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5 risposte su… Turismo 4.0 nella realtà

18 Marzo 2021

5 risposte su… Turismo 4.0 nella realtà

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Anche se non ci fosse in corso una pandemia, sarebbe necessario ripensare e riprogettare l'offerta e la sua comunicazione secondo come cambiano le abitudini dei clienti.

Di che cosa parliamo

  1. Come definire un’offerta turistica di uno hotel
  2. Come organizzare usabilità e architettura dell’informazione di un’offerta
  3. Quali soft skill servono nel mercato turistico
  4. Quanto è importante conoscere i trend turistici
  5. Come misurare e comprendere il purchase funnel

1. Come definire un’offerta turistica di uno hotel

In generale in questo settore con offerta turistica si intende l’insieme di servizi che un territorio mette a disposizione dei turisti per soddisfare il bisogno del soggiorno. L’offerta turistica include tipicamente: i trasporti, la ricettività, la ristorazione, i servizi complementari, l’assistenza… In questo contesto, in cui il punto di vista è quello dell’hôtellerie, con il termine offerta turistica si farà riferimento alle offerte promozionali che le strutture creano per vendere determinati periodi.

Un'immagine promozionale degli anni settanta

Un’immagine promozionale degli anni Settanta.

Contrariamente a quanto molti pensano, offerta non significa svendita, anzi rispetto ai benefit messi assieme, ai servizi inclusi, al trattamento, alla validità, ai caratteri di esclusività il prezzo deve passare in secondo piano.

Quando si parla di offerte non si intende nemmeno una percentuale di sconto sul listino, una riduzione in base al numero dei bambini o dei servizi extra gratuiti. Anche se è innegabile che le persone cercano sempre di ottenere di più al minor prezzo, ecco perché, di fatto, quando accedono alla pagina di un’offerta si aspetteranno uno sconto. Al contrario, quello che dovrebbero trovare è l’allestimento di veri e propri pacchetti esperienziali, ben studiati e ben progettati. Questi dovrebbero comprendere la proposta di un trattamento, dei servizi, una camera, dei benefit esclusivi e in generale delle condizioni molto favorevoli, valide solo se prenotate entro una certa data di scadenza. Il prezzo cumulativo di tutto il pacchetto dovrebbe avere uno sconto sul totale, rispetto alla somma dei singoli servizi acquistati separatamente, in modo da incentivare l’acquisto.

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Il pacchetto va raccontato con adeguate tecniche di copy e storytelling che portino il potenziale cliente a percepire il grande valore messo a disposizione dall’hotel rispetto al prezzo vantaggioso a cui gli viene offerto.

Alcuni hotel hanno sicuramente a disposizione più possibilità per la creazione di pacchetti speciali; per esempio, con una SPA all’interno della struttura è più facile abbinare un servizio benessere al pernottamento. Questo non vuol dire che le strutture con meno servizi non possono realizzare pacchetti che comprendono esperienze allettanti.

Si possono sfruttare eventi, biglietti per parchi o attrazioni, abbonamenti skipass, includere un servizio erogato da terze parti, come un’esperienza legata alla scoperta e all’esplorazione del territorio, o ancora il lettino e l’ombrellone del bagnino convenzionato.

L’offerta sarà accompagnata da un prezzo a persona, per notte o per l’intera durata del soggiorno, ma la richiesta andrà comunque fatta alla struttura. Per questo è importante pensare e strutturare le offerte in modo da poter essere “upgradate” in un secondo momento. Quando il turista opziona l’offerta e ne richiede la disponibilità nella formula base proposta di default, grazie al CRM si potranno proporre una o più alternative di up-selling ed eventuali servizi in cross-selling.

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2. Come organizzare usabilità e architettura dell’informazione di un’offerta

Si è visto nel corso di tutto il capitolo quanto sia importante costruire una brand experience dislocata su touchpoint strategici, attorno alle esigenze del proprio segmento di clientela. Nel sito internet deve avvenire la stessa identica cosa.

Una volta che una persona atterra sul sito ufficiale dell’hotel dovrà vivere un’esperienza piacevole e priva di frizioni. Se Booking.com garantisce un’esperienza di prenotazione migliore rispetto a quella offerta dal sito web, a parità di condizioni, le persone prenoteranno su Booking.com.

