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Abrogazioni a sorpresa

23 Febbraio 2016

Abrogazioni a sorpresa

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Norme importanti per l'Italia digitale a rischio di cancellazione istantanea dopo avere richiesto anni di discussione. Oggi.

Nelle scorse settimane il Governo ha presentato una serie di interventi legislativi per riformare la pubblica amministrazione. Tra questi ci sono il discusso FOIA italiano, definito quasi unanimemente come insufficiente e poco coraggioso e uno schema di modifiche da apportare al Codice dell’amministrazione digitale (CAD), testo normativo che ha da poco compiuto i dieci anni e però è già stato oggetto di moltissime modifiche abbastanza sostanziali.

È indubbio che, trattandosi di un testo strettamente legato al digitale, il CAD sia soggetto più di altri ai cambiamenti storici dovuti alla frenetica evoluzione tecnologica. Ma è anche vero che è rimasto in buona parte sulla carta, anche nelle sue norme più utili e lungimiranti, non poche.

Tra queste mi sento di annoverare l’articolo 68 di cui abbiamo parlato in varie occasioni su queste pagine (ad esempio Il software libero ha la priorità. Per legge) e era diventata a pieno titolo la norma cardine delle tecnologie open per il settore pubblico italiano.

Ecco, proprio questa norma esce maltrattata da quest’ultima riforma, dato che ne risulterebbero abrogati i commi 2, 2-bis e 4. Leggiamoli per capire la loro importanza:

2. Le pubbliche amministrazioni nella predisposizione o nell’acquisizione dei programmi informatici, adottano soluzioni informatiche, quando possibile modulari, basate sui sistemi funzionali resi noti ai sensi dell’articolo 70, che assicurino l’interoperabilità e la cooperazione applicativa e consentano la rappresentazione dei dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto, salvo che ricorrano motivate ed eccezionali esigenze.

2-bis. Le amministrazioni pubbliche comunicano tempestivamente al DigitPA l’adozione delle applicazioni informatiche e delle pratiche tecnologiche, e organizzative, adottate, fornendo ogni utile informazione ai fini della piena conoscibilità delle soluzioni adottate e dei risultati ottenuti, anche per favorire il riuso e la più ampia diffusione delle migliori pratiche.

4. DigitPA istruisce ed aggiorna, con periodicità almeno annuale, un repertorio dei formati aperti utilizzabili nelle pubbliche amministrazioni e delle modalità di trasferimento dei formati.

Si tratta di commi il cui inserimento è stato frutto di lungo dibattito durato anni e di intensa attività di divulgazione. Spazzarli via così sarebbe davvero un peccato. Tra l’altro non se ne capisce davvero la necessità.

In realtà i giochi non sono ancora del tutto chiusi e forse c’è ancora un barlume di speranza. Lo schema di riforma è stato trasmesso per il parere al Parlamento e al Consiglio di Stato. A quanto pare, quest’oggi alle ore 15 dovrebbe tenersi un incontro-audizione sul CAD organizzato dall’intergruppo parlamentare innovazione, a cui parteciperanno anche esponenti sempre molto attenti ai temi dell’openness. Tra queste persone ci sono Flavia Marzano e Nello Iacono dell’Associazione Stati Generali dell’Innovazione, ente che fin dall’inizio si è preso a cuore la faccenda, segnalandone la delicatezza e invitando alla mobilitazione.

Confidiamo che qualcuno venga illuminato dal buon senso.

Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution – Share Alike 4.0.

L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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