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Be or not to be

31 Marzo 2000

Be or not to be

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Anche BeOS, sistema operativo non giovanissimo, ma che sembra perfetto per i tempi della multimedialità on line, è stato reso disponibile in Rete gratuitamente

Le vicissitudini giudiziarie di Microsoft hanno avuto l’effetto di una scarica elettrica nel mondo sonnecchiante (anche se meno che in altri periodi) del mercato dei sistemi operativi, dei prodotti di produttività individuale e, se volete, anche in quello dell’hardware. È stato come un atteso rompete le righe: ora potete tentare nuove strade.

Per esempio, alcuni produttori e distributori di PC hanno scelto di distribuire computer senza sistema operativo: sarà poi il cliente a sceglierselo liberamente. Altri hanno rinunciato a maxi bundle Microsoft del tipo Office oppure Word ed Excel in regalo con il nuovo Pc, per tentare la strada alternativa del neo acquisto di Sun: Star Office, per giunta gratuito.

Un altro fenomeno è stata la crescita di aziende che producono o distribuiscono sistemi operativi alternativi all’offerta Microsoft. La lista comprende principalmente i titolari delle varie distribuzioni di Linux, Red Hat in testa a tutti, Apple e Be Inc.

“Be cosa?” si chiederanno i meno addetti ai lavori. Be è un’azienda che esiste ormai da anni, ma che ora sta cercando di crescere insieme alla diffusione e alla crescita del suo sistema operativo il Be OS. Da pochi giorni la stessa Be ha deciso di uscire ancora di più allo scoperto e di rendere disponibile gratuitamente in Rete http://free.be.com il suo sistema operativo nella versione personal, ovvero per uso individuale. Dopo aver avuto la pazienza di scaricare quasi 50 mega di file autoinstallanti potete sperimentare Be sui sistemi Intel senza dovervi prendere rischi di partizioni azzardate o di boot sector demoliti dato che BeOs PE si installa tranquillamente in 500 mega di file system Microsoft compatibile, che possono essere montati in qualsiasi hardware Intel.

Se desiderate scaricare BeOs PE vi consigliamo caldamente di farlo da uno dei mirror che sono stati messi in piedi in fretta dalla società americana che si è trovata letteralmente assalita dai download di circa 50 mila utenti al giorno che hanno mandato in tilt i loro server.

Be history

La storia di Be si è intrecciata costantemente con quella di Apple. Be Incorporated nasce infatti 10 anni fa a Menlo Park per opera del francese Jean Luis Gassée, già responsabile di Apple per l’Europa e ai tempi del suo addio alla casa di Cupertino responsabile dello sviluppo prodotti della Mela.

L’idea di mercato di Gasseé fu ambiziosamente avanzata: quella di creare una piattaforma software indipendente dall’hardware in grado di essere utilizzata al massimo per le applicazioni di elaborazione digitale di suoni e immagini. Come racconta la brochure aziendale l’obiettivo dei progettisti di Be fu di rimuovere le limitazioni delle architetture informatiche preesistenti per raggiungere un nuovo livello di prestazioni ad un prezzo concorrenziale anche nel campo di Internet.

In pratica si trattava di creare un nuovo sistema operativo in grado di gestire al meglio le applicazioni digitali per la gestione di diversi media e dei servizi della crescente ondata targata Internet. Una piattaforma multimediale in grado di funzionare su diverse architetture hardware, Intel e PowerPC, e di gestire al meglio la rete delle reti. In effetti Be ha mutuato molti concetti di Apple (interfaccia ad alta usabilità, multimedialità) e dei sistemi Unix (gestione dei servizi di rete e dei comandi da terminale). Qualcosa di simile a quello che era stato Next, ma per una fascia di mercato e di prezzo inferiore.

Nel 1995 le storie di Be e di Apple si incrociarono nuovamente quando Gasseé tentò di vendere il BeOS ad Apple sempre più stallata nello sviluppo di Copland. I contatti avanzarono nei loro sviluppi, ma Apple (ovvero Amelio) e Be Inc. (ovvero Gasseé) non riuscirono a trovare un accordo. Be chiedeva 200 milioni di $, Apple ne offriva solo 125. All’inizio del 1997 le trattative con Apple erano praticamente ferme anche perché a Cupertino stava per ritornare Steve Jobs con tutto il suo carisma, portandosi in dote le meraviglie, e i debiti, di Next e OpenStep, concorrenziali con BeOS.

Fallito il tentativo di riconquistare Apple, Gasseé ha continuato a sviluppare Be non solo per le CPU di Apple ma anche per il mondo di Intel, ovvero di Microsoft, cercando di sfruttare al meglio le nuove opportunità di mercato derivanti da Internet e dalla multimedialità online. Il discreto successo di Be ha portato la società a quotarsi al NASDAQ solo il 20 luglio del 1999. I titoli sono però cresciuti in maniera robusta nell’ultimo periodo grazie ai problemini di Microsoft e alle quote di mercato che potrebbero quindi liberarsi.

