Ancora un atto di intolleranza della polizia egiziana. Hanno arrestato un gay che aveva creato un sito Web, per ricercare partner.
All’arresto i poliziotti sono giunti dopo avergli teso una trappola.
Il malcapitato è un impiegato di un hotel di lusso del Cairo, di 30 anni. Aveva pubblicato sul suo sito le sue foto, su una pagina intitolata “single dreamer” e invitava persone giovani come lui a incontrarlo.
I poliziotti si sono fatti passare per partner potenziali, hanno iniziato a conversare con lui su Internet e gli hanno fissato un appuntamento. Una volta incontrato hanno proceduto all’arresto.
Non è il primo arresto di questo genere in Egitto. A fine dicembre dello scorso anno, un giovane dentista che aveva creato uno stesso tipo di sito era stato arrestato nel medesimo modo.
Anche se l’omosessualità non figura tra i crimini elencati esplicitamente dalla legge egiziana, fondata sulla charia (la legge islamica), non è tollerata dalle autorità.
Per colpire queste persone, allora, si fa richiamo alle molte leggi che sanzionano i comportamenti contrari al buon costume, a condizione che tali atti siano provati.
È grottesco notare come questi comportamenti intolleranti siano espressi nei paesi del nord Africa, a religione musulmana e in buona parte dell’Italia del Nord, culla della lotta senza tregua all’immigrazione proprio da quei paesi dove vige la charia.