Le delegazioni di Stati Uniti e Unione Europea hanno fissato la data limite di marzo 2000 per raggiungere un accordo sulle direttive in tema di privacy. I negoziati si protraggono ormai da 20 mesi senza risultato. Tale limite si è reso necessario per le pressioni sempre più forti provenienti da ampi settori imprenditoriali e dai timori di molte aziende che la delicata questione possa finire nelle mani del World Trade Organization. Le due delegazioni stanno rifinendo i dettagli di una serie di linee-guida finalizzate alla cosiddetta autoregolamentazione. Secondo quanto riferito un portavoce della Commissione europea, in tal modo si prevede di semplificare il processo di adottamento della direttiva da parte delle aziende, rafforzando al contempo la tutela dei dati personali.
Punto controverso rimane tuttavia ancora quello legato all’autoregolamentazione. Quest’ultimo è preferito come “soluzione più soddisfacente” dai rappresentanti statunitensi. Mentre come è noto i delegati europei spingono per l’emanazione di norme specifiche da far rispettare. A sostegno della prima tesi, il consigliere del sottosegretario USA per il commercio elettronico ha messo in luce i risultati di un recente sondaggio diffuso da Jupiter Communications. Tra questi, appena il 20 per cento dei 125 maggiori siti europei diffonde la policy sulla privacy all’interno del proprio sito. Al contrario, negli Stati Uniti tale percentuale tocca punte del 70 per cento.