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11 settembre 2002: il ricordo della Rete

13 Settembre 2002

11 settembre 2002: il ricordo della Rete

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L'11 settembre 2001 ha stordito violentemente Internet, dandole però ancora una volta la sua immagine di Villaggio Globale. Ripercorriamo i ricordi umani e tecnologici di una giornata indimenticabile vissuta nella Rete di quel giorno

11 settembre 2002 a tappe

È passato, fra la retorica delle commemorazioni, il primo anniversario del “September the eleventh”. Le cerimonie ufficiali hanno colorato di varie tinte politiche e sociologiche un evento che si pensava avrebbe cambiato il corso della storia, ma che, in effetti, lo ha solo deviato. Ma non sta a noi giudicare storicamente i fatti e le conseguenze politiche degli stessi: un attentato tragico, una risposta violenta dello stato attaccato, una guerra surreale di eserciti tecnologici in un paese feudale, una caccia all’uomo che non trova l’uomo, degli eventi mai visti nella gestione dell’ordine internazionale, il dualismo mediatico fra lo “sceriffo” del bene George W Bush e il “diavolo” del male, Osama Bin Laden, delle indagini che scoprono con discreta chiarezza i mandanti, ma anche imbarazzanti e inquietanti lacune o omissioni.

Resta la pietà umana per le migliaia di vite innocenti che si sono spezzate nel crollo delle tue torri gemelle di Manhattan, per i soccorritori uccisi nel loro sforzo per salvare altre vite, per le persone salite sugli aerei kamikaze e mai più ritornati a casa. Sono stati spazzati via; sono stati, loro malgrado, protagonisti passivi di un percorso omicida che è passato sopra le loro vite. Quello che vogliamo fare è ripercorrere i ricordi umani e tecnologici di una giornata indimenticabile, vissuta nella Rete di quel giorno. L’11 settembre 2001 ha rappresentato tecnologicamente e mediaticamente un evento che ha stordito violentemente Internet dandole però ancora una volta di più la sua classica veste di Villaggio Globale. Quello che segue è un diario per raccontare quello che il vostro scrivente ricorda di quella giornata, seduto a fianco della redazione Web di un noto giornale italiano.

Martedì 11 settembre 2001, un giornata di dolce sole pallido del settembre italiano. Il primo pomeriggio sonnecchioso ci riaccompagna in ufficio. Lettura di e-mail, qualche parola con i colleghi, un caffè. Nulla di anomalo, situazione sotto controllo. Ore 14.45 (8.45 di New York) un aereo si schianta contro una delle torri gemelle del Wtc a Manhattan. Dopo pochi minuti un collega entra in ufficio: “Girate il televisore sulla Cnn, un aereo è andato a sbattere contro il Wtc a New York”. Il tempo di impugnare il telecomando e di sintonizzarsi sulla Cnn per vedere in diretta il secondo aereo dirottato schiantarsi contro la torre gemella. “Che diavolo succede? Sono attentati? Ma sono in un film di fantapolitica o sono nel reale? Qui è tutto vero!” A questo punto ci si accorge sensatamente che occorre cercare di tralasciare le emozioni, o almeno di tenerle nei propri ricordi, e di iniziare a pensare al proprio lavoro.

Imbraccio il portatile e cerco meccanicamente www.cnn.com. Il sito è già, ovviamente, irraggiungibile e sovraccarico di accessi. Cerco degli strumenti per capire il tracing, ovvero il percorso dei pacchetti TCP/IP verso la destinazione. Arrivano praticamente a metà oceano e poi si fermano in time out. Sono situazioni che si erano già viste in Rete. Ogni volta che un evento veramente importante accade durante il giorno è in grado di bloccare tronconi e snodi importanti di Internet. Se poi l’evento è globale, si blocca tutto per un’oretta, poi la tensione cala e la comunicazione riprende lentamente.

Martedì 11 settembre 2001, l’onda lunga dei milioni di pacchetti TCP/IP che cercano di trovare informazioni su quello che succede a Manhattan, e poi a Washington, e poi a Pittsburgh e poi chissà dove, si sta abbattendo contro i router delle reti mondiali. L’effetto di questa inondazione di richieste d’informazioni è almeno a due livelli: molti pacchetti si inchiodano direttamente nei router che non riescono più a smaltirli in Rete bloccando sostanzialmente la comunicazione. Se poi riescono a trovare via libera verso la direzione richiesta rischiano di schiantarsi contro Web server oramai saturi che non riescono a rispondere alle loro richieste. Leggendo le statistiche di accesso del sito Web di un noto giornale italiano, si vede dalle ore 15 alle 16 un picco assolutamente anomalo di accessi, poi un crollo per un paio d’ore. Il sito era saltato, era ripartito e poi era praticamente “saltata” l’Internet italiana. La situazione iniziava a tornare più tranquilla quando gli italiani dalle 17 alle 18 hanno per la maggior parte abbandonato gli uffici portandosi a casa davanti al televisore, riducendo l’ingorgo in Rete.

