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Doni di droni

09 Dicembre 2015

Doni di droni

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Sopra o sotto il pelo dell'acqua i droni si specializzano, oltre a diventare il giocattolo più ambito dai ragazzi di tutto il mondo.

Dal prossimo 21 dicembre in Irlanda sarà probabilmente obbligatorio iscrivere ogni singolo drone di peso superiore a un chilogrammo in un apposito registro della Irish Aviation Authority, organismo che regolamenta il settore nella terra dei leprechaun, mitici gnomi cui si devono i ricchi tesori presenti nella pentola d’oro notoriamente alla base degli arcobaleni.

Dubitiamo però che per diventare ricchi sia possibile scovare tali contenitori setacciando opportunamente i cieli dopo un temporale, mentre è più probabile che qualche opportunità la possiamo cogliere al volo immergendo dei droni subacquei in acque archeologicamente interessanti.

È quanto stanno provando a fare in Estonia, nei laboratori dell’università della capitale Tallinn, che si affaccia sul golfo finlandese.

In realtà sono piccoli robot appositamente progettati per muoversi agilmente all’interno di spazi angusti sottomarini, come relitti di navi o grotte inaccessibili all’uomo. La caratteristica interessante è il meccanismo di movimento, che non si basa su classici propulsori, ma su pinne. Come fossero dei pesci.

Il trucco è quindi imitare la natura per evitare tanti inconvenienti, come la creazione di turbolenze di sedimenti che offuscherebbero la visuale alle telecamere di cui sono dotati.

Anche in Italia i droni archeosubacquei sono in fase di sperimentazione. Benedetto Allotta, docente di Meccanica applicata alle macchine all’Università di Firenze, fa sapere che

a fine ottobre abbiamo fatto dei test in Toscana nel Golfo di Baratti alla ricerca di relitti di navi sotto la sabbia.

Anche dove le correnti sottomarine renderebbero pericoloso l’impiego di subacquei umani. Droni, quindi. Macchine autonome o pilotate da sofisticati sistemi di guida che affondano ali e pinne nei rispettivi elementi per cui sono stati costruiti. Ed è proprio grazie alle ali che i Robird, droni dalle effettive sembianze di uccello, tengono lontani i propri simili naturali esattamente come i più impegnativi falconi addestrati per essere utilizzati sulle piste degli aeroporti.

Drone uccello

Per lavoro spaventa i suoi simili di carne e ossa.


Si affaccia un mondo che pullula di oggetti volanti, legislazioni permettendo. Così non è facile nemmeno in Italia regalare un drone qualunque. Se per l’acquisto non c’è che l’imbarazzo della scelta, per l’utilizzo bisogna stare molto attenti alle regole che gestiscono il mondo degli aeromodelli, a cui i droni giocattolo sono comunque sottoposti. A meno di rivolgersi alla creatura di Peter Sachs: il drone di carta.

L’idea è splendida nella sua semplicità: applicare agli aeroplanini di carta un piccolo sistema di propulsione pilotabile da uno smartphone. L’ente governativo americano ne ha accettato il libero uso e il drop cartaceo è in libera vendita sul sito di PowerUpToys.

Drone di carta
Chi non lo vorrebbe come regalo di Natale?

Peccato per le spese di spedizione verso l’Italia, che come minimo eguagliano il prezzo del prodotto. Ma siamo certi che un pensierino sotto l’albero lo farete…

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