Il sito non solo deve essere in linea con i valori, tangibili e intangibili promessi dal brand, ma deve offrire un’esperienza di utilizzo piacevole e personalizzata. Il turista 4.0, una volta che ha acconsentito a scaricare il cookie sul proprio PC, si aspetta di essere riconosciuto quando tornerà sul sito. Se interrompe una sessione di prenotazione, si aspetta che potrà riprenderla in un secondo momento. Se ha dimostrato interesse verso un certo tipo di offerte, si aspetta di trovare sempre in primo piano quella categoria di contenuti quando entra.

Si è parlato tanto di quanto sia importante offrire esperienze personalizzate, anche in questo settore: il sito web della struttura è esattamente il posto dove questo proposito deve concretizzarsi in realtà. L’utente che sia già passato dal sito deve essere riconosciuto tramite cookie al momento di una nuova visita e in qualsiasi pagina si trovi dovrà ritrovare un box con l’offerta che lo aveva incuriosito. L’utente venuto da Facebook o newsletter deve ritrovarla in primo piano nel momento in cui torna. Certo deve essere inseguito tramite advertising, ma anche qualora torni da solo, per un altro micromomento, deve riprendere l’esperienza dove l’aveva interrotta.

Un elemento del sito personalizzato per l’utente che ha già visto quell’offerta

Un elemento del sito personalizzato per l’utente che ha già visto quell’offerta.

Non solo; anche il menu e altre parti del sito devono modificarsi in base alle sue preferenze e valorizzare i punti di forza della struttura in questione: vicinanza alla spiaggia ventosa e attrezzata per il surf, possibilità di noleggiare attrezzature e insegnante, offerte a tema ancora attive sul sito, camere disponibili e vantaggi se si prenota direttamente dal sito.

Comunicazioni di questo tipo non solo sono tecnologicamente possibili, ma sono necessarie.

L’architettura di un sito tagliato sulle esigenze della persona che lo sta utilizzando deve avere un approccio dinamico, simile agli scaffali dell’Ikea. Nei lunghi corridoi dell’Ikea è possibile trovare lo stesso tavolino esposto in più settori anche in contesti differenti. In salotto come poggiatelecomando o in camera da letto come comodino, per esempio. Che le persone lo notino in un contesto piuttosto che nell’altro, la sua posizione è sempre quella del magazzino scaffale 4 posizione 15 (per esempio). Allo stesso modo alcuni elementi del sito devono essere intercambiabili e interconnessi, comparire in certi momenti della navigazione in seguito a determinate azioni. Se l’utente che si è dimostrato interessato all’offerta Settembre ventoso entra nella sezione Offerte, in alto ritroverà proprio quell’offerta, con un layout preminente rispetto alle altre. Quando l’utente starà per uscire, un div a comparsa gli ricorderà che l’offerta resta attiva ancora 5 giorni.

L’offerta avrà sempre lo stesso indirizzo web e sarà sempre al suo posto, ma verrà richiamata dal sito in contesti, momenti diversi e a seconda di chi sta navigando il sito.

Se l’utente in questione decidesse di mandare una richiesta di preventivo attraverso la form dei contatti, darebbe altre informazioni che andrebbero utilizzate, sia nella risposta al preventivo sia, qualora non prenotasse subito, sul sito internet per personalizzare ulteriormente la sua esperienza di navigazione.

Per esempio, l’utente tramite form comunicherà anche: il tipo di trattamento, il numero di adulti, eventuali figli, l’età di questi. Tutte informazioni che possono essere utilizzate in modo automatico dal sito per creare l’esperienza ottimale nel momento in cui lui, con il suo device con il cookie identificativo installato, decide di tornare sul sito.

Un’interazione all’interno del sito interagisce in modo personalizzato con un utente già noto e presente nel database

Un’interazione all’interno del sito interagisce in modo personalizzato con un utente già noto e presente nel database.

A queste informazioni se ne possono aggiungere delle altre, relative agli interessi e fornite da Google Analytics, per un grado di personalizzazione ancora maggiore.

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3. Quali soft skill servono nel mercato turistico

Secondo il World Economic Forum, il mondo del lavoro avrà un crescente bisogno di competenze trasversali e delle cosiddette soft skill, ovvero tutti quegli aspetti personali dell’individuo come il carattere, l’indole e le attitudini che possono influire in modo positivo nel lavoro: pensiero critico, capacità di apprendimento, flessibilità, creatività, problem solving. Saranno le skill più importanti per il mondo del lavoro dei prossimi anni.

