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2013: l’anno degli ebook

12 Dicembre 2012

2013: l’anno degli ebook

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Dopo le attese del 2010, 2011 e 2012, il 2013 sarà l’anno del libro elettronico e dell’editoria digitale. In Italia.

Dalla primavera del 2010 l’industria editoriale è sotto esame. Tema: la trasformazione in digitale. Di anno in anno, tra critiche e clamori, gli ebook hanno catalizzato grande attenzione. Ma i numeri rimanevano piccoli, inversamente proporzionali alle percentuali iperboliche sbandierate da analisti, entusiasti e operatori desiderosi prima di tutto di creare notizie e hype. Nel 2013 le cose sono destinate a cambiare e l’editoria digitale assumerà una concretezza crescente e significativa. Due fattori in apparenza slegati si incroceranno, diventando il motore di questo movimento.

Una relatività crescente

A fine 2011 il mercato degli ebook valeva lo 0,9% del mercato complessivo con un trend crescente. Questa percentuale è aumentata nel corso del 2012, stimolata sia dall’arrivo in Italia di importanti player (Amazon, Apple e recentemente Kobo), sia (soprattutto) dalla crisi che sta attraversando l’economia e che non risparmia l’editoria: a settembre 2012 la contrazione del mercato del libro fisico si avvicinava al meno 9 percento.

In pratica, in un mercato ridotto di quasi un decimo, la percentuale già crescente del digitale – seppure minoritaria – ha assunto un valore relativo più forte nelle voci di sellout. Si può azzardare che a fine 2012 per molte case editrici gli ebook varranno qualcosa come il due percento di fatturato totale (anche più nei segmenti maggiormente colpiti dalla crisi e che possono già vantare un significativo catalogo digitale).

Sebbene il core business continuerà a essere massicciamente basato sulla carta, gli ebook si ritaglieranno un’attenzione economica che giustificherà (anzi spingerà) verso nuovi investimenti nell’ottica di presidiare con forza spazi di mercato. Uno degli effetti della crisi sarà l’accelerazione e il potenziamento (dei reparti) dell’editoria digitale. Si tratterà di un processo dall’alto, messo in moto dai vertici e che ricadrà a cascata su tutti i quadri dell’industria, prima interni poi esterni all’editore.

Lo sdoganamento degli ereader

Fino a metà 2012 l’ebook in Italia era un oggetto quasi esoterico, underground, tema di discussione e utilizzo principalmente tra power user e lettori forti (quasi) spontaneamente approdati alla lettura in digitale su ereader o tablet, ma talvolta anche su computer desktop o notebook. Salvo rare eccezioni i canali e i contesti in cui si parlava e si poteva scoprire il libro elettronico erano gli stessi in cui l’ebook veniva veicolato: la Rete. Nella seconda metà del 2012 questo scenario ha subìto una brusca mutazione. Amazon, Apple e Kobo hanno portato i loro device di lettura fuori dalla Rete, dando vita a massicce campagne promozionali e di marketing con lo scopo di sdoganare ebook ed ereader nel mercato di massa.

L’estate ha visto Kindle tappezzare stazioni ferroviarie e metropolitane. In autunno Kobo è stato protagonista di uno spot TV trasmesso su reti nazionali (oltre che star dei negozi Mondadori). Intanto Apple ha commercializzato iPad mini che nelle dimensioni meglio si presta a svolgere (anche) la funzione di ereader e Amazon non si è fatta attendere rispondendo dalla propria home page:

Perché pagare di più [per iPad mini] per avere di meno [rispetto a Kindle Fire HD]?

Lo stesso Kindle è approdato nella storica libreria Hoepli di Milano mentre il modello Fire è pure protagonista di uno spot TV su reti nazionali oltre che di una nuova campagna promozionale nelle stazioni e nelle strade delle principali città.

Questo bombardamento mediatico significherà migliaia e migliaia di device acquistati e regalati entro Natale. E quando i lettori avranno preso contatto con l’hardware di lettura, anche solo per curiosità cominceranno ad usarlo. Con esiti che non si fatica ad immaginare. Gli ereader, sdoganati da gadget geek a prodotto di massa, diventeranno un vettore di contenuti di primo piano nelle case degli italiani. Ruolo che manterranno e accentueranno se la tecnologia e i servizi di cui saranno portatori si dimostreranno buoni e facili.

Editore 2013

A partire da gennaio 2013 si assisterà a uno sviluppo del mercato inedito. Gli effetti – in forma di unità vendute – risaliranno la filiera: dal lettore al negozio, dal negozio alle piattaforme di distribuzione, e quindi su fino ai vertici dell’editore. Da qui ricadranno verso il basso. Sarà il momento di raccogliere i primi frutti del lavoro fatto. La produzione verrà amplificata. Il workflow dovrà essere ottimizzato. I metadati saranno utilizzati come strumento di marketing. Il DRM riconsiderato e con esso la funzione delle copertine. Le strategie commerciali riviste alla luce delle grammatiche della Rete. La tecnologia e la cosiddetta editoria digitale dovranno essere viste per quello che sono: non una moda o un dazio da pagare, ma un’opportunità irrinunciabile e una parte consistente del lavoro. L’editoria tornerà a essere tale perché il digitale ne sarà parte integrante.

Saranno necessari nuovi interpreti delle funzioni editoriali, sia strategiche sia operative. Personalità ibride in grado di fondere arti liberali e tecnologia, declinandole in nuovo know-how. Tutti avranno qualcosa da dire ma solo pochi potranno parlare con consapevolezza.

Durante la scorsa Fiera del libro di Francoforte, Joe Wikert – Publisher & Chair della conferenza Tools of Change for Publishing – in una battuta ha sintetizzato in maniera mirabile quello che aspetta l’editoria:

Siamo nel bel mezzo di una reinvenzione del settore, e non riesco a immaginare un momento migliore per essere un editore.

Il 2013 vedrà la fine della fase pioneristica dell’editoria digitale italiana. La gigantesca startup nazionale si trasformerà secondo logiche sempre più industriali. Chi sarà pronto potrà raccoglierne i benefici.

L'autore

  • Fabio Brivio
    Fabio Brivio, classe 1972, laurea in Storia Medievale e master in Informatica e Comunicazione, crede nella sinergia tra scienze umane e tecnologia. Per il Gruppo Feltrinelli è il responsabile di Apogeo Editore, di cui dirige il sito e le collane di manualistica e saggistica di informatica, business, fotografia e scienze. Come hobby, si interessa al significato dei segni e dei tatuaggi. Quando può, cammina lungo antiche vie. Nato a Como, lavora a Milano e vive a Bologna.

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