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La prima W del WWW

18 Settembre 2014

La prima W del WWW

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Ma ci tenete proprio così tanto a tagliare fuori il novantanove percento del mercato potenziale del vostro sito di ecommerce?

Sono italiano, ho una moglie russa, guido un’auto giapponese, scrivo su un computer statunitense costruito in Cina, vado spesso in Svizzera. Se avete qualcosa contro la globalizzazione non cercate sponda con me.

Inciso. Nella mia attività quotidiana di umile costruttore artigiano di siti web mi capitano dinnanzi clienti con le richieste più svariate. Qualcuno con le idee chiare, molti altri invece nebulosamente convinti del fatto che il web s’ha da fare perché lo fanno tutti, perché l’ha detto il capo o semplicemente perché qualcuno c’è diventato ricco e anche a loro piacerebbe. Questi ultimi a volte sono del tipo ho una idea che secondo me è bellissima, tu adesso fai il sito e poi ti pago con gli utili e allora non c’è alternativa al sorridere-ringraziare-guadagnare frettolosamente l’uscita. Altre volte l’idea pare stare in piedi, almeno dal mio punto di vista. Ovvero, io non lo so se il mondo davvero ha bisogno di un sito di brokeraggio tra produttori di tubi e acquirenti di tubi, tanto per fare un esempio reale che m’è capitato di recente, però la cosa è tecnicamente fattibile. Fine inciso.

Con questi chiari di luna, è sempre crescente la percentuali di siti che comprendono una qualche forma di commercio elettronico, in modo che alla fine del mese quando si tirano le righe dalla presenza web dell’azienda arrivino quattrini sonanti. Sarà perché io credo nella globalizzazione, ma non mi capacito del motivo per cui la maggioranza dei commerci elettronici venga realizzata solo in italiano o al massimo in italiano e inglese da terza media tradotto dal cugino del proprietario.

Magari è inevitabile. Se il mio cliente è un importatore o un rivenditore ovviamente si interesserà solo al mercato in una nazione. Ma se produce non ha senso: l’italiano viene parlato circa dall’un percento degli esseri umani, quale forma di masochismo può costringere un imprenditore a rinunciare volontariamente al 99% del mercato potenziale?

Il web muove qualcosa come il 6,40 percento del commercio. Sembra poco solo se lo paragonate a qualcosa di immenso. Ecco la tradizionale citazione da xkcd.com.

Vignetta dal sito satirico xkcd.com

Amazon.com però batte il Rio delle Amazzoni per tempo richiesto a trasportare un pacchetto da Iquitos, Perù, a Manaus, Brasile.

Un sito web — fateci caso — ha un nome che comincia per www, dove la prima w sta per world, ovvero un sito web ospitato in Italia è automaticamente visibile in tutto il mondo. Una buona localizzazione (non solo traduzione), eseguita (e poi puntualmente mantenuta) da un madrelingua inglese pesa a un’azienda quanto le spese di cancelleria. Se viene seguita da una campagna AdWords da cinque euro al giorno per un mese gli ordini cominciano a fioccare, e a quel punto ci si regola.

Ci vuole, come spesso succede, un po’ di buonsenso. Tre esempi assortiti. Il secondo ecommerce che ho impiantato in vita mia, stiamo parlando degli anni Novanta, proponeva prodotti gastronomici, offriva una versione araba e non andò lontano perché — occupandosi anche di vino — venne automaticamente censurato dalle nazioni islamiche. Gli embarghi incrociati tra Unione Europea e il regime di Putin a seguito dell’occupazione della Crimea rendono impossibile spedire parmigiano in Russia (ma un buon corriere conosce queste problematiche a menadito e vi può guidare con tranquillità). Le spese di spedizione possono essere importanti, ma il successo oltreoceano dell’acqua minerale San Pellegrino dimostra che le soluzioni si trovano anche per trasferire merci pesanti a basso costo.

Ne riparleremo.

L'autore

  • Luca Accomazzi
    Luca Accomazzi (@misterakko) lavora con i personal Apple dal 1980. Autore di oltre venti libri, innumerevoli articoli di divulgazione, decine di siti web e due pacchetti software, Accomazzi vanta (in ordine sparso) una laurea in informatica, una moglie, una figlia, una società che sviluppa tecnologie per siti Internet

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