Le “Top 15 skills for 2025” secondo il World Economic Forum.

Per quanto riguarda il settore turismo, sono particolarmente importanti capacità comunicative sia in forma scritta sia orale, sia di persona sia al telefono.

La comunicazione si differenzia dalla semplice informazione ed è importante ottenere dei feedback da parte del cliente che quello che si voleva comunicare sia stato correttamente recepito, come lo si era pensato.

Comunicare non significa parlare davanti a un ascoltatore, la comunicazione va oltre le parole, ovvero oltre il linguaggio verbale. Esiste anche il linguaggio paraverbale, cioè la modalità con cui viene usata la voce per dare risalto a un concetto rispetto a un altro attraverso tono, ritmo, volume, timbro e dizione. Ed esiste infine il linguaggio gestuale, costituito da distanza, postura, movimenti, sguardo e le espressioni del volto.

L’ideale per i ruoli di front office è poter contare su persone con un atteggiamento socievole ed empatico nell’anticipare le necessità del cliente, e che sappiano gestire le richieste del turista in maniera efficace, diplomatica e discreta.

Per quanto riguarda il rapporto con i colleghi, chi lavora al front office dovrebbe essere predisposto al lavoro in team, avere propensione all’organizzazione, sia per gestire il tempo proprio sia quello dei colleghi, in riferimento alla grande mole di attività di cui questo reparto si fa carico.

Anche la capacità di risoluzione dei problemi è un aspetto rilevante: creatività, tempi adeguati e precisione non dovrebbero mancare quando emerge un imprevisto nella gestione del rapporto con i clienti.

In tutti i contesti esperienziali che stanno emergendo e sono emersi nel turismo, in gran parte analizzati nei primi capitoli, il viaggio rappresenta sempre più curiosità, scoperta, luoghi e persone nuovi e cambiamenti. Le strutture e le persone che ci lavorano devono farsi portatori di atteggiamenti simili: apertura al cambiamento, alle novità, flessibilità e avere soluzioni proattive sempre a portata di mano.

Il mercato del lavoro oggi richiede non soltanto le competenze per utilizzare gli strumenti tecnologici che lo sviluppo scientifico ha messo a disposizione, ma anche persone con competenze relazionali e creative, in grado di produrre soluzioni originali a problematiche inedite e imprevedibili. Questo vale anche e soprattutto nel settore turistico. La creatività, per esempio, è passata dall’essere la decima skill più richiesta del 2015 fino al terzo posto fra le competenze maggiormente richieste nel 2020 e secondo il WEF sarà ancora al quinto posto fra 5 anni.

“Perceived skills groups with growing demand by 2025” secondo il World Economic Forum.

La buona notizia è che la creatività, così come le altre soft skill, non è innata e non è una qualità riservata ai soli artisti: la creatività si può allenare.

Per capire i vantaggi di una gestione del tempo e dei problemi basata sulla creatività prendo a prestito alcune frasi da un libro che consiglio di leggere, si tratta di Il coraggio di osare. Leadership e cambiamento creativo di Luciano Boccucci (esperto di creatività e membro del Creative Problem Solving Institute). Boccucci sostiene che

le persone creative sono flessibili, adattive, coraggiose e fiduciose nel momento in cui sono chiamate ad assumersi dei rischi per affrontare il cambiamento, l’incertezza e l’ambiguità.

E ancora:

Le persone usano l’immaginazione per generare nuove soluzioni a problemi che non hanno risposte facili e sono abili a scorgere le opportunità. Hanno l’intelligenza di capire che non possiedono una risposta per tutto.

Tutti hanno un potenziale creativo e per farlo emergere, per esempio in ambito lavorativo, bisogna predisporre ambienti stimolanti, impostare relazioni basate sull’apertura, sull’incoraggiamento e sulla fiducia.

Boccucci nel suo libro spiega che i professionisti devono trovare in se stessi il coraggio di osare e che questo processo di cambiamento richiede doti non banali: coraggio di navigare nella complessità, di assumersi dei rischi (anche quello di sbagliare), di sfidare situazioni consolidate e di misurarsi con il proprio senso di inadeguatezza.