Martedì 11 settembre 2001, a questo punto occorre avere qualche informazione più specifica: ad esempio che farà Wall Stret ovvero la borsa che si trova in linea d’aria a pochi passi dal luogo del disastro. www.nyse.com non dice nulla di particolare. Ci credo! Stanno evacuando tutti gli stabili attorno, solo un paradossale countdown scandisce i secondi prima dell’apertura delle contrattazioni, che come sappiamo riprenderanno solo giorni dopo. A questo punto la Cnn, la televisione ovviamente, stacca su Washington, sul Pentagono in particolare, per mostrare delle fiamme che divampano a causa di un terzo aereo caduto sulla sede del potere militare USA. E adesso che può succedere? Gli aeroporti americani vengono chiusi e blindati. Alle 16 ora italiana crolla la prima torre, mezz’ora dopo la seconda. Nel frattempo un quarto aereo cade in Pennsylvania. Poco si saprà sulla sua storia: probabilmente andava contro la Casa Bianca.

Martedì 11 settembre 2001, lo scorrere dei fatti sembra che si sia leggermente placato. Ora occorre capirne le conseguenze. Se Wall Street è chiusa, le borse europee sono aperte e in caduta libera. I loro siti sono stranamente facilmente accessibili, l’attenzione del grande pubblico è altrove. Il New York Tymes inizia a pompare informazioni frammentarie, il suo portale cittadino New York Today è paradossalmente ancora indenne alla tragedia in corso e racconta, frivolo, di concerti jazz, mostre e serate a teatro. L’accesso ai siti d’informazione europei incomincia a diventare più semplice, diversa la situazione per arrivare ai siti americani, ancora abbastanza off limit. Ma questi devono sopportare il carico oramai debordante degli accessi dagli Usa in cui da oriente a occidente sta partendo la giornata dell’apertura degli uffici. Iniziano a circolare le prime drammatiche immagini dell’accaduto. I grattacieli in fiamme, gli impatti dei due aerei, il crollo dei grattacieli, il dramma dei morti e dei sopravvissuti.

Martedì 11 settembre 2001. Decido, per documentare la giornata fra le 18.00 e le 20.00, di fissare in una serie di screenshot le videate delle home page dei maggiori giornali mondiali per verificare come questi abbiano scelto di comunicare l’evento. Come vedrete sono allegate a questo ricordo. Rivederle oggi è interessante e permette di analizzare diverse scelte redazionali. Alcuni siti hanno scelto di mantenere la loro grafica originaria dando straordinario spazio all’accaduto. Altri, Cnn in testa, hanno invece scelto di sconvolgere la grafica del sito creando una specie di weblog a grafica iper semplificata che permettesse di essere aggiornato e consultato in maniera veloce e puntuale.

Manca, purtroppo, uno screenshot di Al Jazira: a quei tempi pochi sapevano bene che cosa fosse, come molti pensavano che Osama fosse soprattutto il nome di una marchio di penne a sfera e George Bush il figlio di un ex presidente che aveva vinto per il rotto della cuffia le elezioni americane. Ora ne sappiamo di più di tutte queste cose. Un anno dopo.

Galleria screenshot siti 11 settembre 2001 (prima parte)

Asahi.com

Latimes.com

La Stampa

Herald Tribune

United

Ansa.it

Yomiurionline

Pravda

Faz.net

Sueddeutsche.de

Bild.de

Independent.co.uk

Galleria screenshot siti 11 settembre 2001 (seconda parte)

Telegraph.co.uk

The wall street journal

The Times

Ft.com

Le Figaro

Liberation

Le Monde

Abc.es

El Mundo.es

El Pais.es

Galleria screenshot siti 11 settembre 2001 (terza parte)

Washingtonpost.com

Chicago tribune

Nbc

USA Today

Il Nuovo

TG5.it

CNN.com

La Repubblica.it

Il Sole 24 Ore

Die Welt.de

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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