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Banda larga, tariffe schiave del bundle

08 Giugno 2009

Banda larga, tariffe schiave del bundle

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Mentre il mercato delle attivazioni si va saturando, la battaglia tra gli operatori si sposta sempre più dai ritocchi sul prezzo all'abbinamento tra connessioni, servizi e dispositivi

Fosse per gli operatori, legherebbero all’offerta banda larga qualsiasi cosa, in uno stesso canone: servizi di voce fissa, mobile, cellulari, chiavette, computer. Anche una barca, se potessero. Ed è proprio quello che stanno facendo, sempre più spesso. Barca a parte, ovviamente. La tendenza prende le mosse da lontano ma si è esasperata negli ultimi mesi, per un mix di fattori. Il risultato è che gli operatori italiani stanno non solo spingendo tantissimo su offerte con “bundle” di vari servizi (rendendo il pacchetto incluso nel canone sempre più abbondante); ma stanno, per la prima volta, anche rendendo meno convenienti rispetto a un tempo le offerte banda larga “stand alone”, prive di bundle. Le classiche Adsl, insomma, che agli albori era il solo tipo di offerta banda larga esistente.

Uno dei segnali più forti in tal senso è di qualche giorno fa: senza far rumore, Tele2 ha eliminato il canone Adsl da 16,90 euro al mese (per la 7 megabit), portandolo a 19,90 euro al mese: solo 5 cent in meno rispetto alle offerte dei concorrenti per quel taglio di velocità. Di fatto così rinuncia a essere un vero price leader nell’Adsl (5 cent sono un pro forma). Certo, questo aumento di prezzo, del tutto inusuale per il mercato banda larga, forse si spiega anche con il fatto che Tele2 è stata comprata da Vodafone. La quale probabilmente ha acquisito Tele2 più per la sua rete che per fare guerra di prezzi a Telecom (non è nella sua strategia tradizionale). Ma c’è anche dell’altro, dietro questa mossa. C’è il bisogno di spingere gli utenti a prendere un bundle, appunto. Non a caso, la sua offerta Adsl stand alone ora obbliga ad attivare i servizi voce in preselezione di Tele2 (prima, questa era solo opzionale). Di converso, adesso Tele2 non dà nemmeno servizi voce flat stand alone: nel contempo, attiva anche l’Adsl a consumo. In questo modo, ottiene due risultati: incoraggia l’utente a passare poi all’Adsl flat; comunque, nel frattempo, gli impedisce di attivare l’Adsl di un altro operatore su quel doppino. Strategia del mettere il cappello su una sedia per occuparla; un po’ come faceva Telecom agli esordi attivando a destra e a manca Alice Free…

Wind fa la stessa cosa sulle offerte flat voce: attiva l’Adsl senza canone. Fastweb lo fa da tempo, su tutte le offerte: se prendi un servizio flat (voce/banda larga), ti attiva anche l’altro servizio (banda larga/voce), ma a consumo. Fastweb del resto è stata l’antesignana delle offerte bundle, su cui ha puntano sempre molto. La sua strategia è rifuggire dal low cost per posizionarsi come operatore mediamente più costoso ma affidabile. Fastweb ha di recente esasperato questa strategia, in due modi: ha aggiunto anche il bundle dei servizi mobili banda larga (opzionali) e ha eliminato l’IPTv stand alone. Già, per un periodo permetteva di attivare anche solo l’IPTv, a parte da altre flat; anche su un doppino separato.

In generale, tutti i principali operatori hanno ridotto le promozioni sulle Adsl stand alone – concentrando i canoni scontati su quelle in bundle (Adsl più voce flat o semi flat). L’effetto pratico è che adesso per l’utente medio è più conveniente attivare un bundle Adsl più voce (senza canone Telecom); la soluzione Adsl stand alone soddisfa solo esigenze particolari, per esempio di chi vuole restare con Telecom per la voce e avere l’Adsl di un provider storico con banda garantita. I bundle partono da 29,95 euro al mese (al netto delle promozioni), per Adsl più voce semi flat (telefonate nazionali illimitate su rete fissa al solo scatto alla risposta). E su questo fronte l’offerta più economica è sempre Absolute di Wind (perché fa pagare 12 cent di scatto, contro i 15 di Wind e Tiscali). Si noti che fino a l’anno scorso queste offerte costavano (senza promozioni) 24,95 euro al mese: segno che ora gli operatori sono di manica più corta anche sulle loro offerte di punta.

Analoga situazione si ritrova nelle offerte banda larga mobile, dove gli operatori spingono gli utenti a prendere in bundle la chiavetta (a noleggio) o il pc (a rate). Lo fanno in due modi. Con la forza del marketing (le tariffe banda larga stand alone sono meno pubblicizzate). E con offerte specifiche: alcune formule sono attivabili solo a chi prende in noleggio la chiavetta; è il caso della sola tariffa banda larga mobile tutta flat in Italia, la Senza Limiti di Vodafone. A differenza delle offerte banda larga fissa, questi bundle possono rivelarsi poco interessanti, perché obbligano a contratti di 24 mesi (con forti costi di uscita per chi recede prima). A fronte di un risparmio, sull’acquisto della chiavetta, ormai irrisorio: questi dispositivi costano 69 euro, contro i 199 euro del loro esordio.

Più interessante il bundle cellulare più tariffa banda larga (e/o voce): permette di tagliare i costi di acquisto di modelli molto costosi e di attivare offerte dati abbastanza ampie, per navigare su cellulare, altrimenti non disponibili. È il caso, quest’ultimo, delle offerte banda larga che Tim e Vodafone legano a particolari cellulari molto adatti alla navigazione, come l’iPhone, quelli Android e, recentissimo, il Nokia N97. I motivi di questa tendenza sono essenzialmente due. Il primo è il contesto macro economico, che spinge gli operatori a migliorare i propri conti in due modi – accrescendo l’arpu (average revenue per user) e riducendo i costi di acquisizione (pratica possibile rendendo più fedeli gli utenti e mettendo un freno al loro turn over). Entrambe sono ottenibili con il bundle (due piccioni con una fava). Il secondo motivo è che la banda larga si avvicina alla saturazione, in Italia e in Europa. La crescita rallenta, come previsto già tempo fa da Analysys. Sorprende che questo avvenga anche in un Paese dove ad avere la banda larga è meno del 20% della popolazione.

Ma anche da noi sta rallentando la crescita delle attivazioni (almeno per l’Adsl, come si vede dai risultati Telecom del primo trimestre). Il motivo è che sono agli sgoccioli gli utenti potenziali banda larga, cioè le famiglie con pc, come previsto da Between. Il bundle è l’ancora di salvezza per spremere meglio gli utenti rimasti e metterli in salvo da una concorrenza che sempre più mira a conquistare clienti altrui. Visto che la terra vergine si riduce ormai a lumicino.

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