L’articolo pubblicato questa settimana su Re/Code da Gary Nakamura, amministratore delegato di Concurrent, è arrivato come un gelido ma chiarificatore reality check, presa d’atto di come stanno le cose.
Si intitola Siamo tutti nel business dei dati e per affermare la situazione di fatto esordisce subito con la domanda delle cento pistole:
Improvvisamente si scopre che la nostra azienda si trova sopra un giacimento di diamanti. Il problema è che la nostra azienda si occupa di import/export, turismo, grande distribuzione, elettrodomestici. Che ne sappiamo di come occuparci di diamanti?
Con i dati è uguale, argomenta Nakamura nel resto dell’articolo, e ha ragione. I nomi ovvi li fa anche lui, Facebook Google e succedanei, ma poi arriva anche la realtà locale. La startup può guadagnarsi da vivere in attesa di fondi, monetizzando dati. Le aziende spesso mancano del genotipo per capire stabilmente il valore dei dati, salvo mercanteggiare quando i danni sono fatti e serve comprare una mailing.
Si fanno cambi merci di dati contro dati, i big data (insiemi immensi di informazione da “scavare” per cercare valore nascosto) sono appunto miniere per le aziende che hanno capito, il migliore consiglio per chiunque cerchi di migliorare la propria posizione lavorativa è integrare qualsiasi percorso con uno studio almeno elementare di statistica più i rudimenti di Wolfram Alpha e R.
Il digitale ha solo reso evidente la questione. Quando non c’era Internet l’agenda cartacea era un bene prezioso per qualunque mestiere di relazione, le Pagine Gialle erano una risorsa, lo spaccone da Italietta urlava lei non sa chi sono io a dimostrazione del valore sempiterno dei dati. La conclusione può solo allinearsi a quella di Nakamura:
Serviranno acume commerciale e creatività per guardare i dati di cui disponiamo e considerare i loro utilizzi, per noi o per altri. Ciò che posso dire è che siamo seduti su una miniera e invito a considerare quanto valore essa abbia esattamente per ciascuno di noi. Siccome ci troviamo tutti nel business dei dati, garantisco che le risposte a questa domanda ripagheranno del tempo speso a ponderarla.
A ognuno interpretare il ruolo dei dati nella propria professione come meglio crede. Sapendo che sono ineludibili.