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2002: un anno ancora buio per il mercato dei Pc

23 Gennaio 2002

2002: un anno ancora buio per il mercato dei Pc

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Il 2002 sarà un anno buio per il mercato dei personal computer. Dopo il 2001, l’anno della crisi profonda a causa della recessione e della saturazione del mercato, nel futuro …

Il 2002 sarà un anno buio per il mercato dei personal computer. Dopo il 2001, l’anno della crisi profonda a causa della recessione e della saturazione del mercato, nel futuro non si vede ancora la luce.

Su questa analisi convergono aziende di sondaggio e giganti del settore. IDC, Gartner Dataquest e Microsoft, Intel sono d’accordo: malgrado un piccolo segno di ripresa alla fine del 2001 è importante rimanere prudenti.

“Il sentimento è l’ottimismo nell’industria dopo il bagno di sangue del 2001 – spiegano alla Gartner Dataquest – ma un miglioramento nel primo trimestre 2002 è lontano dall’essere evidente”.
“Le condizioni economiche, combinate a problemi di saturazione sui mercati sviluppati – rincarano la dose – continueranno ad avere un impatto sulla crescita del settore”.

Gli anni ’90, sono stati gli anni d’oro per il mercato dei Pc grazie all’entrata in scena di Internet e il conseguente approvvigionamento di macchine da parte dei consumatori. Computer sempre più veloci e potenti per navigare sul Web o per giocare con i nuovi videogiochi.

Sembrava, poi, che si fosse creato un circolo virtuoso: Internet si sviluppa, i consumatori si dotano di Pc, nasce la new economy basato su nuovi mercati e le aziende nascono come funghi e si dotano anch’esse di materiale informatico.
Le vecchie aziende, anche loro, svecchiano il parco computer o ne acquistano per modernizzarsi e adeguarsi al nuovo credo.

Tutto andava bene, soprattutto negli Stati Uniti. L’economia nel suo complesso tirava e c’era un’euforia palpabile che presto si è trasferita sul Vecchio Continente. Nascono le aziende di trading online e i risparmiatori, fino ad allora abituati a comprare BOT, si ritrovano a comprare e vendere azioni di Borsa online.

Poi, il rallentamento dell’economia e la recessione frenano da prima l’entusiasmo che, presto, si trasforma in delusione e poi disperazione.
I consumatori tirano i remi in barca e non spendono, non acquistano nuovo materiale informatico ritenendo sufficiente quello a disposizione, le aziende scelgono di tenersi quello che hanno in attesa di tempi migliori e molte delle start-up crollano sotto il peso del Nasdaq.

Le vendite mondiali di personal computer calano del 4,6 % a 128 milioni di unità nel 2001, secondo dati della Gartner.
È il secondo calo nella storia dell’industria informatica, dopo il calo del 2,3 % nel 1985.

Malgrado le vendite natalizie siano migliori del previsto, Microsoft è prudente.
Lo si sente nelle parole del direttore finanziario dell’azienda, John Connors che pensa sia prematuro anticipare una forte ripresa economica entro la fine del 2002 o l’inizio del 2003.

Le aziende hanno decisamente ridotto i loro budget hi-tech e conseguentemente i loro acquisti di computer con la recessione.
“Non esistono solidi indicatori che permettono di pensare a un’inversione nel primo semestre del 2002”, dice ancora John Connors.

E Roger Kay, analista di IDC suona ancora la campana a morto: “Non siamo ancora arrivati alla fine delle nostre pene”.

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