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Voxxed Days: mai come ora così vicini all’Italia

31 Marzo 2015

Voxxed Days: mai come ora così vicini all’Italia

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Centinaia di sviluppatori dal Canton Ticino e dall'Italia per un evento di dimensioni europee ricco di relatori e tematiche.

Voxxed Days Ticino è nato dal desiderio di alcuni sviluppatori software italiani e svizzeri di portare anche alle nostre latitudini eventi focalizzati sullo sviluppo informatico che abbiano valenza di confronto, formazione e condivisione allo stesso livello dei più rinomati eventi nordeuropei, per esempio il FOSDEM di cui ha recentemente riferito in questo spazio il nostro Andrea Granata.

A trasformare il desiderio in realtà ha pensato Exteso Sagl, startup attiva nella promozione dell’open source e nell’organizzazione di eventi, nonché concessionaria per la Svizzera proprio del marchio Voxxed Days, che animerà il Palazzo dei Congressi di Lugano il prossimo 18 aprile 2015. Per saperne di più abbiamo interpellato Celestino Bellone, componente dello staff organizzativo.

Come stanno andando le iscrizioni a Voxxed Days Ticino?

Bene: abbiamo superato le 250 adesioni e puntiamo a superare quota 300. Siamo soddisfatti e tuttavia teniamo a dire che c’è ancora posto.

Possiamo sapere qualcosa di più sui relatori?

Difficile ricordarli tutti! Sul sito di Voxxed Days Ticino alla voce Speakers si può vedere l’elenco completo. Tra i tanti si possono citare Christian Antognini, Salvatore Sanfilippo, Jürgen Höller, Mario Fusco, Paul Sandor, Mirco Dotta, Giuseppe Paternò, Gianluca Varisco, Luca Mascaro, Pascal Precht e Carmen Popoviciu, Carlo Botanico, Emilia Ciardi. Ci saranno 21 sessioni da 50 minuti su temi di attualità come Java, Scala, HTML5, CSS3, AngularJS, Android, iOS e Big Data. Abbiamo cercato di organizzare un evento di caratura internazionale che però non dimentichi le radici ticinesi. Come potete vedere dal programma la maggior parte dei talk è in italiano, ma è garantito un talk in inglese per ogni fascia oraria: abbiamo voluto mettere a proprio agio l’audience locale, senza per questo rendere l’evento meno interessante per il pubblico internazionale.

Avendo rapporti con tutti questi sviluppatori, Voxxed sembra un osservatorio privilegiato sul mondo della programmazione. In che direzione andiamo? Quali sono le tendenze che vedete?

Il crescente aumento dei core disponibili a basso costo sta causando un vero e proprio cambio di paradigma nel mondo degli sviluppatori: i linguaggi funzionali ora sono in media più efficaci ed efficienti di quelli imperativi, e quindi si apprestano ad allargare il proprio pubblico prima composto da un ristretto gruppo di accademici/appassionati. È un fenomeno così importante ed imponente che anche linguaggi come Java stanno andando nella direzione della programmazione funzionale.

E poi c’è l’open source: il modello di business introdotto dai progetti di successo sta rivoluzionando il modo di intendere il lavoro del “programmatore”. Da notare che l’open source sta rivoluzionando anche il mercato dell’hardware, e tutto il merito va sicuramente ad Arduino.

Ultimamente c’è molta attenzione sulle problematiche del coding nella scuola: negli Stati Uniti si è scomodato Obama e in Italia il governo ha prodotto un documento deludente ma che comunque riconosce il problema; ed è già qualcosa. Qual è la tua visione della programmazione nell’istruzione?

A mio modo di vedere, l’informatica è una delle materie più difficili da insegnare, perché è in continuo movimento. Mi rendo conto che per un insegnante stare al passo coi tempi possa essere veramente difficile.

Non ho idea di come possa un giorno essere risolto il problema dell’insegnamento, ma so per certo che noi sviluppatori possiamo fare qualcosa per far appassionare i bambini ed i ragazzi alla programmazione. A tal proposito, Federico Yankelevich e Cristina Giotto, due dei miei colleghi organizzatori, hanno contribuito a fondare un movimento chiamato Ated4Kids che si occupa di avvicinare i bambini ed i ragazzi alla programmazione, organizzando dei corsi e delle Giornate della tecnologia.

Proprio il 19 Aprile, il giorno dopo Voxxed Days Ticino, si terrà la seconda edizione del Devoxx4Kids Ticino: una giornata completamente gratuita all’insegna del divertimento, durante la quale i ragazzi da 11 a 16 anni potranno avvicinarsi allo sviluppo software ed all’ingegneria elettronica.

Altro tema all’ordine del giorno, coinvolgere le ragazze nello sviluppo software: da molte parti si percepisce il mondo tecnico come troppo declinato al maschile. Alla luce di quello che vedremo e sentiremo a Voxxed Days, come vedi la situazione?

Anche qui le cose stanno cambiando, forse più lentamente che in altri campi però i risultati si vedono. Partendo dalle nuove generazioni ad esempio: nei corsi di Ated4Kids notiamo una partecipazione del 30-40% di bambine e ragazze, il che fa ben sperare per il futuro.

Tengo a dire che, nel nostro piccolo, non abbiamo adottato alcuna politica di agevolazione per le ragazze: per noi sono importanti il contenuto presentato e la capacità dello speaker, a prescindere dal sesso o dalla nazionalità o da altre caratteristiche. Questo può sembrare controcorrente ma in realtà è il modo migliore che abbiamo trovato per premiare il merito e la competenza.