Nel settore dell’ospitalità non c’è magazzino, una camera non venduta non può essere messa da parte e venduta domani, neppure a prezzo di saldo o sottocosto: una camera invenduta resta tale. Ecco perché, soprattutto nel turismo, le capacità personali di chi deve vendere quella camera, prima che le scada fra le mani, contano. Il personale che si occupa di questo deve avere a disposizione quante più armi possibile. Certo poter contare sulla tecnologia, sui dati e sugli automatismi, a cui delegare compiti ripetitivi e sui quali basare le proprie scelte, è importante; in questo modo le persone potranno mettere a frutto le proprie soft skill e le proprie competenze trasversali, qualcosa su cui ancora la tecnologia non può sostituire le persone.

Dal punto di vista delle competenze, il Turismo 4.0 non significa sopperire al lavoro dell’uomo con l’utilizzo di tecnologie innovative, anzi forse è più vero il contrario. La digitalizzazione della società ha portato a due differenti sfaccettature che coinvolgono questo settore: da un lato le aspettative da parte dei turisti di un’offerta sempre più personalizzata (perché è così che funziona il mondo dei servizi oggi), dall’altro una mole di dati che vanno archiviati, letti, interpretati e sulla base dei quali vanno prese decisioni. Questo comporta che il ruolo del personale umano sia ancora più centrale e strategico.

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4. Quanto è importante conoscere i trend turistici

Oltre all’enorme mole di dati che ogni struttura turistica genera, sia a proposito dei prospect sia soprattutto a proposito dei propri clienti, le strutture hanno bisogno di poter contare su informazioni in tempo reale anche sui flussi turistici. Ancora una volta sarebbe auspicabile poter fare affidamento su una sinergia fra amministrazioni del territorio e imprenditoria dell’ospitalità.

Infatti, secondo la ricerca Guide to travel recovery effettuata da Travelport, oltre il 70% degli imprenditori e marketer dell’ospitalità sarebbe disposto a pagare di proprio conto pur di accedere a rapporti esterni aggiuntivi rispetto ai dati prodotti in casa.

Avere accesso a dati globali attendibili è fondamentale: si è visto come le OTA (Online Travel Agency) utilizzino questo genere di strumenti per poter offrire un servizio personalizzato, e quasi predittivo, sui bisogni dei propri utenti. Questa resta una strada da imitare, per quanto possibile e con tutti i limiti e le proporzioni del caso.

Anche alcune grosse catene si stanno muovendo in questa direzione. La catena Hilton e la multinazionale del turismo Amadeus IT Group SA hanno annunciato nell’ottobre 2020 una partnership finalizzata alla fornitura di dati turistici per la business intelligence. Grazie a questi dati, la catena alberghiera potrà migliorare i propri processi decisionali, ottimizzare gli investimenti di marketing e aumentare i ricavi.

Altre corporation si stanno muovendo per poter offrire ai propri clienti soluzioni di questo tipo, per esempio eDreams ha lanciato una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale per analizzare trend di viaggio, abitudini dei turisti e per cercare di individuare in anticipo la domanda. La soluzione di eDreams fornisce tutti gli strumenti necessari agli enti del turismo e ai decision maker del settore per prendere decisioni e creare strategie efficaci, attraverso un algoritmo che si basa sull’osservazione di oltre 21 miliardi di ricerche annuali relative ai viaggi.

Per quanto riguarda l’Italia, da gennaio 2021 è online Google Hotel Insights e proprio l’Italia è il primo Paese al mondo scelto per il lancio locale di questo tool.

Si tratta di una piattaforma dedicata agli operatori del settore turistico, attraverso la quale Google rende disponibili dati relativi alla posizione e alle ricerche di utenti potenzialmente interessati alla destinazione e alla struttura. Lo strumento è stato pensato per aiutare il settore alberghiero a rendere più mirate le iniziative di marketing e più efficace la comunicazione.

Oltre a queste preziose informazioni esiste un programma di formazione dedicato ai professionisti dell’ospitalità con l’obiettivo di aiutare ad accrescere le proprie competenze digitali.

Google Hotel Insights va ad affiancarsi a un altro strumento sicuramente più noto e già utilizzato da molti, ma allo stesso tempo più approssimativo (non è verticale sul turismo): si tratta di Google Trends. Qui è possibile immettere dei termini di ricerca e vedere quanto vengono cercati su Google in un lasso di tempo definito. Per esempio, è possibile vedere, per la propria località, quali sono le tendenze in atto per quanto riguarda la ricerca dei trattamenti. Nella stagione 2020 c’è stato un netto aumento per le ricerche relative al trattamento “B&B”, rispetto ai 5 anni precedenti, dovuto evidentemente alle circostanze legate alla pandemia.

