Il Ministero della giustizia argentino e, in particolare, la nuova commissione per i Delitti informatici, creata dal Segretariato delle Comunicazioni della Nazione, ha recentemente redatto un progetto di legge – già approvato dalla Camera dei Deputati – che definisce e sanziona le più importanti fattispecie di reati informatici.
Si tratta di cinque articoli concernenti le condotte di hacking, cracking e frode informatica, e le relative circostanze aggravanti, che non modificano l’attuale codice penale, ma dettano una disciplina specifica, che meglio corrisponde, secondo la Commissione, alle esigenze determinate dallo sviluppo della tecnologia e delle telecomunicazioni.
Il disegno di legge, infatti, è stato elaborato in seguito al verificarsi di una serie di episodi che i giudici argentini non hanno potuto sanzionare, in assenza di un’idonea disciplina.
Anche la Corte Suprema, nella persona del giudice Sergio Torres, ha dovuto constatare, qualche mese fa, l’impossibilità di condannare un gruppo di hacker che si erano introdotti nel sito della stessa Corte, in quanto un sito web non era classificabile né come bene mobile, né come immobile, e, quindi, non era tutelato dalle norme del codice penale.
In base alle nuove disposizioni, invece, sarà punita con un’ammenda qualunque intrusione non consentita in un sistema informatico e con la reclusione da un mese a tre anni qualunque condotta che danneggi, alteri o renda inservibile un sistema o i dati informatici in esso contenuti.
Ancora più grave sarà la sanzione prevista per il reato di frode informatica: da un mese a sei anni per chiunque alteri o manipoli in qualunque modo, al fine di ottenere un indebito vantaggio patrimoniale, un sistema o dei dati informatici.