Pesanti nuvole sembrano addensarsi sull’orizzonte dell’economia high-tech della Silicon Valley. Quantum, azienda-leader relativamente ai dischi rigidi, ha annunciato il licenziamento di circa 800 persone, mentre Komag, rivenditore di dischi magnetici per altri produttori di hard disk, sta per chiudere due filiali per un totale di 480 posti di lavoro, dopo averne già tagliati 900 a inizio anno. E il piano di ristrutturazione di Silicon Graphics, società ai primi posti mondiali per le workstation, prevede una riduzione dell’organico pari a 1000-1500 impiegati.
Nonostante il trend negativo, per il 1999 le previsioni degli esperti sull’economia generale in California appaiono tuttavia rosee. L’occupazione ha registrato il maggiore incremento di questo decennio (oltre 500.000 nuovi posti), con un aumento del 9-10 per cento degli stipendi mensili e un tasso di disoccupazione che raggiunge a malapena il 5 per cento. E soprattutto, prosegue ininterrotto il copioso flusso di liquido (il venture capital) nella casse delle start-up Internet.
Come spiegare quei licenziamenti, allora? Parte della risposta si trova nel continuo declino del lavoro per le aziende produttrici in loco, con la concorrenza del sud-est asiatico ormai ripresosi dalla recessione economica dello scorso anno. Inoltre, la sempre più accesa rivalità locale e il rapido mutamento imposto dai ritmi di Internet, costringe le aziende più stagionate e/o di ampie proporzioni a forti pressioni cui non è sempre facile trovare immediati sbocchi positivi.