La diffusione di Linux fa un ulteriore passo avanti. Sun Microsystems “per rispondere alle richieste della propria clientela” ha deciso di sostituire sulle workstation UltraSparc e Enterprise il proprio sistema operativo Solaris con Red Hat Linux.
Per il leader mondiale dei sistemi Unix si tratta di una piccola rivoluzione perché Solaris è stato da sempre installato di default sulle workstation dell’azienda californiana. Ma, come sottolineato nei comunicati stampa della società, Sun intende rispondere in questo modo ad una specifica richiesta della sua clientela. E questo è forse il dato più significativo: il mercato sta passando da una fase di esplorazione del nuovo sistema operativo, alla consapevolezza che Linux può offrire alle aziende reali vantaggi competitivi.
L’accordo tra Sun Microsystems e Red Hat Software per il momento è limitato al solo mercato americano, ma non è da escludere un allargamento a realtà europee particolarmente interessanti come la Germania. Sun ha deciso di dare anche vita anche ad un apposito centro di assistenza online per aiutare gli utenti a configurare a distanza le proprie workstation Sun con Red Hat Linux.
Sun non è la sola grande azienda informatica ad aver deciso di rimpiazzare la propria versione del sistema operativo Unix con soluzioni a codice aperto. Una tendenza che dovrebbe contribuire ad una rapida diffusione di Linux, come dimostrano alcune recenti analisi di mercato. Secondo Dataquest, ad esempio, la vendita di server sotto Linux rappresenteranno un quarto del mercato totale dei server entro i prossimi cinque anni.
Kimball Brown, analista di Dataquest e autore della ricerca, ritiene che “Linux sta diventando un sistema credibile che i produttori di server non esitano più a proporre”.
Ma il futuro di Linux, contrariamente a quanto molti sostengono, sempre secondo Dataquest, non è privo di ombre. L’interesse nei confronti del sistema operativo creato da Linus Torvalds nel 1991, è anche una moda che rischia di amplificarne le reali possibilità di successo.
“Linux – è sempre Kimball Brown a parlare – continuerà a progredire come sistema operativo per server, ma la moda Linux perderà di intensità nel momento in cui Microsoft inizierà a distribuire la sua versione di Windows 2000 per server”.
Questo, per la cronaca, dovrebbe succedere nel mese di febbraio 2000. Microsoft, infatti, ha annunciato che (con più di un anno di ritardo) Windows 2000 (descritto come il più ambizioso e complesso progetto software della storia e che prenderà il posto di Windows NT) sarà ufficialmente lanciato il 17 febbraio prossimo. Millennium, il successore di Windows 98, invece, dovrebbe vedere la luce verso fine anno.
Windows 2000 è il primo sistema operativo di Microsoft indirizzato ai computer di punta che attualmente girano sotto Unix o derivati.
Il pessimismo di Dataquest probabilmente è eccessivo, soprattutto alla luce di quanto successo nel corso del 1999, senza alcun dubbio l’anno di Linux. Come ha recentemente dichiarato Jon Hall, presidente di Linux International, un’organizzazione senza fini di lucro che si pone l’obiettivo di promuovere il sistema operativo libero, “Il 1999 è stato l’anno del vero successo commerciale di Linux. Secondo i dati disponibili, nel 1994 c’erano 120.000 sistemi Linux operanti. Oggi se ne contano circa venti milioni”.
Un successo che non è passato inosservato e che ha avuto riflessi consistenti soprattutto in Borsa. Le azioni di VA Linux, ad esempio, una società californiana specializzata in computer Linux, ha visto balzare le proprie azioni il primo giorno di contrattazioni dai 30 dollari dell’emissione ai 242 della chiusura contrattazioni. Una performance migliore persino di quella di Red Hat, entrata in borsa nell’agosto scorso.