Gli scettici nei confronti delle valute virtuali e della loro adeguatezza non stanno passando il loro momento migliore. L’ammiraglia Bitcoin infatti ha superato in questi giorni i diecimila dollari di quotazione.
Facilissimo gridare alla bolla e comprensibile l’entusiasmo di molti installatori dell’ultim’ora di Coinbase, in viaggio verso il nuovo Eldorado. Chi saprà cogliere il momento giusto per ritirarsi, prima di toccare con mano l’estrema volatilità di queste quotazioni, potrà togliersi diverse soddisfazioni. I numeri dicono che mai come in questo momento i Bitcoin sono appetiti. Eppure.
Il numero perfetto
Di colpi e attacchi alla piattaforma ne sono arrivati tanti. In passato abbiamo segnalato problematiche di governance come l’attacco del cinquantuno percento e le rapine nelle banche, per quanto virtuali. Niente in confronto all’ipotesi del fork, la possibilità che programmatori ribelli dessero vita a versioni alternative di Bitcoin. Dall’estate a oggi si sono verificati non uno ma due fork e riassumere la situazione in termini convenzionali fa pensare all’abuso di sostanze proibite: Bitcoin esiste in tre versioni, che condividono un unico registro delle transazioni. Chi possedeva un Bitcoin Core si è ritrovato per incanto nel portafogli anche un Bitcoin ABC e un btc1, e in tasca un valore complessivo aumentato a seguito del gradimento popolare dell’operazione. Al marziano di Flaiano apparirebbe come creazione di valore dal puro nulla. Chi ha mai concepito una moneta a tre facce?
Come se quanto sopra fosse niente, Cina e Russia hanno messo i bastoni tra le ruote del meccanismo nei loro rispettivi territori. L’amministratore delegato di JP Morgan li ha definiti una frode. Hanno estimatori così come nemici potenti.
Incentivo ai consumi
L’accusa più pesante però deve ancora arrivare: lo stigma dei difensori dell’ambiente. La Inconvenient Truth, per dirla con Al Gore, è che più si estraggono Bitcoin dalla loro miniera algoritmica più aumenta il costo energetico a carico della community. Finora hanno gridato allo scandalo solo pesci piccoli (i primi a dover abbandonare il business causa peso della bolletta); le vesti stracciate si moltiplicheranno. Essere additati come consumatori di energia oggi è un fattore di rischio. Anche con ragione. Svanito l’entusiasmo iniziale (ognuno potrà guadagnare il proprio denaro usando le pause di lavoro del processore! Valuta democratica!), oggi estraggono Bitcoin solo gruppi molto bene organizzati, con sistemi appositi. I meno attenti si ritrovano sfruttati non sempre consapevolmente, a causa di meccanismi di calcolo inseriti dentro videogiochi o addirittura browser.
Blocchi a catena
Non sappiamo quale sarà il destino ultimo dei Bitcoin. Certamente i loro detrattori ne hanno preannunciato la fine troppe volte e oggi hanno la stessa credibilità del pastorello che lanciava l’allarme-lupo per divertirsi alle spalle dei concittadini. Di sicuro, chi avrà avuto il miglior fiuto si ritroverà con un gruzzolo non previsto e neanche indifferente. Per tutti, chi si fida e chi no, restano il dovere e l’opportunità di informarsi sulla tecnologia Blockchain, magari proprio a partire da Bitcoin come esempio importante. Blockchain è un tema più ampio di Bitcoin e probabilmente si candida a provocare rivolgimenti in molti settori, al punto che le capriole delle crittomonete sembreranno al più un effetto collaterale.