Nel 2006 il cloud computing ha iniziato a scuotere e rivoluzionare il mondo dell’Information Technology, promettendo un futuro di elasticità, scalabilità, affidabilità, sicurezza e prezzi competitivi e massima flessibilità.
Numerose aziende hanno compiuto il fatidico salto nel vuoto e si sono fidate del cloud pubblico (IaaS, Infrastructure as a Service) offerto da Amazon Web Services, Microsoft Azure, Google Cloud, IBM eccetera. Grazie ai vantaggi competitivi offerti dal cloud e da un business model talvolta unico, alcune di queste aziende hanno avuto la fortuna di diventare AirBnb, Netflix, Spotify, Twilio, Slack.
Guarda, senza server!
Poco meno di dieci anni dopo, sono comparse le prime tecnologie Serverless – AWS Lambda, Azure Functions, Google Cloud Functions e così via – diffondendosi velocemente grazie alla stessa promessa. In un mondo cloud-native, la possibilità di eseguire codice, scalarlo all’infinito, monitorarlo, profilarlo e pagarlo a blocchi di 100 millisecondi è in grado di portare gli stessi vantaggi competitivi agli early adopter, sia dal punto di vista dell’agilità di sviluppo che dei costi.
Il nome Serverless è stato poco accettato e malvisto fin dai primi tempi, e nel frattempo sono state coniate nuove identità ed espressioni per riferirsi a tali tecnologie. Per esempio, FaaS significa “Function as a Service“, e coglie a pieno l’idea di singole funzioni che possano essere aggiornate, monitorate e scalate individualmente. In questo contesto, una singola funzione diventa ciò che chiameremmo microservizio in un sistema distribuito. Ma Serverless in realtà significa molto di più e ogni funzione costituisce solo una piccola parte del sistema, in grado di fare da collante tra la moltitudine di servizi cloud che costituiscono un’applicazione moderna (autenticazione, storage statico, streaming, pagamenti, analisi dei dati, raccolta eventi e quant’altro).
Chi è Jeff
Data la difficoltà di identificare un unico nome accettato da tutti, il nostro amico londinese Paul Johnston ha ironicamente stabilito che Serverless è solo un nome, avremmo potuto chiamarlo Jeff!. Ed è subito nata JeffConf, una conferenza auto-organizzata dalla comunità e supportata dalla crescente rete di Serverless Meetup in giro per il mondo.
La prima edizione di JeffConf si è tenuta a Londra, in collaborazione appunto con il Serverless Meetup di Londra. Simone Lusenti e il sottoscritto hanno partecipato come volontari e, una volta rientrati in patria, hanno deciso di importare JeffConf nel Belpaese. Simone è l’autore di Dawson, un web framework per Node.js basato sulle tecnologie serverless di AWS.
Love this venue… love this community! #jeffconf pic.twitter.com/R84dD5qsrL
— Ant Stanley (@IamStan) July 7, 2017
JeffConf è un evento no-profit e neutrale, che in Italia ha già raccolto la collaborazione di sponsor quali Amazon Web Services, Google Cloud Italia e Microsoft Italia.
I due pilastri principali di JeffConf sono inclusività e diversità, non solo finanziaria o di genere, ma anche culturale, morale, etnica, ecc. Infatti, sarà possibile per tutti i partecipanti ed i partner acquistare uno o più Diversity Ticket, che verranno regalati a membri appartenenti a categorie sottorappresentate nel mondo IT.
Chi, dove e quando
L’evento avrà luogo venerdì 29 settembre al Grand Visconti Palace di Milano, e sarà organizzato in collaborazione con il Serverless Italy Meetup e GrUSP.
I biglietti sono disponibili sul sito a soli 35 euro, fino ad esaurimento dei centocinquanta posti esistenti. Teniamo a sottolineare che i prezzi dei biglietti sono volutamente molto bassi, rispetto ad altri eventi simili – internazionali e non – per mantenere l’evento più inclusivo possibile anche per studenti e lavoratori dipendenti con poco budget riservato alla formazione. Nonostante il prezzo molto contenuto, l’evento ospiterà più di venti speaker locali e internazionali, per offrire una giornata completa di sessioni tecniche, dimostrazioni pratiche, panel interattivi, lightning talk e molto altro!
