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Il crimine paga

09 Maggio 2014

Il crimine paga

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Stavo prendendo in considerazione l'eventualità di darmi al malaffare, perché col web design non diventerò mai ricco.

Molte persone usano soltanto due o tre password sul web, e le riciclano con la speranza, spesso malriposta, è che una singola password ultrasicura sia meglio di tante password difficili da ricordare e, quindi, da scegliere più semplici.

Qualche sera fa, mentre ero fuori con gli amici e si parlava del più e del meno sopra a un bicchiere di cedrata (o qualcosa del genere, i miei ricordi in merito sono confusi) m’è venuto in mente che sto seduto sopra qualche decina di commerci elettronici che ho realizzato. Poco mi ci vorrebbe a registrare le password in chiaro, poi incrociare le basi dati per trovare tutti i casi in cui una persona s’è registrata su due o più siti con la medesima password e indirizzo email. Me ne uscirei con un elenco di persone che riciclano le password; e le password in questione. A questo punto potrei benissimo darmi al crimine, provando a collegarmi ai siti dei maggiori gruppi bancari, più PayPal e Amazon, e darmi alla pazza gioia coi soldi e i crediti dei clienti dei miei clienti.

Svaniti i fumi della cedrata, dopo lunga riflessione vi informo che non intendo provarci. Potrei farlo davvero, però, magari a campione; metterei davvero le mani su dati finanziari e non solo. A questo proposito volevo informare il nostro stimato coordinatore che dovrebbe trovare il budget per un aumento del mio cachet, perché non c’è niente di male ad abbonarsi e ogni tanto frequentare YouPorn, però la sezione nonnette porcelle nei preferiti, andiamo…

Ma torniamo a volare alti. Barack Obama ha messo un gruppo di cinque saggi a riflettere sulle conseguenze dello scandalo Snowden. Essi ne hanno ampiamente dibattuto la questione e se ne sono usciti con un elenco di raccomandazioni, tra le quali mi pare interessante la numero cinque.

Raccomandiamo la stipula di una legge che blocchi la raccolta di informazioni telefoniche da parte del governo e passi al più presto ad un sistema in cui tali informazioni sono conservate dai provider o da aziende terze parti. L’accesso [del governo] a tali dati sarà consentito solo dietro ordine del Tribunale.

Sapevamo già che la sicurezza informatica declinata per i consumatori è in equilibrio tra l’insensato e l’inefficace. Ma, con tutto il rispetto per i saggi, questo è ridicolo. Siccome non ci si può fidare del governo americano (né, sospetto, del nostro) dobbiamo confidare nel fatto che tutte le persone al mondo – come me – con accesso alle basi dati dei piccoli segreti della gente si astengano – come me – dal farne usi impropri?

Il mio parere? Siamo rovinati. Il vostro potete lasciarlo qua sotto, ma tenete presente che deve includere complimenti sperticati alla mia persona, altrimenti…

L'autore

  • Luca Accomazzi
    Luca Accomazzi (@misterakko) lavora con i personal Apple dal 1980. Autore di oltre venti libri, innumerevoli articoli di divulgazione, decine di siti web e due pacchetti software, Accomazzi vanta (in ordine sparso) una laurea in informatica, una moglie, una figlia, una società che sviluppa tecnologie per siti Internet

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