Come scrivevo alla vigilia dello scorso fine settimana, l’ipotesi che Amazon voglia aprire proprie librerie fisiche è niente più che indiziaria, con indizi però che appaiono importanti, dalle strategie di Amazon stessa alle azioni (e reazioni) della concorrenza.
Barnes & Noble (B&N) ha per esempio accusato Amazon di agire unicamente nel proprio interesse e non in quello generale del mercato editoriale. Questa la dichiarazione a BusinessWeek di Jaime Carey, Chief Merchandising Officer di B&N:
Their actions have undermined the industry as a whole and have prevented millions of customers from having access to content. It’s clear to us that Amazon has proven they would not be a good publishing partner to Barnes & Noble as they continue to pull content off the market for their own self-interest.
Le catene di librerie canadesi Indigo e Books-a-Million hanno deciso di sostenere B&N e boicottare le edizioni cartacee di Amazon.
Negli Usa il mercato dei libri cartacei costituisce almeno l’80% del totale (dalle nostre parti siamo al 99%, giusto per non perdere la prospettiva), dunque deve essere considerato da Amazon un settore strategico, per almeno due ragioni.
Prima: Amazon continuerà a cercare di portare dalla propria gli autori di bestseller (e in generale tutti quelli considerati economicamente interessanti), ma per farlo ha attualmente bisogno di garantire ai suoi prodotti (cartacei) una distribuzione capillare oltre che elargire anticipi milionari e royalty altissime.
Seconda: Amazon non lascerà alcunché di intentato. La strategia è chiara: essere presenti ovunque, erodere terreno, alterare gli equilibri. Dopo aver contribuito alla chiusura di Borders e alla radicale trasformazione di B&N, Amazon potrebbe aver deciso di chiudere il cerchio e aprire le sue librerie. Grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente.