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Attenzione a Big Brother in azienda

07 Dicembre 1999

Attenzione a Big Brother in azienda

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Secondo un sondaggio il 27 per cento della maggiore imprenditoria statunitense passa al setaccio le e-mail dei propri dipendenti

Nei giorni scorsi ha fatto notizia il licenziamento di 23 dipendenti da parte del gruppo del New York Times per aver violato la policy interna che vieta l’invio di e-mail “inappropriate e offensive”. Ma pratiche simili sono assai diffuse in altre strutture imprenditoriali, soprattutto negli Stati Uniti. Nei mesi scorsi, per esempio, la Xerox Corp. ha messo sul lastrico 40 impiegati, alcuni dei quali avevano visitato dei siti Web porno dalle macchine aziendali. e l’agenzia d’investimenti finanziari Edward Jones & Co. ne ha licenziati 19 per aver inviato materiale inappropriato all’interno del network interno e-mail, mettendone in guardia altri 41 per i medesimi motivi.

Nel complesso, rivela uno specifico sondaggio della American Management Association, il 27 per cento della maggiore imprenditoria statunitense passa regolarmente al setaccio le e-mail dei propri dipendenti. Una netta crescita rispetto al 15 per cento registrato nel 1997. Dato forse ancor più preoccupante, è in diminuzione il numero di aziende che si premura di avvisare gli impiegati di tali pratiche in atto: 84 per cento quest’anno rispetto al 91 per cento del 1998. È stata infine stilata una classifica dei Big Brother aziendali: al primo posto le società che si occupano di finanza (68 per cento), seguite dai fornitori di servizi commerciali e professionali (51 per cento), da grossisti e dettaglianti di merci varie (47 per cento).

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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