Googleè inarrestabile. Dopo essersi guadagnato, per il 2005, il titolo di brand più influente del mondo, secondo la classifica redatta ogni anno dal periodico online brandchannel e basata sulle votazioni di professionisti e studenti, adesso la sua attenzione è rivolta all’imponente mercato cinese del Web.
Per conquistarlo, però, anche uno del calibro di Google è costretto a piegarsi alle volontà di censura di Pechino.
Il motore di ricerca americano ha infatti deciso di introdurre un nuovo servizio in Cina, soggetto, però, ad alcune restrizioni.
Non potrà, infatti, dare accesso ai contenuti politici ritenuti “scottanti” dal Governo di Pechino, come ad esempio la questione dell’indipendenza del Tibet o di Taiwan e gli utenti non potranno accedere a servizi come la posta elettronica, la chat e la creazione di blog.
Insomma, saranno soppressi tutti quei servizi cui la libertà di espressione può essere usata come forma di protesta politica o sociale.
In cambio, Google garantisce la disponibilità di alcuni dei suoi strumenti più importanti: il motore di ricerca per Web e immagini, Google News e il motore locale.
La posizione adottata dal motore di ricerca è ben precisa: vuole entrare in maniera meno irruenta nel secondo maggiore mercato mondiale di internet (dopo gli Stati Uniti) e competere con Baidu, il grande motore di ricerca cinese.
La posizione assunta da Google è esattamente in linea con quella adottata anche da altri giganti come Microsoft e Yahoo! che, pur di espandere il proprio business, hanno dovuto accettare compromessi, a volte discutibili, come eliminare le parole ritenute politicamente scorrette.