Iniziamo questa notizia con una similitudine: così come un padre premuroso difende il proprio figlio gracilino, contro il compagno prepotente e sbruffone, anche AOL Time Warner scende in campo per difendere gli interessi di Netscape contro Internet Explorer.
Il colosso americano dell’intrattenimento e di Internet, attraverso Netscape fa causa a Microsoft e chiede i danni per pratiche anticoncorrenziali.
Netscape è stata acquistata da America Online ed è alla base del software di navigazione (browser) omonimo che, dopo un periodo di felice espansione, è stato soppiantato e ha sofferto la concorrenza di Explorer di Microsoft.
Molti se l’aspettavano, soprattutto dopo la sentenza che confermava le attività anticoncorrenziali di Microsoft da parte della Corte d’appello.
Infatti, come riportato nel comunicato apparso sulle pagine Web di AOL Time Warner, la discesa in campo è una diretta conseguenza della sentenza.
Nel comunicato si traccia sinteticamente la storia del processo contro Microsoft e si rimarca che l’azienda di Bill Gates è stata portata in tribunale dal governo americano per aver integrato il browser nel suo sistema operativo Windows, che equipaggia 9 computer su 10 e, dunque, di aver approfittato di una situazione di monopolio.
Sul caso si sono espresse già due corti. Una, in prima istanza, nel giugno del 2000 e l’altra in appello nel giugno 2001. Anche se la seconda ha, di fatto, ridimensionato la sentenza di primo grado, ha confermato che il comportamento di Microsoft aveva violato la legge antitrust e causato un torto a Netscape, come si legge nel comunicato.
Dunque, Netscape Communications (con i soldi di papà) ha depositato una causa davanti a un tribunale federale del distretto di Columbia a Washington per “ottenere riparazione dopo il comportamento anticoncorrenziale di Microsoft contro Netscape”.