà il numero uno delle società Linux”. A dire il vero gli esperti considerano tale affermazione nient’altro che fumo negli occhi, anche se è vero che l’operazione consente a Sun di entrare nel giro delle appliance e dei server specializzati che girano su Linux. Intanto, pur nel ribasso generale, le azioni Red Hat resistono: circa 20 dollari cadauna, 26 per cento al di sotto del boom iniziale. E a rassicurazione dei molti in attesa, Linus Torvalds dichiara la pressoché totale assenza di grossi bug nel kernel 2.4.0 in fase di test. (Peccato che la mancata diffusione “ufficiale” della versione definitiva entro il 31 dicembre, come promesso a suo tempo, stia facendo cattiva pubblicità a Linus e a Linux.)

Acquista importanza l’utilizzo del sistema operativo Open Source nei sistemi cosiddetti “embedded”, integrati in apparecchi mobili e multiuso. Il mensile Linux Journal lancia un’apposita rivista, Embedded Linux Journal, e nella preferita città di San Josè, California, si tiene la prima Embedded Systems Conference. Tra le svariate novità dell’evento, da segnalare l’avvio di Red Hat Network, ulteriormente focalizzato sull’offerta di servizi e assistenza particolarmente per l’ambito business. Ciò tramite opzioni di abbonamento tutto compreso, modello che copia esplicitamente quello di grandi corporation informatiche, Microsoft in testa, e che suscita alcune polemiche nella comunità Open Source. In ogni caso, l’iniziativa provoca un immediato balzo in avanti dei titoli Red Hat, evento insperato nell’acquitrino high-tech di Wall Street. Quasi un 30 per cento in più, grazie anche alle previsioni del gruppo WR Hambrecht, per il quale proprio il servizio di abbonamento avviato da Red Hat costituirebbe niente di meno che una “enorme opportunità di introiti”.

L’iniziativa arriva in concomitanza con l’annuncio della release di Red Hat 7, accoppiata tesa a confermare la predominanza globale dell’azienda tra i distributori Linux. Tanto è vero che uno studio di IDC riporta che nel 1999 in testa al mercato Linux (cresciuto dell’89 per cento) c’è proprio Red Hat, che ne ha coperto il 48 per cento distanziando nettamente gli altri cinque maggiori rivali. Di questi, la seconda posizione spetta alla tedesca SuSE, con il 15 per cento, mentre a seguire troviamo nell’ordine, Caldera Systems e TurboLinux (ciascuna con il 10 per cento), la francese MandrakeSoft (4 per cento), la canadese Corel (1 per cento) e un manipolo di altre minori con l’11 per cento.

Ottobre si apre con l’annuncio dell’acquisto da parte di Microsoft di quasi il 25 per cento di Corel, finalizzato soprattutto al rafforzamento nella nuova strategia.NET. Ovviamente la mossa rende ancora più traballante il futuro del settore Linux dell’azienda canadese. Nel frattempo Turbolinux ottiene 30 milioni di dollari da un pool che include Fujitsu, Hitachi, IBM, SGI, Dell, Intel. Grazie a tale spinta, la società californiana si lancia nell’avvio della prevista IPO, insieme a un altra entità meno nota ma promettente, LinuxWorks. Sul fronte delle nuove release, arrivano Python 2.0 e KDE 2.0, che guadagna il Linux Community Award nel corso della LinuxWorld Expo di Francoforte. Impossibile non citare la pubblicità anti-Linux diffusa da Microsoft su alcune riviste specializzate, solo in Europa. Nel tentativo di denigrarne l’importanza, l’inserzione finisce per ammettere l’ottima penetrazione raggiunta dal pinguino, e si dimostra una sorta di boomerang per il colosso di Redmond.

A novembre VA Linux Systems informa che il rendiconto di fine ano sarà inferiore alle aspettative, facendo scivolare ulteriormente il valore delle proprie azioni, ben lontane ormai dallo storico record (+ 700 per cento) registrato circa un anno prima, all’epoca dell’ingresso in borsa. SuSE annuncia SuSE Linux S/390, prima distribuzione commerciale per il mainframe IBM. Prendono corpo la KDE League e la GNOME Foundation, mentre all’interno del noto Comdex di Las Vegas viene installato l’apposito padiglione Linux Business Expo. Si fanno più consistenti le voci della prossima cessione del dipartimento Linux da parte di Corel, mentre il fresco Netscape 6 include per la prima volta codice sviluppato dal gruppo del progetto Open Source Mozilla. Arriva in borsa Transmeta, start-up ultrasegreta in cui lavora Linus Torvalds, meglio nota per il lancio del chip salva-energia Crusoe. Il quale però si dimostra meno promettente di quanto sperato, anche perché Intel è passata al contrattacco, com’era d’altronde inevitabile.

Per dicembre va segnalata la conferma dell’impegno a tutto tondo di IBM, con la previsione di investimenti pari a 1 miliardo di dollari per il 2001. Ciò in aggiunta alla medesima cifra già investita finora a sostegno dell’Open Source (per marketing, sviluppo, partnership ad hoc). SuSE e SGI annunciano una partnership che include immediati investimenti da parte di quest’ultima, con conseguente acquisizione di un pacchetto azionario. Red Hat afferma di aver raggiunto il 40 per cento del mercato giapponese, mentre MandrakeSoft sostiene di coprire ora addirittura il 29 per cento del settore statunitense, superando appena la stessa Red Hat. Comunque sia, l’attività freme a ogni livello intorno all’Open Source, incluse alcune voci che danno per prossimo l’intervento massiccio di Microsoft con proprie specifiche iniziative mirate a “cooptare” il successo di Linux, vista l’impossibilità di sconfiggerlo.

Vero o falso? E come reagirà Linux a queste ed altre voci di possibili “crisi”? Centrale rimane la necessità di ulteriori rifiniture tecniche, nonostante il colpo basso inferto al pinguino dalla recente classifica stilata – sulla base di centinaia di segnalazioni degli utenti – da Wired News sul (http://www.wired.com/news/technology/0,1282,40484,00.html)”vaporware” del 2001. Il mancato arrivo del kernel 2.4 ha fatto ritrovare il sistema Open Source al quarto posto di tale classifica, al cui comando spicca l’atteso Mac Os X, che quest’anno prende il posto del notorio Windows 2000. E finita l’epoca d’oro del 98-99, pare scontata l’ulteriore differenziazione dell’offerta di servizi e opzioni varie. Sempre che i diversi business model “open” e “free” in circolazione riusciranno a issare felicemente le vele nel burrascoso oceano high-tech del XXI secolo.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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