Il programma
Dopo la fase iniziale di registrazioni e caffé, alle 10:00 di venerdì il keynote di Paul Johnston introdurrà i principali concetti del mondo Serverless, analizzandone vantaggi e svantaggi e riassumento lo stato dell’arte delle numerose piattaforme Cloud e progetti open-source.
A seguire Danilo Poccia illustrerà le potenzialità offerte dalle cosiddette architetture “event-driven” e dimostrerà come utilizzare AWS Lambda con WebSockets per sviluppare pagine web reattive.
Dopo una breve pausa pranzo e delle open session con temi proposti dai partecipanti, saremo onorati di ospitare Alex Ellis da Londra. Alex ci parlerà di OpenFaaS, un framework open-source scritto in Go e basato su Docker e Kubernetes, che permette di trasformare qualsiasi codice o container in una funzione serverless.
Sempre da Londra, avremo Luca Mezzalira – il community manager di London Javascript – che ci dimostrerà come è possibile utilizzare un approccio completamente serverless per la gestione di applicazioni web.
Subito prima della pausa caffé, avremo una tripletta di sessioni più veloci ma altrettanto interessanti. Jessica Tibaldi ci introdurrà ad Azure Functions, l’offerta serverless di Microsoft. Soenke Ruempler ci raggiungerà dalla Germania – dove organizza il secondo serverless meetup più grande d’Europa – per dimostarci come sia possibile servire e distribuire siti web statici protetti da password grazie ad AWS Lambda@Edge e Amazon Cognito. Infine Filippo Liverani – sviluppatore, sysadmin e trainer in XPeppers – tratterà il delicato tema del TDD (Test-Driven Development) nel mondo serverless, con esempi e best practice su tutte le piattaforme.
Un panel speciale
Il pomeriggio di JeffConf prevede anche una sessione un po’ particolare, che chiamiamo panel interattivo, in cui tre speaker tratteranno un tema specifico legato al mondo serverless e risponderanno alle domande del pubblico. Il tema scelto per il panel riguarda il mondo dei Chatbot e vedrà come protagonisti Alessandro Vitale, Luca Bianchi e Alessio Coser.
Dopo la pausa caffè, Cyle Riggs ci raggiungerà dagli Stati Uniti, dopo aver fatto parte del team di Amazon EC2 per quattro anni, per dimostrarci come sia possibile creare una piattaforma serverless da zero in soli 30 minuti di live coding (creeremo un servizio FaaS simile a AWS Lambda). Assicuratevi di avere un po’ di codice Python da eseguire live!
A seguire, Marco Parenzan ci mostrerà come utilizzare Azure Logic Apps per orchestrare in maniera visuale un workflow di microservizi.
Le sessioni pomeridiane verranno concluse da una serie di cinque presentazioni da cinque minuti, con cui ogni speaker avrà la possibilità di condividere progetti personali e casi d’uso interessanti.
La giornata si chiuderà intorno alle 18 con i saluti degli organizzatori e un happy hour al Grand Visconti Palace fino alle 20.
La location
La conferenza si terrà presso il Grand Visconti Palace di Milano, a due passi dal centro e raggiungibile in dieci minuti di metró da Milano Centrale (linea gialla MM3). Le iscrizioni sono già aperte sul sito e saremo felici di intrattenerci dopo l’evento per un aperitivo gratuito.
Una nota particolare ed un caloroso ringraziamento va agli sponsor, che supportano l’iniziativa sia finanziamente che tecnologicamente e hanno permesso di mantenere i costi di partecipazione molto contenuti: Amazon Web Services, Google Cloud, Microsoft, LinkMe, Azatec Consulting, Cloud Alliance, Digital Attitude e Cloud Academy.
Continuate a seguire gli aggiornamenti sul sito di JeffConf Milano 2017, i consigli di Jeff su Twitter e la pagina Facebook. Non dimenticate di acquistare il vostro biglietto prima che si esauriscano ed usate l’hashtag #JeffConf per condividere le vostre idee.
Ci vediamo presto a Milano!