Infatti abbiamo scelto di invitare Emilia Ciardi e Carmen Popoviciu perché abbiamo assistito ad un loro talk e ci hanno impressionato per la loro capacità di esprimere in parole semplici e chiare tematiche tecniche complesse, e Nosheen Zaza perché si è candidata proponendo un talk convincente e, nonostante la giovane età, un’esperienza che ha lasciato il comitato tecnico (cioè otto persone) a bocca aperta.

Fidati: le ragazze saranno anche di meno, ma spaccano!

Quanto senso hanno le tendenze d’uso dei linguaggi di programmazione? E che linguaggio consiglieresti per cominciare a un giovane che vuole intraprendere questa carriera?

Non hanno alcun senso. Ne parlavo proprio qualche settimana fa con un ragazzo del JUG Milano, davanti alla classica pizza post-incontro. Usare un linguaggio di programmazione perché oramai lo usano tutti è la morte dell’informatica; ogni linguaggio di programmazione ha i suoi punti di forza e le sue debolezze. Si dovrebbe poter avere il tempo e la libertà di scegliere la giusta tecnologia per risolvere un determinato problema. Anche questo cambierà prima o poi, ne sono sicuro.

Fossi io quel giovane, partirei con un linguaggio moderno, statico e fortemente tipizzato. Prima esplorerei i linguaggi imperativi (Java, C#, Go…) e poi, dopo aver fatto un po’ di esperienza, mi butterei a capofitto nei linguaggi funzionali (Haskell, F#, Scala…), per aprire un po’ la mente. Solo dopo darei un’occhiata ai linguaggi dinamici (Python, JavaScript, PHP…) in quanto molto potenti e non protetti da un compilatore, per questo da guardare con gli occhi del programmatore esperto.

Che pensi dei linguaggi creati dai giganti della tecnologia a uso proprio? Per esempio Go di Google o Swift di Apple?

Beh, diciamo che non siamo nuovi a questo fenomeno: se facciamo mente locale, anche C (Bell/AT&T) o Java (Sun Microsystems) sono stati creati come soluzioni proprietarie. Non è necessariamente un problema. Detto questo, credo che l’esempio che hai fatto sia perfetto per descrivere il panorama corrente: ci sono linguaggi aperti by design e altri che fondamentalmente puntano ad aumentare la fidelizzazione degli utenti verso una piattaforma specifica. Go fa parte della prima categoria, essendo un linguaggio open source multipiattaforma (produce eseguibili per buona parte dei sistemi esistenti e chiunque può realizzare un compilatore per piattaforme aggiuntive), mentre Swift è closed source e limitato ad una piattaforma specifica. Da notare la piacevole eccezione di Microsoft, che con l’apertura di .NET ha rotto gli schemi.

Comunque, se dovessi scegliere tra i due, approfondirei la mia conoscenza di Haskell. 🙂

Quanto dobbiamo all’open source per il progresso informatico di questi anni e quanto invece alle multinazionali?

Open source e multinazionali non sono in competizione tra loro. Credo che la vera spinta innovativa negli ultimi anni l’abbiano data multinazionali come Pivotal (che tra l’altro è nostro sponsor) e Red Hat che vivono grazie all’open source e risultano decisive sia in termini di contribuzione economica (la maggior parte della gente che lavora ai grossi progetti open source ci lavora a tempo pieno) che con l’apertura di codice prima proprietario. Oltre al cambio di rotta epocale effettuato da Microsoft, che ho già citato, da segnalare anche il contributo costante ed in svariate forme (codice, algoritmi, paper…) di Google. Tutto questo non può che fare bene al progresso informatico.

Tengo a precisare che oltre ai grossi progetti finanziati da multinazionali, ci sono anche una miriade di progetti più o meno complessi gestiti da persone indipendenti, per il solo piacere di dare il proprio contributo alla community. Proprio per favorire questo tipo di progetti, qualche anno fa è nato un movimento chiamato Hackergarten, guidato da Andres Almiray, che organizza meeting in giro per il mondo che sono di fatto sessioni guidate di contribuzione a progetti open source.

Grazie alla disponibilità di Andres, alla nostra conferenza abbiamo organizzato un Hackergarten che si terrà nel pomeriggio, in parallelo ai talk. Le persone interessate (vi consiglio caldamente di farci un pensierino) potranno lavorare fianco a fianco di speaker ed esperti internazionali per mettere in pratica nuove tecniche e metodologie introdotte durante la conferenza. Ci sarà modo anche di mettere le mani nel nostro sistema di prenotazione open source, Alf.io. Bring your own laptop!

Vuoi ricordarci ancora qualcosa riguardo a Voxxed Days Ticino?

Il bello delle conferenze non sta solo nel seguire i talk ma anche nell’incontrare altre persone e condividere le proprie opinioni. Per cui non vi preoccupate di perdere un talk perché siete nel mezzo di una discussione o perché siete impegnati a scrivere codice nell’Hackergarten: tutte le sessioni (sia quelle da cinquanta che quelle da venti minuti) verranno registrate e pubblicate su Parleys.com, che consente di vedere in contemporanea video e slide del talk. Il biglietto d’ingresso, che costa 195 franchi svizzeri (approssimativamente 185 euro) dà diritto ad accedere alla sezione dedicata a Voxxed Days Ticino.

Non solo: si ha diritto anche allo sconto del 50 percento per la partecipazione a due workshop supplementari tenuti rispettivamente da Pascal Precht e Mario Fusco, su Angular JS e programmazione in Java 8, in programma il 16 e il 17 aprile.

Grazie mille. Un ultimo messaggio per i lettori di Apogeonline?

Li saluto e voglio dire loro che possono avere il 15 percento di sconto sul prezzo di ingresso a Voxxed Days Ticino, se al momento di iscriversi alla manifestazione utilizzeranno il codice APOGEONLINE. Vi aspetto tutti!

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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