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Beta book, costruire comunità intorno a un libro

03 Maggio 2006

Beta book, costruire comunità intorno a un libro

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Oltre l'e-book, i beta book sono un processo editoriale alla luce del sole: libri elettronici al servizio di libri su carta e libri su carta che tali non potrebbero essere senza libri elettronici, il tutto a vantaggio del lettore. Per capirne di più abbiamo parlato con Dave Thomas, uno dei due fondatori di Pragmatic Programmers

I beta book sono un’idea di Pragmatic Programmers, l’editore inglese del nostro libro su Rails per intenderci. Dave Thomas si è dimostrato molto disponibile e paziente, rispondendo con precisione ai nostri interrogativi sul suo interessante progetto editoriale. Oltre a questa intervista, chi fosse interessato ai beta book può fare riferimento anche a due post pubblicati lo scorso anno sul nostro blog Apogeoeditore.com (Ebook, Beta Book e libri e Beta Book in pratica).

Salve Dave, prima di tutto vorrebbe presentare ai lettori di Apogeonline il progetto Beta Book: come è nato e come si è sviluppato?

Assolutamente. Uno dei problemi quando si producono libri di informatica è mantenere i contenuti aggiornati. Spesso la tecnologia si evolve così velocemente che i libri di carta sono obsoleti già il giorno della stampa. Inoltre ci vuole molto tempo per scrivere un libro, mesi, durante i quali i lettori aspettano con ansia di poter visionare i contenuti del volume. Per esempio io ero conscio che il nostro libro su Ruby on Rails era largamente atteso e per questo ho lavorato il più in fretta possibile per terminarlo in tempi ridotti. Ma, come si sa, tutto è relativo e il mio concetto di “veloce” apparentemente non era abbastanza buono per molta gente ansiosa di imparare Rails. Ricevevo infatti ogni giorno diverse email da parte di persone che mi chiedevano di avere un anteprima dei contenuti.
In passato abbiamo sempre risposto negativamente a queste richieste. La sola idea che il pubblico potesse vedere un libro non ancora finito, imperfetto, facendosi magari una cattiva opinione del volume, mi terrorizzava. Oltre a essere imperfetto nella forma il libro avrebbe anche potuto contenere degli errori tecnici. Ma col tempo le mie convinzioni sono mutate e la gente mi ha aiutato a concepire la possibile distribuzione di un libro come beta book, quindi lontano dall´essere concluso, sotto una differente prospettiva.
Quando io sviluppo software, normalmente mostro ai miei clienti in anteprima diverse release del lavoro. In questo modo essi vedono quello che sto facendo fornendomi degli interessanti feedback che mi aiutano a capire se sono sulla strada giusta. Inoltre il cliente può eventualmente già cominciare a utilizzare il software, testandolo in una sua versione beta, e magari producendo del lavoro. Quindi, se tutte queste considerazioni sono valide per un software, perché non dovrebbero esserlo per un libro?
Per Rails il risultato è stato sorprendente. Abbiamo venduto migliaia di copie prima che il libro fosse disponibile in forma cartacea. Inoltre abbiamo ricevuto oltre 900 suggerimenti da parte dei lettori, che ci hanno permesso di migliorare il libro nella sua forma e nei suoi contenuti fin dalla prima edizione.
In definitiva tutti hanno guadagnato: i lettori hanno avuto modo di consultare i contenuti del libro prima della sua effettiva pubblicazione su carta, mentre il libro è a sua volta stato migliorato dai feedback dei lettori.

Su quali strumenti e su quali tecnologie si basa il Beta Book Program?

Il programma funziona perché è un sistema di produzione centralizzato. Molti editori lavorano a partire da uno scritto (tipicamente in Word) che poi riversano in un software di impaginazione (come Framemaker o InDesign per esempio). A questo punto lo scritto dell’autore è già obsoleto e ogni modifica deve essere fatta sui nuovi file formattati per la stampa. Questo significa che l´autore è messo, a questo punto, ai margini del processo produttivo e creativo. Il nostro sistema è differente. I nostri autori scrivono mantenendo il proprio lavoro in una semplice struttura Xml che può essere convertita facilmente in Html, Pdf o un libro cartaceo. Non ci sono step intermedi. Da questo deriva che nel periodo in cui un libro è edito in versione beta, un autore può intervenire in tempo reale introducendo modifiche ai contenuti su indicazione dei commenti di uno o più lettori e il Pdf del libro può così essere aggiornato e messo online in pochi minuti. Quindi, alla fine della fase di beta il file per la stampa su carta può essere generato in una manciata di minuti.
Per fare questo ci basiamo anche su un sistema di gestione automatica dei commenti in grado di organizzare i commenti dei nostri lettori per tipo e per numero di pagina, rendendo così semplice agli autori processare tutti i feedback ottenuti. Se una persona riscontra un problema in una vecchia versione del Pdf, un sistema di gestione degli errata suggerisce di provvedere all’aggiornamento del file del libro. Questo processo non si ferma quando il libro esce dalla fase beta. Noi utilizziamo lo stesso meccanismo anche per gestire gli errata del libro cartaceo e per inserire correzioni nelle eventuali successive edizioni. Così facendo ci adoperiamo affinché tutti i nostri autori mantengano i contenuti del libro nel nostro sistema centrale. Questo ci permette di avere un accesso diretto e immediato all’ultimissima versione del libro.

