Puoi vedere Mattia Lorenzetti e Guido Prosperi nella registrazione della diretta Facebook Food Photography: consigli per iniziare del 29 aprile 2021.
Di che cosa parliamo
- Come funziona la messa a fuoco
- Che trucchi naturali si usano per fare belle foto e non sprecare il cibo
- Che cosa sapere per fotografare cibo con lo smartphone
- Come usare la profondità di campo
- Come allestire un set attorno a una ricetta: i sette pepi e la via della seta
1. Come funziona la messa a fuoco
Senza entrare troppo nel dettaglio, i nostri occhi e il nostro cervello sono in grado di mettere a fuoco continuamente, adattandosi alla distanza, al cambio di luce e in base a dove punta lo sguardo. Non dobbiamo lasciarci ingannare e pensare che la fotocamera funzioni allo stesso modo.
Pensare che l’obiettivo si comporti come l’occhio umano è un errore, perché l’obiettivo mette a fuoco solo una parte della scena che fotograferemo. Fissiamo fin da subito due concetti: piano di messa a fuoco e profondità di campo.
Il piano di messa a fuoco contiene tutti i punti messi a fuoco e che hanno la medesima distanza tra il soggetto e il sensore della fotocamera. Se è vero che c’è il piano di fuoco, è anche vero che a volte sono a fuoco soggetti della composizione disposti su piani diversi rispetto al piano di fuoco. Qui entra in gioco un altro concetto, quello della profondità di campo.
È importante conoscere come funziona la messa a fuoco della fotocamera e come utilizzarla a nostro vantaggio. Nel mettere a fuoco una parte rispetto a un’altra si invita l’osservatore a volgere lo sguardo su ciò che si è deciso debba essere visto e posto al centro del racconto.
Nella messa a fuoco automatica, sarà la fotocamera a scegliere il punto di messa a fuoco. È comodo affidarvicisi, ma in realtà potrebbe rivelarsi un boomerang, perché non è detto che la fotocamera scelga di mettere a fuoco quello che noi desideriamo.
Ci accorgeremo che la messa a fuoco manuale è certamente la scelta più corretta nei casi in cui la luce è scarsa, perché l’autofocus fatica ad agganciare il corretto punto di messa a fuoco, e anche nei casi in cui nella composizione la luce viene riflessa dai props in vetro oppure nella macrofotografia, che richiede una messa a fuoco impeccabile.
La messa a fuoco manuale è l’unica strada percorribile in certi casi, per poter realmente mettere al centro il punto di interesse, il punto preciso che avete deciso debba essere notato. Le prossime tre foto mostrano lo stesso soggetto con tre differenti piani focali.
2. Che trucchi naturali si usano per fare belle foto e non sprecare il cibo
I trucchi naturali ci permetteranno di mangiare comunque il cibo utilizzato nelle foto.
- Il primo trucco, quello che utilizziamo sempre, è allestire il set in anticipo, facendo già prove di scatto con dei piatti vuoti; in questo modo, quando il cibo sarà pronto da fotografare, accorceremo nettamente i tempi di scatto e la pietanza sembrerà quasi perfetta, non si asciugherà, non cambierà colore o consistenza e non inizierà a sembrare poco appetitosa.
- Quando si fotografano la frutta e la verdura, il segreto è acquistare freschissimo e conservare in frigorifero il minor tempo possibile, nonché avere un nebulizzatore sempre a portata di mano per donare un effetto di freschezza con alcune goccioline sulla superficie. Se, invece, avete bisogno di più tempo e avete bisogno che le gocce rimangano ferme a lungo su una mela o una melanzana, potete utilizzare della glicerina alimentare (si può acquistare facilmente in ingrossi alimentari o sul web).
- Potrà capitare di dover tagliare della frutta e della verdura, ma sappiamo benissimo che la maggior parte di questi alimenti, una volta tagliata, tende in brevissimo tempo a ossidarsi. Il metodo naturale per evitare l’ossidazione è spennellare le parti tagliate con succo di limone, arancia o lime perché la vitamina C presente all’interno del succo contrasterà questo processo. È la vitamina C a rallentare questo processo e non l’acidità, quindi non utilizziamo l’aceto perché non ci darà alcun beneficio..
