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A rischio i network sociali online?

19 Dicembre 2003

A rischio i network sociali online?

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Problemi di brevetti alla base del possibile terremoto per un settore giovane ma promettente

Si moltiplicano i network sociali specializzati, sulla spinta del fresco contante dei venture capitalist. Lo stesso dicasi per le annesse potenzialità (e rivalità) commerciali, grazie a una serie di problematiche relative ai brevetti sul vario software impiegato.

Come già segnalato, si tratta di siti che aiutano nella ricerca di nuove amicizie e amori, appartamenti e occupazioni, coprendo pressoché ogni ambito sociale e professionale. Sofisticata estensione di mailing list per ricerca impiego nel settore high-tech, quale la nota “craiglist” lanciata parecchi anni fa nell’area di San Francisco e, poco più a sud, a Silicon Valley.

Stessa zona che ha portato al rampante successo di siti quali Tribe, LinkedIn, Friendster a inizio estate, presto imitati da un nugolo di apposite start-up tra cui Tickle, Zero Degrees, Spoke, Ryze. Un business rampante che va però sollevando problemi tecnico-legali, i quali a loro volta potrebbero affossarne lo stimolante scenario in costruzione. Nello specifico, le nubi all’orizzonte riguardano i brevetti sul software impiegato dai vari siti in questione. Elemento cruciale del sistema sociale, poiché consente di creare e monitorare le reti personali con i propri contatti, per poi coinvolgere altre persone fino a quattro livelli lontani (amici degli amici degli amici degli amici).

Spoke, ad esempio, che ha come target i rivenditori, sostiene di avere in pendenza 15 richieste di brevetti per le proprie tecnologie web. I proprietari di Tribe e LinkedIn hanno sborsato 700.000 dollari a YouthStream Media Networks per il “six degrees patent,” considerato il brevetto-clou dei network sociali: copre una piattaforma software che consente agli utenti di creare rapidamente svariati livelli di relazioni online.

Sixdegrees.com nasce nel 1997, fondatori l’avvocato Andrew Weinreich e l’amico Adam Seifer, poi acquisito da YouthStream l’anno successivo per la bella cifra di 125 milioni di dollari. Il progetto riprende l’intuizione di uno psicologo di Harvard di oltre 35 anni fa: tutti gli abitanti della terra sarebbero connessi tra loro da non oltre sei livelli di separazione. L’omonimo brevetto copre non l’idea, ma il codice del software che opera in accordo con questa. Secondo Weinreich si trattava di un “concetto in anticipo sui tempi”, pur non potendo offrire allora un elemento vitale del ‘dating online’, le foto digitali dei possibili partner o amici. Ma in ogni caso il software ha incontrato rapida accoglienza in simili contesti.

Andrew Katz, legale specializzato in questioni di proprietà intellettuale su internet, lo ritiene il “brevetto-pioniere del settore” e l’industria bene farebbe a prenderlo “molto seriamente perché è nelle mani di gente che potrebbe farlo rispettare in maniera appropriata.” Attenzione però: “l’attitudine generale tra gli entrepreneur è che tutti credono di essere i primi e non esiste alcun passato in quel che stanno facendo” spiega Reid Hoffman, chief executive di LinkedIn. “Io e Mark (Mark Pincus, CEO di Tribe.net) abbiamo individuato la tecnologia six degrees come il precursore intellettuale del nostro stesso business”. I due, che possiedono anche il 2,5 per cento a testa di uno dei siti più popolari, Friendster.com, aggiungono di aver acquistato il brevetto come “misura difensiva”, diversi rivali sono rimasti sorpresi nell’apprendere dell’esistenza del brevetto. Senza infine dimenticare esistono in circolazione altri sistemi analoghi. Basti citare Tacit Knowledge Systems di Palo Alto, che ha ottenuto almeno nove brevetti relativi a tecnologie di “knowledge systems” in qualche modo concernenti il social networking, che vengono altresì distribuite, dietro licenze a pagamento, a utenti selezionati dell’intelligence statunitense.

Nel complesso si prevede dunque che queste diatribe su brevetti e simili provocheranno forti scossoni in un settore tanto giovane quanto assai promettente. Anche se non mancano certamente gli scettici. Tra questi primeggia Antony Brydon, presidente di Visible Path, azienda che realizza networking software specializzato ricorrendo, anziché a sistemi tipo six degrees, ad algoritmi in grado di seguire e valutare in continuazione la qualità delle relazioni in oggetto. “Quest’industria si appresta ad andare in un migliaio di direzioni diverse – prevede Brydon – credo che finiremo per scoprire come, molte delle cose che oggi sono tutelate, da qui a un anno diventeranno completamente irrilevanti.”

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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