Dopo che i nove stati americani che non hanno accettato di sottoscrivere l’accordo amichevole con Microsoft hanno chiesto sanzioni più severe, scende in campo il Senato.
Alcuni senatori, infatti, si sono mostrati scettici sull’accordo amichevole concluso tra Microsoft e il governo americano, definendone i termini vaghi e che lasciano la porta aperta ad ulteriori abusi dell’azienda.
“Trovo che molti dei termini dell’accordo, portino confusione per le loro caratteristiche vaghe – spiega il senatore Patrick Leahy, presidente della commissione giustizia del Senato americano che ha organizzato audizioni sull’accordo amichevole – possano essere soggetti a manipolazione o entrambi”.
“le domande serie che sono state sollevate a proposito della portata, dell’esecuzione e dell’efficacia dell’accordo proposto – continua il senatore – mi fanno credere che, se approvato nella sua forma attuale, non sia che l’invito per nuove liti”.
Molti, tra i quali Charles James, capo della divisione antitrust del dipartimento di giustizia, sono stati chiamati a testimoniare sull’accordo amichevole, concluso con il dipartimento e nove stati del paese.
Il giudice, che ancora non ha approvato l’accordo, potrebbe ispirarsi per la sua decisione alle osservazioni dei senatori, anche se questi ultimi non hanno alcun potere in materia.
Il senatore Leahy si è anche augurato che il giudice esamini seriamente le richieste di sanzioni avanzate dai nove stati ancora in causa contro Microsoft, prima di pronunciarsi sull’accordo amichevole.