Al processo contro Microsoft è l’ora della difesa e l’azienda porta in aula i suoi testimoni importanti. A cominciare dal presidente di AMD, il concorrente di Intel nel mercato dei microprocessori per personal computer.
Il presidente di AMD, dunque, testimone della difesa e ha dichiarato quello che Microsoft voleva, cioè che scindere i prodotti Microsoft potrebbe nuocere ai consumatori.
Jerry Sanders, il presidente di AMD ha scelto come argomento che il fatto di disinstallare alcune applicazioni di Windows, come il famoso Internet Explorer o Media Player, per poter installare prodotti della concorrenza, potrebbe nuocere alla stabilità del sistema operativo Windows. Dunque nuocerebbe ai consumatori.
Visto che Windows è stabile (sono parole sue) così deve restare.
Un’affermazione forte che farà gioco per Microsoft, soprattutto dopo che gli esperti dell’accusa (i nove Stati) hanno dimostrato che è possibile disinstallare alcuni componenti di Windows senza nuocere al sistema.
Una possibilità che Microsoft ha sempre respinto e sulla quale cercherà di convincere il giudice che è impossibile togliere “pezzi” al sistema operativo senza rovinarlo.
Dal canto loro, i nove Stati stanno tentando di obbligare Microsoft a rendere pubblici i codici sorgenti di software come Internet Explorer e lo stesso Windows, per permettere ad altri di adattarli ai propri sistemi.
E, bisogna dirlo, non è che i testimoni dell’accusa abbiano fatto una bella figura.
Dunque, tra testimonianze “forzate” e posizioni di neutralità di alcuni testimoni chiamati alla sbarra (come l’economista Shapiro che non si è sbilanciato verso nessuna delle due parti) il processo prosegue.
I prossimi a testimoniare per Microsoft saranno il capo dello sviluppo tecnologico di Autodesk, il vicepresidente di MSN (ma qui siamo in casa), il PDG di Opus e di Onyx e Kevin Murphy professore di Chicago e il vice presidente della Freedom Scientific.