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Al MediaLab del MIT si realizza il giornale del domani

18 Maggio 2000

Al MediaLab del MIT si realizza il giornale del domani

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Farà a meno della carta e sarà tagliato su misura per ogni lettore

Il giornale del domani, in gestazione al MediaLab del Massachusset Institut of Technology (MIT), farà a meno della carta e sarà tagliato su misura per ogni lettore, che potrà anche essere produttore d’informazione.

I ricercatori e gli studenti di questa struttura unica al mondo ne sono persuasi: la rivoluzione delle telecomunicazioni porterà una rifondazione completa dei media di massa.

Uno dei gruppi di ricerca del MediaLab è l’Electronic Publishing Group (EPG), che sta sviluppando 14 progetti futuribili.
L’EPG “utilizza tecnologie digitali per trasformare il modo con cui noi prepariamo, filtriamo e presentiamo l’informazione”, spiega il direttore, Walter Bender.

Un vecchio redattore capo del Boston Globe, Jack Driscoll porta la garanzia del giornalista e assicura che “quello che passa in questo laboratorio e vitale per l’avvenire della stampa”.

I segnali ci sono tutti.
I progressi tecnologici permettono di indirizzarci, attraverso il computer, verso bersagli sempre più ridotti.
“Andiamo inevitabilmente verso il più piccolo prodotto d’informazione immaginabile: il giornale personalizzato, il cui contenuto potrà essere confezionato in funzione degli interessi di ciascuno”.

I grandi siti Web propongono già versioni semplificate di questi media a richiesta, con dei prodotti personalizzati come MyCNN, MyYahoo! o MyLycos, che selezionano le informazioni in funzione di parole chiave fornite dall’utente.

Per andare più lontano in questa direzione, il MediaLab ha messo a punto dei software di facile impiego, che permetteranno la creazione sulla rete mondiale di una quantità infinita di media specializzati o l’arricchimento dei media esistenti.

Il primo passo per il miglioramento si deve a un semplice cambio: da parola chiave a “espressione chiave”, in analogia con “l’immagine chiave” che permette di ritrovare immagini fisse o animate di un avvenimento di cui si conosce il nome.

“Quando il consumatore diventa produttore di informazione – spiega il direttore dell’EPG – il suo rapporto con la stampa cambia. Diventa più esigente, più critico, ma anche più implicato”.

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