Un centinaio di schermi, sessanta webcam, joystick, una messaggeria istantanea, un pizzico di voyeurismo e, voilà, il cocktail è servito.
Parlare di cocktail è appropriato visto che tutti gli “ingredienti” dei cui sopra fanno parte di un’iniziativa del Remote Lounge, un bar vicino all’Est Village a Manhattan.
Gli avventori del ritrovo possono osservare con discrezione altre persone o una coppia e tentare di avviare una conversazione.
Le console, infatti, permettono ai clienti di avere una vista da una qualsiasi delle 60 webcam, spostandosi con l’aiuto del joystick.
Le webcam servono proprio a quello: spiare tutti i movimenti di una persona all’interno del locale.
“Una specie di versione legale del voyeurismo – spiega uno studente all’agenzia Reuters – È bello che l’immagine sia in bianconero o in colori sgranati. Le persone diventano più seducenti”.
“Uno dei vantaggi di tutta questa tecnologia è che permette di rompere il ghiaccio – spiega uno dei proprietari – Vogliamo che persone che non avvicinerebbero mai altra gente in tempi normali all’interno di un bar vadano a incontrare e parlare”.
Naturalmente, per i diffidenti esiste la possibilità attraverso un sito Web di dare un’occhiata prima di recarsi di persona.
E poi, per i più intraprendenti si può scegliere una delle immagini scattate all’interno del bar e farne una cartolina virtuale da inviare via Internet.
Una bella pubblicità per questo bar che i proprietari sperano di aprire in altre città americane e forse anche all’estero, connettendo poi i diversi indirizzi tra loro.
Un metabar virtuale dove bere e scambiare due parole con persone a migliaia di chilometri di distanza, senza – si spera – ignorare le persone di fianco.