Sulla rete, ormai, si possono trovare (in tutte le lingue) siti che danno informazioni su argomenti specifici. Ad esempio, su problemi medici, scelte finanziarie e di comparazione dei prezzi dei prodotti. Sono tutti affidabili? Secondo due organizzazioni internazionali di difesa dei consumatori, no.
La Consumer International e la Consumer WebWatch spiegano il no e l’allarme per questo fenomeno, alla luce di quanto emerso in uno studio condotto da loro, grazie alla collaborazione delle organizzazioni affiliate in tutto il mondo (per l’Italia, Altroconsumo).
Un buon numero di siti esaminati non da sufficientemente informazioni ai consumatori, oltre alla qualità e all’obiettività delle informazioni fornite.
“I risultati di questo studio sono particolarmente allarmanti – spiega Anna Fielder, direttrice di Consumer International – specie se si considera che la maggior parte dei consumatori che usa il Web conta di trovare informazioni affidabili”.
Internet è relativamente nuovo come mezzo di informazione e, di conseguenza, i consumatori sono meno diffidenti. Inoltre, hanno pochi punti di riferimento per poter giudicare la validità delle informazioni, rispetto alla vita di tutti i giorni.
Una volta, ad esempio, avrebbero comparato quanto letto su una rivista popolare, con quanto è scritto su un’enciclopedia.
Ed ecco i risultati dello studio: il 50 % dei siti che presentano consigli medici o finanziari non danno informazioni sulla qualifica professionale degli autori. Il 62 % dei siti, poi, contiene informazioni vaghe e non specifiche. Un altro 60 % dei siti oggetto dello studio, non precisa se il contenuto è influenzato da interessi economici (sponsorizzazioni, partnership, pubblicità, ecc.).
Da qui, l’allarme. Consumer International chiede ai consumatori di verificare la credibilità di un sito, prima di prendere decisioni importanti che si basano sul contenuto del sito e chiede alle società di adottare migliori pratiche e maggiore trasparenza.