- Se il soggetto della nostra foto è un roast-beef o un pollo arrosto, la superficie dev’essere ben lucida, in modo che sembri appena sfornato. Può capitare che, mentre si sta raffreddando, la carne assorba il grasso e la superficie diventi opaca e asciutta. Per farla tornare lucida, basterà prendere un pennello con setole sottili e spennellare la superficie con olio: la carne sembrerà rinascere.
- Un altro consiglio per la carne, nello specifico per una succulenta bistecca, è di scottarla su una bistecchiera rigata e poi accentuare le righe con uno spiedo di acciaio inox arroventato. In questo modo, la carne risulterà perfettamente al sangue, ma le righe della cottura risulteranno ben evidenziate e croccanti, proprio come se fosse stata cotta sulla graticola di un barbecue.
- Anche quando si fotografa il pesce, sia crudo che cotto, è necessario agire nel minor tempo possibile. Altrimenti, è necessario spennellarlo con glicerina alimentare, in modo che rimanga comunque commestibile.
- Se vogliamo rendere più brillante o dare un riflesso particolare a un dolce o a una pietanza per uno shooting natalizio o dal tocco glamour, possiamo spruzzare polvere glitterata spray.
- Spesso si ha necessità di rendere le erbe aromatiche, come il basilico, la menta, il prezzemolo o l’erba cipollina, ancora più lucide, in modo da dare brillantezza allo scatto. La soluzione è spruzzarle con del semplice staccante per tortiere che esalterà il colore e non altererà il sapore né la commestibilità.
- Come faranno i cubetti di ghiaccio in un cocktail, in una bibita gassata o in un semplice bicchiere d’acqua a venire sempre perfetti nelle foto? Naturalmente non si utilizza ghiaccio vero, ma cubetti di finto ghiaccio fatti in acrilico. Il ghiaccio rimarrà sempre intatto e noi potremo impiegare tutto il tempo che vogliamo per fotografare il nostro cocktail.
- Sempre nelle foto dei bicchieri, se vogliamo anche l’effetto condensa sulle pareti esterne, possiamo mettere il bicchiere vuoto in congelatore per un paio d’ore prima di utilizzarlo. L’effetto è garantito! Oppure possiamo spruzzare della glicerina, che darà l’effetto gocciolante al bicchiere.
- Stecchini e stecconi sono ottimi alleati per dare stabilità a torte e panini.
- I cotton fioc sono utili per pulire piccole scolature che compaiono se impieghiamo troppo tempo a fotografare una bistecca al sangue.
- Le pinzette servono per impiattare e aggiungere elementi decorativi, come germogli e fiori eduli, mentre le pinze più grandi sono utili per impiattare nidi di spaghetti, tagliatelle e bucatini.
- I contagocce sono utili per mettere piccole gocce d’olio su zuppe e minestre.
- I dosatori con beccuccio creano linee e giochi di colore su piatti moderni ad alto impatto visivo.
- Quando ci troverete a fotografare verdura o frutta fresca o secca, potrebbe capitarci di dover dare volume senza avere dovuto acquistare svariati chili di prodotto. Qui il trucco è semplicissimo: basterà accartocciare della carta forno e nasconderla bene sulla base della cassetta, del cestino o della casseruola.
- Una delle cose più complicate da fotografare, esclusivamente per il fattore tempo, è il gelato. È necessario giocare d’anticipo, creando il set e facendo prove di scatto solo con la coppetta o con il cono, senza il gelato posizionato. Quando è tutto pronto creiamo la coppa e scattiamo. Ma esiste un altro accorgimento, cioè mettere nella coppa il gelato sotto forma di palline perché possiamo prepararle con 24/48 ore di anticipo, posizionarle su carta forno e farle congelare bene fino al momento della foto, così avranno una tenuta maggiore prima di sciogliersi.
- A volte può capitare che un dolce o una torta rimangano in forno per due minuti in più diventando di un colore troppo intenso. La soluzione? Spolverarli con zucchero a velo o con cacao in polvere.
