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AntiTrust, il film contro Microsoft

18 Gennaio 2001

AntiTrust, il film contro Microsoft

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Lo stesso giorno in cui il dipartimento di Giustizia americano conferma le accuse contro Microsoft, esce nelle sale d’oltre oceano il film “AntiTrust”. Racconta la storia di un giovane genio …

Lo stesso giorno in cui il dipartimento di Giustizia americano conferma le accuse contro Microsoft, esce nelle sale d’oltre oceano il film “AntiTrust”. Racconta la storia di un giovane genio dell’informatica che…

Il film (grottesco gioco del destino, prodotto da un’altra multinazionale, la MGM) è diretto dall’inglese Peter Howitt e, a detta dei critici, ha lo stesso fascino del processo anti-trust.

Ambientato in Nord-America, racconta la storia di un giovane genio dell’informatica che si prepara a lanciare un nuovo prodotto insieme a degli amici ma, alla fine, si fa reclutare da una multinazionale.

Storia semplice, insomma, che non ha convinto i critici. “Diciamo solamente che è probabilmente il film più stupido mai realizzato su persone intelligenti – scrive la critica del Atlanta Journal-Constitution – È mal scritto, mal diretto e, a eccezione di Tim Robbins, mal interpretato”.

Eppure gli ingredienti reali c’erano tutti: la multinazionale cattiva, il ragazzo intelligente, gli amici e un sistema operativo “open source”.
Infatti, questo vuole essere un prodotto cinematografico pro-Linux: lo dimostrano la presenza, all’interno del sito del film, di due interviste.
Una a Jon “maddog” Hall, direttore generale di Linux International e l’altra al giovane Miguel de Icaza, responsabile del progetto GNOME.

Manca solo Linus Torvald per finire il “presepio”.
All’interno del sito, poi, sono presenti 4 forum su argomenti all’ordine del giorno: convergenza, monopoli, open source e privacy, che danno una chiara impronta anti-Microsoft.

Peccato per il film. Soprattutto dopo i successi di altri lungometraggi che vedevano Internet come scenario principale delle storie: da “The Net”, con Sandra Bullock a “Jonny Mnemonic”, o a storie più sciroppose come C’è post@ per te.

Una cosa però possiamo dirla: una volta tanto, è meglio il sito, del film.

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