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Voxxed Days da scoprire

09 Maggio 2016

Voxxed Days da scoprire

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Grande interesse a Lugano per la programmazione avanzata, con talk di valore e un'organizzazione accogliente e impeccabile.

Sappiamo come funziona nella tecnologia: lo hype cycle ci rende sovreccitati per le novità, per il linguaggio e/o il framework del momento per poi farci passare a lunghe fasi di disillusione, quando la cosa che tanto ci è piaciuta all’inizio viene relegata a realtà oramai consolidata e anche un po’ noiosa.

Per Java la storia è andata così; dalla promessa di un linguaggio universale, portabile su tutte le piattaforme, in grado di risolvere i problemi delle grandi aziende con Java Enteprise Edition e di essere il linguaggio perfetto per il web grazie alle applet, si è passati a darlo per morto mille volte, complici alcune delle iniziali promesse che non si sono pienamente realizzate. Che Java e tutto quello che gira intorno alla Java Virtual Machine non sia morto e che anzi, sia in cerca di riscatto, si è visto chiaramente al Voxxed Days Ticino appena svoltosi a Lugano.

Sulla organizzazione dell’evento non mi dilungo troppo: è stato tutto perfetto. La logistica, la costruzione di un programma interessante, gli speaker e perfino il cibo – nonché la birra in chiusura dell’evento – hanno reso la giornata gradevole e stimolante.

Panoramica di Voxxed Days Ticino 2016

Una panoramica di Voxxed Days Ticino 2016: tanto interesse, ottima organizzazione.

In queste occasioni è materialmente impossibile assistere a tutti i talk, ma l’evento è stato registrato e i partecipanti possono vedere su YouTube tutto quello che si sono persi. Su parleys.com trovate invece quelli dell’edizione 2015, sempre liberamente consultabili.

Una comunità in azione

In estrema sintesi, quello che mi sono portato a casa da Lugano è la percezione di una comunità di sviluppatori Java più curiosa verso l’esterno e più attenta a esplorare le novità di Java – approccio funzionale in primis – e dei nuovi linguaggi costruiti sulla Java Virtual Machine (JVM).

Voxxed.com e i Voxxed Days sono nati nel 2014 come costola di Devoxx, una delle comunità di riferimento nel mondo Java, con lo scopo ampliare il raggio di azione e condividere la conoscenza su Java, JVM, cloud, metodologie, mobile e Internet of Things. Proprio questa curiosità verso l’esterno dà la misura di questa trasformazione.

Nel talk di Mario Fusco si è parlato di come, mettendo in discussione la classica implementazione in Java dei design pattern della Gang of Four e proponendo un approccio funzionale, sia possibile scrivere codice meno prolisso e – aggiungo io – più pulito ed elegante. Eleganza e sintesi che troviamo anche in Kotlin, linguaggio interoperabile al 100 percento con Java, Svetlana Isakova di JetBrain ha presentato e si candida a diventare una alternativa a Java per la programmazione Android. A metà del talk non ho resistito; ho aperto il portatile e mi sono messo a giocare con il linguaggio usando il comodo interprete web.

Molto interessante anche il talk di Sven Ruppert sul mutation testing. A giudicare dalle reazioni del pubblico, c’è interesse per i temi relativi a Unit Testing e Test Driven Development, a dimostrazione del fatto non basta avere un linguaggio statically typed per prevenire bug, ma occorre scrivere i test e bisogna farlo in modo corretto.

Tanti temi

Oltre ai talk su Java e sui linguaggi JVM-based si è anche parlato di DevOps, usabilità, Lean Software Development e di frontend con React e AngularJS, sempre con contenuti decisamente interessanti.

Con Java 9 alle porte – previsto in poco meno di un anno – e nuove sfide in arrivo quali Swift (e Kotlin) su Android, sono proprio eventi come i Voxxed Days che possono aiutare i programmatori Java a respirare un po’ di aria nuova e a uscire dalla loro comfort zone. Java non è morto ma sicuramente lo sono le versioni più vecchie (java 6 è del 2006) e c’è tutto un mondo da scoprire. In Ticino ho appena assistito a una ottima opportunità di farlo.

L'autore

  • Andrea C. Granata
    Andrea C. Granata vanta oltre 25 anni di esperienza nel mondo dello sviluppo software. Ha fondato la sua prima startup nel 1996 e nel corso degli anni si è specializzato in soluzioni per l'editoria e il settore bancario. Nel 2015 è entrato a far parte di Banca Mediolanum come Head of DevOps, ruolo che oggi ricopre per LuminorGroup.

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