Un esempio di come Google Trends può fornire una panoramica sul mutamento di alcuni scenari

Un esempio di come Google Trends può fornire una panoramica sul mutamento di alcuni scenari (in questo caso un confronto fra i trattamenti più richiesti).

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5. Come misurare e comprendere il purchase funnel

È importante che tutto quello che avviene lungo i touchpoint disseminati nel funnel di acquisto venga misurato: quanti entrano nel funnel e quanti arrivano alla fine?

Costo di Acquisizione dei Clienti (CAC)

Avere il controllo del purchase funnel significa avere più consapevolezza di quanto costa alla struttura acquisire dei lead, dei prospect e dei clienti. Per trasformare i prospect in clienti o per convincere un cliente a ripetere la sua esperienza di soggiorno occorre fare degli investimenti di marketing e il costo imputabile a questo investimento è definito CAC (Costo di Acquisizione dei Clienti).

Più la strategia di marketing è ben strutturata, con una seria programmazione anticipata, anno dopo anno con l’aiuto della stessa agenzia, meglio saranno identificabili e ottimizzabili nel tempo i costi di acquisizione dei clienti.

Ogni strategia ha bisogno di tempo, per poter accumulare informazioni e dati sufficienti così da poter fare delle considerazioni attendibili e veritiere.

Customer retention e LTV

Il CRM, il marketing e le automazioni sono le armi giuste per portare i turisti a soggiornare di nuovo nella stessa struttura. Vendere a una persona che è già stata cliente è statisticamente più semplice che trovare clienti sempre nuovi.

Una strategia di acquisizione clienti che si pone l’obiettivo di ottimizzare il CAC deve necessariamente tenere sotto controllo la percentuale dei clienti che decidono di tornare in struttura. Ovvero a quanto ammonta la retention della struttura.

Conoscere la retention del proprio database clienti è il modo migliore per giudicare l’elenco degli iscritti, più del numero totale (praticamente una vanity metric). Oltre a questo, conoscere il LTV (Loan To Value) medio della propria struttura significa sapere quanto si può arrivare a investire per ottenere un cliente (CAC), con la consapevolezza che nel corso degli anni sarà ospite ancora, fino a ripagare l’investimento e a generare profitto.

Customer satisfaction

Se il racconto del valore, agli occhi del cliente, non trova riscontro in un prezzo che questi giudica adeguato, si attiveranno delle discordanze che potrebbero metterlo in preallarme.

Uno dei campanelli d’allarme di una dissonanza fra servizio elargito al turista e costo è la customer satisfaction, che può essere monitorata sia attraverso questionari di soddisfazione durante il soggiorno, sia con survey postsoggiorno, sia facendo social listening sulle piattaforme in cui gli utenti caricano le proprie recensioni.

Le medie delle recensioni su Booking.com, Tripadvisor e Google My Business, assieme ai questionari che è possibile inviare ai clienti tramite l’hotspot Wi-Fi e tramite il CRM, sono delle metriche fondamentali da tenere sotto controllo.

Tassi di conversione sul sito

Il sito internet in questo momento rappresenta la fine del funnel, il momento Act, di tutte quelle strutture che vogliono tenere in pugno i canali di marketing dai quali arrivano le prenotazioni, cercando di emanciparsi il più possibile dagli intermediari.

Come scritto in precedenza, tutto quello che avviene sul sito deve essere misurato attraverso una configurazione avanzata di Google Analytics, attraverso gli eventi (l’invio di una richiesta, il clic sul booking, l’iscrizione alla newsletter, la telefonata…). Devono essere impostati gli eventi, in modo che ogni azione rilevante per il business, da parte degli utenti, sia registrata, e pure gli obiettivi, in modo da attribuire a essi un valore anche economico.

È attraverso Google Analytics che vengono raccolti tutti i dati che poi saranno interpretati dagli specialist per migliorare i tassi di conversione.

Nella sezione Pubblico è possibile conoscere gli utenti che visitano il sito: la località in cui risiedono, la frequenza e la durata delle visite sul sito e i dispositivi più utilizzati. I rapporti Pubblico danno un’idea di chi sono le persone che interagiscono con i contenuti pubblicati sul sito. Attraverso configurazioni avanzate di Analytics e CMS (il software per gestire il sito), nel momento in cui un lead o un prospect torna sul sito è possibile riconoscerlo e personalizzare la sua esperienza di navigazione con i dati contenuti nel database del CMS e con i dati qualitativi in possesso di Analytics.

