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Assegnati i premi ai siti Internet più brutti

10 Maggio 1999

Assegnati i premi ai siti Internet più brutti

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Dopo i Webby Awards, i premi ai migliori siti Internet, arriva l'oscar insanguinato del Web: i Mud Brick Awards, il peggio del peggio della Rete.

Dopo l’assegnazione dei Webby Awards (www.webbyawards.com), il premio per i migliori siti Internet, NetStudio Corporation, una società californiana specializzata in servizi grafici per il Web, ha assegnato i Mud Brick Awards (http://www.netstudio.com/mudbrick/), il premio per i peggiori siti presenti in Internet statunitensi.
La manifestazione, arrivata alla sua seconda edizione, ha acquisito una certa autorevolezza anche per merito della giuria formata da operatori del settore, analisti e giornalisti specializzati tra i quali John C. Dvorak, una delle firme più note di PC Magazine, Jesse Berst, direttore editoriale di ZDNET AnchorDesk e Dan Shafer, direttore di CNET, una delle Webzine d’informatica più autorevoli del mondo.

Nella categoria “Big Business”, cioè quella riservata alle aziende di grandi dimensioni, la palma del peggiore è stata assegnata a Quaker Oats (www.quakeroats.com), definito da uno dei giurati “Noioso e amatoriale”. John McCormick, analista della Frost & Sullivan, ha dichiarato commentando la decisione della giuria della quale faceva parte: “Penso di poter ricreare questo sito in circa tre minuti usando il Notepad di Windows”.

Effettivamente, si tratta di un sito imbarazzante per un’azienda delle dimensioni della Quaker, molto nota a tutte le famiglie americane e che potrebbe essere presa ad esempio su come si fa a perdere il treno di Internet pur avendo a disposizione ingenti mezzi finanziari.
Nella stessa categoria si aggiudica il secondo posto Pizza Hut (www.pizzahut.com), seguita da Southwest Arlines (www.southwest.com).

Tra le aziende di medie dimensioni, primo premio per il peggior sito a GEM Hosting Inc. (www.hostbiz.com), una società specializzata nell’hosting e nel design di siti Web. Il loro Website è stato definito da Ami D. Wohl, un membro della giuria, “esteticamente offensivo”. Rob Enderle, vicepresidente del Giga Information Group, anche lui membro della giuria, ha tagliato corto: “Questa è una società che si occupa di Web design. Il mio primo pensiero è che debbano velocemente prendere in considerazione l’eventualità di imboccare una nuova carriera”.

Tra i siti governativi il primo premio è andato al Web dello stato del Texas (www.state.tx.us). Lapidario il commento di John Dvorack: “Questo sito prova una volta per tutte che in Texas non si fanno sempre cose più belle e più grandi”. Graffiate il commento di Jesse Berst: “Yaaaaawwwwnn”, un lungo sbadiglio.

Una visita al sito dei Webby Awards è caldamente consigliata a tutti quelli che si occupano professionalmente di Internet: lì troveranno il meglio o almeno degli ottimi esempi su come realizzare un sito Internet. Ma anche una visita al Mud Brick Awards è caldamente consigliata, per vedere, ovviamente, quello che non si deve fare. Non si tratta, in fin dei conti, di concetti così scontati. Molto spesso capita, anche in Italia, di imbattersi in siti Web di grandi aziende mal concepiti, mal disegnati, difficili da navigare e drammaticamente poveri d’informazioni.

A volte anche i siti degli Internet provider, cioè degli specialisti del settore, sono inguardabili o quanto meno pieni di errori: risoluzioni folli, pagine divise in frames di varie dimensioni, finestre galleggianti che una volta chiuse si riaprono sadicamente, sfondi dai colori impossibili, link criptici. Ma, soprattutto, contenuti poverissimi.

Ci auguriamo che i curatori di questi siti visitino quanto prima il Web dei Mud Brick Awards e in seguito, colti magari da un improvviso eccesso di modestia, anche quello dei Webby Awards e che in conseguenza delle due visite rimettano mano al loro lavoro o, come consiglia Rob Enderle, prendano “in considerazione l’eventualità di imboccare una nuova carriera”.

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