3. Che cosa sapere per fotografare cibo con lo smartphone
Se siamo alle prime esperienze, lo smartphone che abbiamo in tasca, soprattutto se di ultima generazione, è un ottimo alleato per muovere i primi passi nella Food Photography.
Scaricando alcune app (alcune gratuite, alcune a pagamento), come Halide, ProShot (Android e iOS/iPadOS) o Lightroom, il nostro smartphone diventerà una vera e propria macchina fotografica manuale, dove potremo controllare i tempi di apertura dell’otturatore, gli ISO, il bilanciamento del bianco e l’esposizione.
Questo significa che potremo scattare foto con molta più chiarezza di quanto potremmo fare dall’applicazione della fotocamera con i programmi predefiniti. Ricordiamoci di impostare il salvataggio dello scatto in DNG (Digital Negative), un formato di file RAW che ci permetterà di postprodurre in tranquillità la foto senza perdite di dettaglio.
La fotocamera dello smartphone offre diverse modalità di scatto e di formato, tra cui landscape, quadrato, 4:3 o 9:16. Può sembrare superfluo, ma è meglio impostare fin da subito il formato con il quale prevediamo di pubblicare la foto. Ci aiuterà a incorniciare meglio il soggetto ed evitare ritagli successivi.
Se invece, vogliamo una foto da utilizzare per una storia sui social, scattiamo direttamente in 9:16 con lo smartphone in verticale. Attiviamo sempre la griglia fotografica: soprattutto le prime volte, ci aiuterà a seguire meglio la regola dei terzi, come si vede nella prossima figura, e a ottenere flat lay perfetti e non obliqui.
Quando ci è possibile, cerchiamo di scattare con la luce naturale: se siamo in un ristorante, facciamoci dare un tavolo vicino a una finestra ed evitiamo di scattare alla luce diretta del sole perché potrebbe far sembrare il cibo bruciato e creare ombre non piacevoli da vedere.
L’ideale sarebbe avere una luce diffusa, magari quella che giunge da una finestra con una tenda bianca. Se non riusciamo ad avere tutte queste condizioni, utilizziamo la funzione HDR (High Dynamic Range) della fotocamera. L’HDR scatterà tre foto, unirà le parti migliori di ciascuna foto, esposte in maniera differente, in modo da regalare una foto quasi perfetta.
Per illuminare bene il piatto, se stiamo scattando vicino a una finestra, possiamo aiutarci con un foglio di carta o un tovagliolo bianco, che svolgeranno il compito dei diffusori e rifletteranno la luce in senso opposto. A questo punto regoliamo manualmente l’esposizione.
Mai utilizzare lo zoom per scattare una foto ravvicinata; piuttosto avviciniamoci, in modo che la foto non perda qualità e non risulti sgranata.
Se invece siamo al buio, non utilizziamo il flash, che altera i colori del piatto e della pietanza: la luce dura non dona mai un bell’effetto. Piuttosto, chiediamo a un amico di illuminare il piatto con la torcia del suo cellulare, tenendola abbastanza distante da rendere la luce un po’ più morbida e stando attenti a come la posizioniamo, per evitare che si creino ombre.
Cerchiamo di tenere sempre il telefono fermo, in modo che la foto non risulti mossa o sfocata. Appena abbiamo scattato la foto, controlliamola dalla Galleria, ingrandendola per capire se sia realmente a fuoco e se tutto sia andato per il verso giusto. Scattiamo sempre la foto al naturale, senza utilizzare filtri o preset, in modo da avere piena libertà in postproduzione con Lightroom, Snapseed o altre app di editing.
4. Come usare la profondità di campo
La profondità di campo è quella zona in cui lo scatto risulta essere nitido e sufficientemente a fuoco. Questo spazio non corrisponde al punto focale, ma lo include. La profondità di campo dipende da diversi fattori.
- Dal valore della f: quando il valore di f è più piccolo, la profondità di campo è minore: con questo tipo di apertura focale si può ottenere l’effetto bokeh, mentre con un valore di f maggiore si ottiene maggiore profondità.