Nella sezione dei rapporti chiamata Acquisizione vengono registrate tutte le fonti di provenienza delle persone che accedono al sito. Per esempio, quanti utenti arrivano al sito dopo aver fatto una ricerca su Google, oppure tramite un social network o dopo aver fatto clic sulla call to action presente su una DEM inviata al database degli iscritti.

I rapporti Comportamento aiutano a scoprire come gli utenti interagiscono con il sito e i suoi contenuti, per esempio le offerte più viste e quali sono le pagine di ingresso e quali quelle di uscita.

Infine nella sezione Conversioni è possibile analizzare l’efficacia degli investimenti marketing, dando un valore numerico a ogni singolo obiettivo. Anche determinati eventi, come la compilazione della form o la prenotazione tramite booking engine, possono essere impostati come obiettivi, consentendo di gestire il sito della struttura come se fosse un e-commerce.

Tutte queste informazioni sono fondamentali per comprendere se gli utenti che arrivano al sito, tramite le varie campagne, sono in linea con il target che ci si era prefissati di raggiungere. Monitorare il tasso di conversione di ogni campagna, ovvero il rapporto fra quante persone arrivano sulla pagina dell’offerta attraverso le campagne pubblicitarie/di comunicazione e quante decidono di inviare una richiesta di prenotazione, è il presupposto fondamentale per fare attività di conversion rate optimization. Come logica conseguenza, migliorare il CR (Conversion Rate) significa anche abbassare il CAC, è perciò fondamentale avere pieno controllo su quanto avviene sul sito.

Tracciare le telefonate con Google My Business

A proposito degli eventi che vanno tracciati sul sito e impostati come obiettivi su Analytics, un evento senza dubbio importante è il clic sul numero di telefono che, tramite mobile, attiva una telefonata.

Tracciare i clic sul telefono è fondamentale, forse meno dell’invio del preventivo o del clic sul booking engine, ma ha una grande rilevanza.

Da qualche anno, tuttavia, le persone che preferiscono il contatto telefonico possono avviare la telefonata senza nemmeno aprire il sito, direttamente cercando la struttura su Google e facendo clic su Telefona nel Google Local Panel gestibile tramite Google My Business. Oggi le persone sono abituate a utilizzare Google (anche) come una rubrica telefonica e quasi nessuno si salva il numero di un’attività commerciale in rubrica, quando sa benissimo che può trovarlo in qualsiasi momento facendo una ricerca vocale.

Questo, oltre a essere un ulteriore motivo per cui è obbligatorio essere posizionati con tutte le ricerche che comprendono il nome della propria struttura (tanto che spesso vale la pena attivare delle campagne advertising su Google Ads a protezione del brand), riporta anche l’attenzione su My Business.

La sezione Statistiche e Insight di Google My Business è una collezione di dati e relative informazioni su cui fare affidamento. Se non lo fa l’agenzia di marketing che segue la struttura, vale la pena identificare qualcuno fra staff e consulenti che possa guardarci. Google My Business rimane un tool da presidiare con costanza, seppure le strutture turistiche vengano trattate da Google in modo un po’ differente rispetto alle altre attività, per esempio non si possono caricare offerte (invece le altre attività commerciali possono farlo, per cercare di guidare le persone al negozio).

Il tasso di conversione, che siano telefonate o richieste, è solo un primo aspetto, perché una persona che atterra sulla pagina dell’offerta e decide di richiedere un preventivo è un prospect che ha generato un lead, ma non è ancora un cliente.

Per avere la reale conoscenza del costo di acquisizione del cliente occorre sapere quante richieste di preventivo si trasformano in prenotazione.

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Questo articolo richiama contenuti da Turismo 4.0.

Immagine di apertura di Thomas Kelley su Unsplash.

L'autore

  • Francesco Piersimoni
    Francesco Piersimoni è un imprenditore riminese ed esperto di digital marketing. È fondatore e socio titolare di Adrias Online, agenzia di marketing e comunicazione verticale nel settore del turismo, fra le principali in Italia. Da anni porta il suo contributo come ospite e speaker a convegni e conferenze di settore.

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