Da quando l’informatica, le reti e Internet sono diventati strumenti importanti all’interno delle aziende, delle istituzioni e delle nostre case e uffici, sono aumentati vertiginosamente i problemi legati alla sicurezza e alla privacy.
Diciamolo, sistemi così aperti (e scoperti) sono facile preda per chi abbia brutte intenzioni e voglia penetrarci, vuoi per distruggere, vuoi per rubare informazioni.
In un mondo come quello attuale, infatti, l’informazione rappresenta una grande risorsa e ricchezza e, giocoforza, diventa il bersaglio preferito: o si ruba o si distrugge.
Dopo l’11 settembre, un po’ perché abbiamo aperto gli occhi, un po’ perché è interesse creare un clima di allarme ed emergenza (in realtà il problema è sempre esistito) la sicurezza delle reti e sistemi informatici è balzato in primo piano, in un contesto in cui tutti erano ottimisti e guardavano ad un futuro senza problemi.
Soprattutto negli Stati Uniti, il paese dove il livello di informatizzazione è più elevato nell’industria, nei servizi essenziali e nell’amministrazione, il parlamento ha iniziato a sfornare commissioni e organizzato centinaia di audizioni, segno di grosso allarme.
È anche segno di consapevolezza di una grossa debolezza. In un sistema dove tutto, dall’energia elettrica, al gas, alla telefonia, al traffico aereo, al sistema militare di difesa è inserito in una fitta rete di computer, diventa facile penetrare se non esistono difese attive e passive efficaci.
In un contesto come questo, dunque, non stupisce la notizia di un “attacco” ad una base militare americana.
Si tratta della base aerea militare di Wright-Patterson, nell’Ohio, fatta oggetto di un attacco informatico che le fonti dicono provenienti dall’esterno degli Stati Uniti.
Venerdì mattina della settimana scorsa, ai server della base aerea sono arrivate più di 100 mila richieste.
Un attacco di cui si ignora, però, l’obiettivo: rubare le informazioni riservate o paralizzare la rete?
Nella base è ospitato il quartier generale del servizio di gestione del materiale dell’US Air Force, il National Air Intelligence Center e la direzione di supervisione dei famosi aerei invisibili, i bombardieri B2 e i caccia F-22.