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Amo la web-radio perché arriva dalla gente

23 Febbraio 2006

Amo la web-radio perché arriva dalla gente

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Peer to peer? Download? Podcast? Niente di tutto questo: per alcuni il modo migliore per ascoltare musica da Internet è farsi una radio. Gratuita e personalizzata

Per cominciare, pensate ad alcune tipologie di persone, che conoscete o che potreste conoscere. Ad esempio pensate all´amico con la casa piena di vinili e di cd, che legge tutte le riviste musicali, che ogni tanto vi porta al concerto di quel tizio dal nome assurdo del quale vi innamorate subito e correte a comprare il disco. Oppure al ragazzo romantico che, come il protagonista del romanzo Alta Fedeltà, prepara una compilation da regalare alla spasimata, lavorando di fantasia e competenza per costruire – partendo da quell´unica canzone sulla quale lei si è fatta scappare un «che bella» – una playlist che faccia breccia nel suo cuore. Oppure ancora (e qui parliamo di merce sempre più rara) pensate al commesso di un negozio di dischi, sinceramente appassionato al suo lavoro, che vi parla con sincerità del disco che chiedete, ve ne consiglia un altro, vi fa ascoltare qualcosa prima dell´acquisto se vi vede incerti, vi dà una dritta per evitare che usciate dal negozio a mani vuote, o che, scontenti, non ci torniate più.

Ecco, le web-radio di cui parliamo sono come queste persone. Una manna dal cielo per chi ama sentire la musica e vorrebbe sempre averne di nuova, ma si perde tra le mille riviste e siti internet che propongono nomi e titoli sconosciuti, incasellati in generi, sottogeneri e definizioni non sempre comprensibili (Mi piacerà questo nuovo gruppo electrolounge con influenze post-rock ma saldamente ancorato alla scena jazz islandese?). Un regalo per tutta quella gente non ne può più della programmazione dei network che non vogliono rischiare, per paura di perdere quel target spendaccione tra i 15 e i 35 anni, che si immaginano ansioso di ascoltare almeno 24 volte al giorno la colonna sonora dell´ultimo martellante spot.

Se fate parte di questo folto quanto insoddisfatto pubblico, e avete una buona connessione a Internet, è il momento che qualcuno vi presenti i vostri nuovi amici ben forniti, il vostro corteggiatore dj, il vostro commesso gentile e preparato. È ora che qualcuno vi presenti Pandora, Launchcast e Last.fm. A questi tre nomi corrispondono infatti tre interessanti esperimenti di radio personalizzabili, dotate di grande disponibilità di musica, di interfacce semplici da usare e, ed è questo il punto, di una sorprendente volontà di adattarsi ai vostri gusti.

Pandora: i geni della musica

Prendiamo ad esempio Pandora. Questa web-radio, dato un punto di partenza –sia esso un artista o una singola canzone – fa partire immediatamente uno flusso musicale in streaming, con l´intento di accodare una serie di brani che dovrebbero ragionevolmente essere graditi a chi ha dato quell´input. L´utilizzo di Pandora non richiede nessuna dotazione o competenza particolare, basta effettuare una rapida registrazione e conoscere il nome di un cantante o di un gruppo che vi piace ascoltare. Pandora ci si appiglia (come farebbe il dj spasimante nel tentativo di conquistarvi) e comincia a scandagliare una mappa, costruita negli anni nell´ambito del progetto Music Genome, e a muoversi su questa mappa nell´ottica del “se ti piace questo dovrebbe piacerti quest´altro”. Il tutto viene fatto ascoltare in versione integrale, con tanto di possibilità di vedere la copertina del disco e di acquistarlo in due clic, ma anche di segnalare che quel pezzo non vi piace e passare subito alla proposta successiva.

Da questo punto di vista esprimere la propria opinione ad un software presenta anche meno problemi diplomatici. A Pandora è possibile chiedere “perché stai suonando questo pezzo?” Vi verrà educatamente risposto che in base alla vostra scelta iniziale si è supposto che vi potesse piacere un brano catalogato in maniera simile, in base ad alcuni criteri musicale (ad esempio, un cantato maschile dai toni bassi, arrangiamenti con una forte presenza di pianoforte, un ritmo morbido, un´influenza jazz.) Se queste spiegazioni non vi convincono basterà schiacciare un pulsantino: il vostro commesso virtuale vi chiederà scusa, passerà ad un´altra canzone, quel brano non verrà mai più trasmesso dalla vostra radio, e i criteri di formazione della playlist cambieranno di conseguenza.

