Le autorità saudite stanno prendendo provvedimenti per bloccare l’accesso a circa 200 mila siti Internet giudicati con contenuti contrari ai costumi morali.
L’interdizione ad accedere a questi siti, porta a 400 mila i siti ai quali i sudditi del regno conservatore non potranno più visitare.
La rete Internet è stata introdotta da circa due anni in Arabia Saudita ed è costantemente sorvegliata da vicino da un dipartimento della “Città del re Abdel Aziz per la scienza e la tecnica”, che ha il compito di filtrare i siti consultabili e bloccare quelli che sono ritenuti contrari alla morale.
Secondo quanto riportato dai responsabili della Città, il 95 % degli indirizzi bloccati ospitano siti a carattere pornografico e il 5 % ha contenuti politici e sociali non tollerati nel paese.
Una censura in piena regola che non si limita, dunque, solo ai costumi sessuali, ma che tocca anche la sfera politica e della libertà di pensiero.
Proprio il mufti dell’Arabia Saudita ha invitato i fedeli musulmani (tutti quindi) a boicottare il sito Internet di Yahoo!, quando aveva introdotto il commercio di articoli pornografici sulle proprie pagine.