La guerra cino-americana sul Web è iniziata. Pirati informatici sono penetrati sui siti Internet dei dipartimenti del Lavoro e della Sanità americani, provocando un blocco temporaneo.
L’allarme era già stato dato dal Centro di protezione dell’infrastruttura nazionale (NIPC) che ha sede presso l’FBI, che aveva messo in guardi per possibili attacchi dalla Cina tra il 30 aprile e il 7 maggio, in concomitanza con la celebrazione del 1 maggio, data dell’attacco americano all’ambasciata cinese a Belgrado, durante la guerra del Kosovo nel 1999.
La crisi intervenuta con l’abbattimento dell’aereo militare cinese che cercava di far atterrare l’aereo spia americano, ha ulteriormente aggravato la crisi tra i due paesi.
Infatti, il sito del dipartimento del Lavoro è stato disconnesso dalla rete per alcune ore, per permettere la sostituzione del contenuto di una delle pagine colpite dai pirati, al cui interno era stata inserita una foto del pilota cinese disperso.
“Il paese tutto rimpiange la perdita irrimediabile del migliore dei suoi figli. Wang Wei, ci mancherai fino alla fine dei giorni”. Così era scritto sulla pagina sostituita, riprodotta dal New York Times domenica scorsa.
I pirati sono riusciti ad accedere ai sistemi di sicurezza senza, però, che si siano perse informazioni, secondo quanto dichiarato dal ministero dopo un sommario controllo.
Il quotidiano americano, cita anche l’attacco al sito del ministero della sanità dove, anche su quelle pagine, era stata aggiunta la foto dell’aviatore cinese e una frase.
La risposta americana non ha tardato a farsi sentire e hacker a stelle e strisce hanno attaccato siti commerciali cinesi.
Fino a quando andrà aventi questa “guerra” non è dato saperlo. Ufficialmente, da parte cinese, gli attacchi dovrebbero durare non più di una settimana, ma con la controffensiva americana i tempi si potrebbero allungare.