- Dalla lunghezza focale dell’obiettivo: la profondità di campo è minore con obiettivi di lunga focale e maggiore con gli obiettivi di corta focale, ovviamente a parità di apertura del diaframma.
- Dalla distanza tra soggetto e fotocamera: maggiore è la distanza tra la fotocamera e il soggetto, maggiori saranno i dettagli della scena; minore è la distanza tra il soggetto e la fotocamera, minori sono i dettagli. Quindi si ha una minore profondità di campo quando la distanza tra soggetto e fotocamera è minore e viceversa.
Riassumendo, si ha una profondità di campo maggiore o minore in base, rispettivamente, alla focale più lunga o corta. Si può ottenere maggiore profondità di campo, quindi ottenere uno scatto nitido in tutte le sue parti, anche se gli oggetti si trovano su piani diversi dal piano e dal punto a di messa a fuoco se:
- il numero f è alto, diaframma più chiuso;
- è più corta la lunghezza focale;
- se il soggetto è più lontano.
Per capire la profondità di campo e perché varia, teniamo presente che l’obiettivo è in grado, a una data distanza, di mettere a fuoco perfettamente un solo piano del soggetto. Dal punto messo a fuoco, il resto dell’immagine risulterà sempre più sfocato man mano che ci si allontana da esso.
5. Come allestire un set attorno a una ricetta: i sette pepi e la via della seta
Per ideare il set di questo gustoso piatto, abbiamo ripercorso il viaggio che ha fatto il pepe per giungere fino a noi e i modi in cui è stato utilizzato, per invitare l’osservatore a gustarlo.
Siamo stati ispirati dall’immagine delle galee veneziane e delle carovane che percorrono la via della seta. Le tavole vogliono ricordare le stive delle navi che hanno solcato i mari, il piatto grigio e bianco il cielo di luce intensa o tinto di grigio carico di pioggia.
Lo spago che percorre sinuoso tutto il set, da sinistra a destra, passa di fianco alle ciotole dei pepi provenienti da diverse parti del mondo. Le ciotole rappresentano i mezzi di trasporto, mentre lo spago simboleggia le rotte via mare e le vie di terra che sono state solcate e percorse per arrivare dentro la pietanza, che ora è pronta per essere gustata.
Prendiamo la forchetta (anche le posate sono avvolte nello spago) e assaporiamo questa spezia che da lontano è giunta fino a noi!
La ricetta
Ingredienti per 4 persone:
- 400 g spaghetti (abbastanza spessi)
- 150 g pecorino romano grattugiato
- 60 g parmigiano grattugiato
- 1 cucchiaino di pepe nero in polvere
- 1/2 cucchiaino di pepe bianco in polvere
- 1/2 cucchiaino di pepe verde in polvere
- 1/2 cucchiaino di pepe rosa in polvere
- 1/2 cucchiaino di pepe nero Kambot (Cambogia) in polvere
- 1/2 cucchiaino di pepe rosso di Sichuan in polvere
- 1/2 cucchiaino di pepe verde di Sichuan in polvere
- 3 cucchiai di olio evo
- q.b. sale grosso
Portiamo a ebollizione una pentola con abbondante acqua leggermente salata.
In una ciotolina, mescoliamo il pecorino e il parmigiano grattugiato insieme a tutti i tipi di pepi.
Cuociamo gli spaghetti al dente. Scoliamoli e mettiamoli su una padella antiaderente con l’olio, poi aggiungiamo due piccoli mestoli di acqua di cottura e il mix di formaggio e pepe. Mescoliamo velocemente e con cura fino a ottenere una bella crema.
Mettiamo la padella sul fornello acceso a fuoco basso e mantechiamo gli spaghetti fino a che la crema non sia ben amalgamata alla pasta. Manteniamo il fuoco basso, per evitare che gli spaghetti si incollino tra loro.
Impiattiamo e spolveriamo con un ultimo pizzico di pepe rosso di Sichuan.
Puoi vedere Mattia Lorenzetti e Guido Prosperi nella registrazione della diretta Facebook Food Photography: consigli per iniziare del 29 aprile 2021.
L’immagine di apertura originale è tratta da Food Photography.
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