Il Tribunal de Grande Instance di Strasburgo dovrà pronunciarsi alla fine del mese di settembre sull’ennesima questione legata agli effetti delle antenne di telefonia mobile sulla salute dell’uomo.
Questa volta, un’abitante di Strasburgo, Sabine Rinckel, rinunciando a scontrarsi direttamente con gli operatori telefonici – a causa della mancanza di prove concrete e dei mezzi finanziari – ha citato in giudizio il proprio locatore, per far valere il suo diritto al pacifico godimento dell’immobile locato (diritto tutelato anche nel nostro codice civile dall’art. 1575). La signora Rinckel sostiene di essere affetta da elettro-ipersensibilità, patologia derivante, a suo dire, dalla presenza di antenne installate sul tetto dell’edificio, con il permesso del locatore.
Secondo quanto indicato in un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS – WHO) del dicembre 2005, non esistono, al momento, dei criteri attendibili per diagnosticare l’ipersensibilità elettromagnetica, «né basi scientifiche che permettono di ricondurre i sintomi della patologia a un’esposizione ai campi elettromagnetici».
Secondo l’OMS, inoltre, «tenuto conto degli scarsi livelli d’esposizione e dei risultati delle ricerche ottenuti ad oggi, non esiste alcun elemento scientifico probante, che confermi gli eventuali effetti nocivi delle stazioni radio-base e delle reti wireless per la salute». Per l’anno 2006-2007, l’OMS ha comunque incaricato il Centro Internazionale di Ricerca sul Cancro (CIRC – IARC) di effettuare uno studio sui rischi di tumore legati alle radiofrequenze.