Uno è altro solo 70 centimetri, l’altro arriva appena a 38,5: non sono molto grandi questi nuovi robot giapponesi, però sono molto attivi. Papero e Pino rappresentano l’avanguardia dell’esercito robotico che ha iniziato a marciare su Parigi. Dal 28 ottobre 2003 e fino al 31 gennaio 2004, la Casa della Cultura del Giappone presenta un’esposizione intitolata, “Immaginazioni cybernetiche”, che intende fare il punto sul progresso delle macchine animate e la loro interazioni con gli umani.
Il robot Pino, sviluppato da ZMP e attualmente arrivato alla seconda generazione, tenta, con i suoi 26 motori, di riprodurre i movimenti di un bipede di piccola dimensione. Ma anche se è in grado di stringere la mano del suo interlocutore o effettuare movimenti di scioglimento prima d’iniziare a ballare, la sua non è una vera e propria danza e si agita in modo piuttosto sgraziato. Nonostante ciò, Pino colpisce per la fluidità dei suoi gesti, che non hanno nulla di meccanico.
Non ha, invece, ambizioni da umanoide Papero, almeno nei movimenti, perché il robot sviluppato da NEC ha puntato tutto sull’interattività. Montato su ruote, Papero è un chiacchierone. Comunicare con lui è abbastanza gratificante: ha una bella voce e vi guarda negli occhi. Le due orbite nere che gli danno uno sguardo penetrante contengono, in effetti, due macchine fotografiche, che permettono al robot di riconoscere i suoi interlocutori. Una volta salutato, Papero si trasforma in chiacchierone insaziabile, dotato di una piccola voce di bambino digitale.
Il vero robot domestico non è ancora stato concepito
NEC ha inserito una trentina dei suoi robot in altrettante famiglie nipponiche per valutarne l’impatto. Anche Papero sta facendo il suo apprendistato: il robot è capace di adattarsi al suo ambiente e fare ciò che gli altri si attendono da lui. Ad esempio, è in grado di collegarsi a Internet, in modalità wireless, per riportare le previsioni meteorologiche a qualunque membro della famiglia gliele chieda. Ma può anche fungere da “messaggero” tra i membri di un gruppo. Papero, però, è soltanto un prototipo e Pino è destinato a essere commercializzato solo nella comunità dei ricercatori. Il robot domestico è ancora lontano.
“Immaginazioni cybernetiche”, oltre a far vedere i nuovi robot, vuole anche valutare l’impatto di questi umanoidi elettronici nella vita di tutti i giorni. In “Happy Robo Room”, ad esempio, è possibile dialogare non solo con dei robot, ma anche con oggetti semplici, come delle finestre o dei tavoli interattivi.