Quali sono le difficoltà principali che avete incontrato sviluppando questo progetto?

Ne esistono due: una reale e una immaginaria. Il problema reale è la gestione dei feedback. Come ho ricordato, per il libro su Rails, noi abbiamo avuto oltre 900 osservazioni, un numero non semplice da gestire criticamente anche con un buon sistema informatico. Abbiamo quindi cercato di snellire la procedura liberando più versioni beta, ciascuna con precisi riferimenti ai cambiamenti introdotti. Ai nostri lettori questa scelta è piaciuta anche perché comportava di poter sempre fare riferimento alla versione del libro più aggiornata e quindi migliore. La difficoltà immaginaria è psicologica: ci sembrava che pubblicare un libro con imprecisioni e errori tipografici fosse sbagliato e ingiusto, per il libro stesso e per i lettori. Ma alla fine tutti i partecipanti hanno potuto avere il libro nella sua forma tipografica completa.

Può descrivere il feedback dei lettori?

Consistente e sempre positivo. Non ho mai ricevuto così tante mail dalla gente per un singolo libro. I lettori ci hanno ringraziato e ci hanno fatto i complimenti sia per il libro, sia per il processo che ha portato alla sua generazione.

Come strumento di marketing del libro, quali ripercussioni può avere il progetto beta book sulla stampa tradizionale?

In questo senso un beta book ha una forza trainante che permette di creare comunità e attenzione intorno a un libro, un progetto editoriale. Nel caso di Rails, per esempio, il programma beta book ha costruito una comunità intorno al libro perché c’era un gruppo di persone che di fatto ha condiviso e discusso i contenuti del libro e anche perché lo stesso sistema di gestione dei commenti online ha nel suo Dna i geni della comunità. Nei nostri piani futuri infatti c’è lo sviluppo di questo strumento per enfatizzarne le caratteristiche che meglio si prestano alla fidelizzazione dei lettori e quindi alla creazione di una comunità.
Inoltre un ulteriore vantaggio del progetto beta consiste nel mettere l’editore nella condizione di ridurre i tempi di pubblicazione su carta, in quanto grazie al contributo dei lettori il libro giunge a maturazione più velocemente. Questo è un notevole vantaggio quando si lavora in un mercato “di nicchia” come quello informatico, affollato da numerosi concorrenti. Già il solo beta book ci permette di partire avvantaggiati proponendoci con qualcosa sul mercato (il libro in beta) prima dell’uscita del libro su carta. Se in un mercato come il nostro è ragionevole pensare che un lettore compra un libro per argomento, noi offriamo un ottimo motivo per comprare il nostro. Questo vantaggio è da noi vissuto con grande responsabilità: infatti ci autolimitiamo evitando di inserire nel progetto beta, libri in cui non crediamo al 100%. I nostri lettori devono essere soddisfatti già dalla lettura della sola beta.

Ritiene possibile ripetere l’esperienza in un mercato diverso da quello anglosassone? Il fattore linguistico è determinante per il successo di un simile progetto?

Non vedo perché no. Quello che potrebbe essere difficile è la traduzione dei contenuti dall’inglese a un’altra lingua durante la fase beta, in quanto il libro è molto volatile nella fase beta e il traduttore dovrebbe fare i salti mortali per riuscire a stare dietro a tutti gli aggiornamenti. Ma ritornando alla questione: in un piccolo mercato, dove spesso è difficile introdurre un nuovo titolo, avrebbe senso pubblicare libri in formato beta? Distribuire il solo Pdf, con costi e tempi di distribuzione ridotti rendendo i contenuti accessibili ai lettori in maniera facile e veloce: questo potrebbe essere un modello di lavoro per molte forme di pubblicazioni in futuro.

L'autore

  • Fabio Brivio
    Fabio Brivio, classe 1972, laurea in Storia Medievale e master in Informatica e Comunicazione, crede nella sinergia tra scienze umane e tecnologia. È responsabile per l’Editoria, la Formazione e il Web in Apogeo, editore del gruppo Feltrinelli specializzato in manualistica e saggistica tecnica e professionale. Si interessa di tatuaggi ed è affascinato dal significato dei segni. Quando può, cammina lungo antiche vie. Vive tra Milano e Bologna.

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