Nel 2011 Dalibor Farny non ne sapeva nulla, ma rovistando in rete era rimasto affascinato dai Nixie, i componenti antesignani dei led a sette segmenti, quelli che permettono di leggere le cifre su qualunque apparecchio ove servisse.
I più anziani ricorderanno anche qualche progetto di elettronica avanzata dell’era precedente alla comparsa dei led, facente uso di questi affascinanti tubi di vetro, dal cui interno apparivano le cifre da 0 a 9 emananti una fioca luce colore arancione. Un esempio per tutti il frequenzimetro Over Matic il cui schema venne pubblicato dalla gloriosa e ormai scomparsa rivista Nuova Elettronica.
Ma Dalibor probabilmente non ha mai avuto occasione di vederla, in quanto giovane universitario della Repubblica Ceca, sempre alla ricerca di una nuova idea imprenditoriale. Così, affascinato dalle cose antiche e irritato dal dover sborsare duecentocinquanta dollari per procurarsi una Nixie, si è inventato un metodo per costruirle. Ingegno puro.
In cinque anni, acquistando le apparecchiature principali in rete o autocostruendosi le attrezzature più introvabili, è arrivato a una produzione artigianale di Nixie assolutamente invidiabile e, per gli amatori del genere, davvero affascinante.
Superando difficoltà di ogni tipo, come il trasporto dall’Inghilterra di un tornio adatto alla lavorazione del vetro del peso di quasi una tonnellata e acquistato a prezzi irrisori su Ebay, ha traslocato il laboratorio – nato in un attico – direttamente in una nuova struttura appositamente realizzata nel giardino di casa, iniziando così la vita da imprenditore.
Oggi è alla sua ottocentesima valvola Nixie autocostruita e comincia a proporre su web anche un bellissimo orologio inseribile in rete e pilotabile a distanza, dall’aspetto pulito e minimalista e che, ovviamente, fa uso dei suoi oggetti luminosi preferiti.
Spendete una quarantina di minuti a guardare il video proposto dallo stesso Dalibor in cui descrive minuziosamente il processo di fabbricazione. Potrebbe non importarvene nulla di elettronica vintage, di lavorazione del vetro, di pompe a vuoto e filamenti al tungsteno, di gas e di spettrofotometri, ma veder lavorare con tale perizia ogni singolo componente fino a farlo diventare un prodotto finito e tecnologicamente sofisticato è di per sé una boccata d’aria fresca nei confronti di una dilagante approssimazione creativa, e dimostra quanto sia possibile applicare arte, ingegno e conoscenze acquisite per offrire al mondo una tecnologica bellezza. Roba da vero maker.