Be sembra si stia quindi sempre più lanciando nel sentiero segnato dalla filosofia Linux. Da un lato la recente scelta di permettere lo scaricamento gratuito del software, a dire il vero in edizione ridotta. Dall’altro l’annuncio di rendere disponibile on-line il codice di parte delle interfacce grafiche e del kernel del sistema. Non solo, ma l’azienda sta investendo massicciamente nel progetto di BeIA un progetto di software per device portatili e non collegati a Internet ed in grado di comunicare in modalità audio e video. Proprio in questo settore ha da poco siglato un accordo che permetterà di usare BeOs per Information appliances prodotte da Compaq

Be Os prova su strada

Come detto BeOS è un sistema operativo nato per le applicazioni dei media digitali e di Internet dato che permette agli utenti di gestire contemporaneamente multiple applicazioni audio e video con alta stabilità del sistema e altrettanto alta qualità dei segnali audio e video manipolati anche con hardware non ultra veloci.In effetti quello che colpisce sin dall’inizio è la velocità di caricamento ed esecuzione di processi del sistema operativo.

Oggi, oltre alla versione PE 5.0 gratuita, esiste una versione Pro a pagamento che contiene tutti i tools disponibili e che non ha le limitazioni intrinseche della PE. La versione personal è in effetti più un assaggio che un prodotto a pieno titolo, anche se permette di testare a pieno le funzionalità di BeOs e non crea grossi grattacapi di installazione su hardware plug and play compatibile al 100%. La versione 5 vanta un più esteso supporto per formati MIDI ed MP3, una funzione di ricerca più potente e un’interfaccia grafica leggermente migliorata. Abbiamo invece testato compiutamente la precedente versione disponibile, la 4.5 per Intel, messa a disposizione dai distributori italiani, i bolognesi di Ososoft.

Il sistema operativo è quasi totalmente plug and play, dato che è in grado di riconoscere i vari device collegati al computer. La gestione del video, della scheda audio e dei software multimediali è splendida per stabilità e velocità. BeOs è dotato, di serie, di tutti i tool principali per utilizzare Internet: un web server, un programma per la posta elettronica, un software per la chat, un discreto browser (NetPositive), anche se si sente forte la mancanza di un browser standard come Netscape. Chiedere una versione di Internet Explorer a Microsoft sarebbe decisamente troppo. In effetti, il progetto Mozilla.org, ovvero Netscape 5, prevede un porting per BeOS, ma per ora non si vedono che alcune videate ammiccanti.

Esiste invece una versione beta di Opera per BeOs che a breve dovrebbe essere rilasciata in forma definitiva. La configurazione della Rete e dei relativi servizi è molto semplice e permette una riconfigurazione a caldo del computer senza dover fare il reboot del sistema. BeOs incorpora anche dei programmi semplici per la digitalizzazione e la gestione di audio e immagini. Gli amanti dell’interfaccia a caratteri trovano un semplice terminale che permette di utilizzare una shell Unix like per gestire i comandi da tastiera.

Proprio l’interfaccia grafica molto intuitiva e semplice da usare e apprendere è uno dei pezzi forti del sistema operativo e in questo senso la scuola Apple si vede eccome. Esistono anche dei prodotti semplici del tipo Office che renderebbero il sistema operativo appetibile per una utenza comune. Il sistema è molto stabile rispetto sia agli standard Windows 95-98 a cui siamo abituati che a quelli NT o Linux. BeOS è effettivamente multitasking nelle sue operazioni che lo rendono spettacolarmente veloce anche nel campo multimediale. Il classico problema sta nel trovare software utile e di qualità, ma il mercato degli sviluppatori sta lanciandosi sempre più.

Provate a dare un’occhiata a http://www.be.com/software/beware/ o http://www.bebits.com o ancora http://www.bespecific.com e potrete trovare molte cose interessanti anche se la montagna di software per Windows, e la montagnetta di programmi per Linux, sono decisamente un’altra cosa.

Non abbiamo parlato di prezzi. Anche in questo senso BeOS è interessante dato che comprando in Rete è possibile avere il prodotto nella versione 5 per 70 dollari, un prezzo decisamente aggressivo per un prodotto di qualità. In Itala costa invece 169.000 + Iva. In conclusione investire nell’utilizzo di BeOS non è sicuramente un passo facile per un utente agli inizi, ma può essere una scelta coraggiosa e molto utile per rimanere al passo coi tempi della futura multimedialità in Rete.

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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