Launchcast: brani con legami

Se Pandora si muove da una canzone all´altra seguendo una catalogazione legata agli elementi musicali che formano quella traccia, Launchcast (inserita tra servizi Yahoo!) segue un criterio molto più sociale. Al momento della creazione di una nuova radio personale vi viene chiesto di scegliere tra una serie di generi musicali, divisi in una serie di sottocategorie e, se volete, di indicare alcuni artisti di riferimento. Anche in questo caso, stabilite in questo modo le linee guida, si parte da un brano di sicuro gradimento, per poi tentare associazioni e suggerimenti, basati su un criterio già usato da siti come Amazon: alla gente che piace l´artista A di solito piace anche l´artista B, prova ad ascoltarlo. Sempre pronti a rivedere la programmazione di fronte ai feedback dell´utente. Diversamente da Pandora, Launchcast è meno comprensiva con ascoltatori che hanno più gusti diversi (sulla radio del progetto Music Genome è possibile memorizzare più streaming diversi per ogni utente, su Launchcast solo uno) ma è più portata a guidarvi, anche grazia ai gusti degli altri iscritti. La web-radio di Yahoo! infatti (che, è bene ricordarlo, gira solo su Internet Explorer) propone la possibilità di farsi influenzare dalla programmazione di altre radio personali, e la pagina web di ingresso a Launchcast, molto meno spartana di Pandora, propone costantemente altri canali da ascoltare in base ai generi o alla comunanza di artisti scelti.

Last.fm: il social webcasting

Ancora più sociale è aggregante il funzionamento di Last.fm, progetto nato come evoluzione di Audioscrobbler, in origine un sistema per condividere on line le playlist musicali suonate sul proprio pc, e di conseguenza i propri gusti. Anche con Last.fm bastano un´iscrizione gratuita e alcuni clic per creare una miniradio, anche se per cominciare ad ascoltare musica è in questo caso necessario installare un apposito player, che permette di visualizzare copertina e nome dell´album, di saltare le tracce sgradite, di segnalare se quella traccia ci piace o no. Una volta entrati nel mondo di Last.fm sarà facile perdersi nei propri gusti e nelle segnalazioni altrui, saltando da un cantante ad un gruppo, da un utente ad un altro. Last.fm punta infatti tutto sulla community: ogni utente ha una pagina personale nella quale sono visibili le classifiche dei brani più ascoltati, i link alle pagine di utenti amici o di utenti che hanno gusti musicali simili, per ogni singolo brano ogni utente può lasciare un intervento, una minirecensione che andrà a formare un vero e proprio journal a disposizione di tutti. Rispetto alle altre web-radio, questa è quella che sicuramente facilità di più lo scambio di opinioni, i contatti personali con gli altri utenti e il monitoraggio di nuove tendenze e nuove mode musicali. Basta provarla per pochi minuti per avere l´impressione di una comunità fortemente attiva e interessata a generi musicali meno commerciali e artisti emergenti.

Un´alternativa al download

Come vedete, l´idea di fondo è sempre quella, anche se le differenze ci sono. A ciascuno di voi converrà fare un giro di prova e vedere quale di queste tre web-radio riesce a capirlo meglio, cosa che richiede solitamente qualche giorno di utilizzo, in modo che il servizio possa plasmarsi in base a un numero di feedback più sostanzioso.Di certo siamo di fronte a una valida alternativa per un popolo di navigatori che sanno come sia possibile procurarsi della musica in Rete, ma non sono (come alcuni credono) devoti al download illegale per partito preso.

La possibilità di ascoltare musica subito, senza troppe limitazioni, con in più l´elemento della scoperta e di una casualità mirata può fare presa e attirare utenti su forme di condivisione legale molto più di minacce di querela e restrizioni alla navigazione sul web. Lo sviluppo di queste tre radio è da tenere d´occhio, anche se bisognerà vedere come reagirà il pubblico a future richieste di pagamento, per quanto poco esose: Pandora sta preparando un abbonamento per evitare la pubblicità, Launchcast ce l´ha già, ma non per gli utenti italiani, e LastFm offre alcuni privilegi agli utenti sostenitori. Comunque vada, chi passa ogni giorno diverse ore in Rete potrebbe trovare piacevole la compagnia di questi nuovi amici.

Certo, dietro c´è il business, diranno i critici e i puristi della condivisione. È fin troppo evidente, soprattutto nel caso di Pandora e Launchcast, come queste radio avrebbero piacere a farti comprare cd e singoli attraverso i loro player. Ma è un compromesso accettabile. Del resto, lo sappiamo bene, nemmeno il commesso gentile e preparato e il compilatore di cassettine innamorato erano del tutto disinteressati.

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