Negli Stati Uniti la cultura antispam è più radicata che in Europa, dove comunque non sono poche le iniziative in sedi istituzionali e i movimenti di opinione contro questo flagello dell’e-mail. In questi giorni la notizia di una mega multa per spam ha fatto esultare i consumatori d’oltreoceano.
Il problema principale nella guerra allo spam è individuare i soggetti che inviano le e-mail pubblicitarie non richieste, spesso si tratta di iniziative imprenditoriali poco serie che cambiano continuamente e automaticamente il mittente per aggirare i filtri anti-spam. Sono poche le aziende serie che fanno spamming e poche si rendono facilmente rintracciabili, ma quando accade sono loro a vedersela più brutta.
È infatti notizia di questi giorni che una azienda americana è stata condannata dal tribunale di Seattle a pagare una multa di ben 100.000 dollari per aver intasato la posta di 20.000 americani con altrettante e-mail.
Una grande notizia per i sostenitori delle campagne anti spam e soprattutto per i provider, che sono i soggetti che più risentono dello spam pagandone gli alti costi di gestione.