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La nuova generazione scolastica del fare

22 Gennaio 2014

La nuova generazione scolastica del fare

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Insegnare a produrre invece che a consumare, formare allo scopo di coinvolgere e riunire la capacità inventiva con quella finanziaria.

Siamo alla svolta della nuova rivoluzione industriale. Che passa per prima cosa da educazione e formazione e potrebbe interessare anche prima del previsto il pachidermico sistema scolastico italiano, visto ciò che accade in altri Paesi. La sfida del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, enunciata in occasione della terza edizione della White House Science Fair lo scorso aprile, è tutta un programma:

Una delle cose su cui ho voluto focalizzare l’attenzione in qualità di Presidente è come creiamo un approccio del tipo “abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti” all’educazione alla scienza, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica… Abbiamo bisogno di farne una priorità per addestrare un esercito di nuovi insegnanti in queste aree d’interesse, e per assicurare che tutti noi come paese aiutiamo a emergere questi soggetti per tutto il rispetto che meritano.

Dichiarazione in continuità con un’altra precedente:

Abbiamo bisogno di pensare creativamente per dare alle nostre nuove generazioni gli strumenti per essere i produttori [maker] delle cose, non solo i consumatori delle cose.

E di un’altra ancora, durante il discorso sullo Stato dell’Unione:

La stampa a tre dimensioni ha il potenziale per rivoluzionare il modo con cui fabbrichiamo praticamente qualunque cosa. Dobbiamo assicurarci che la prossima rivoluzione industriale abbia luogo in America. Possiamo farcela.

Perfetto, ma in pratica cosa accade? Negli States, di tutto e di più. Non ultima la decisione di MakerBot, produttrice di una delle prime stampanti 3D adatte al largo pubblico, di lanciare una enorme campagna di crowdfunding in collaborazione con Autodesk e sminuzzata per distretti scolastici, in un gigantesco passaparola in cui coinvolgere docenti, studenti, genitori e quanti altri vogliano contribuire, con l’obiettivo di fornire almeno una stampante 3D MakerBot in ogni scuola americana. Un colpo di business da far tremare i polsi.

MakerBot Replicator

Il progetto è replicarla in ogni scuola americana.


Non vorremmo però sottovalutare un’altra iniziativa, tutta italiana e solo amministrativamente tedesca, essendo i fondatori migrati a Berlino per poi pilotarla sul nostro territorio. In un recente incontro con quattro scuole di Catanzaro è stata lanciata la prima piattaforma di crowdfunding specializzata per le scuole italiane: Schoolraising.it. Affiancarsi alle 41 piattaforme di crowdfunding italiane (27 attive e 14 in fase di lancio) che hanno già raccolto 23 milioni di euro nel solo 2013 lanciando 52 mila progetti, non è impresa da poco. Una forza di questo nuovo team sta molto nell’incapacità dei nostri soggetti scolastici di comunicare sapientemente le loro potenzialità. Un progetto, per uscire vincitore da un sistema di raccolta fondi, deve innanzitutto spalancare gli occhi al potenziale donatore, possibilmente per un coinvolgimento d’entusiasmo. In questo probabilmente Schoolraising non ci strapperà un urlo, ma qualche euro sì.
Schoolraising

Forse un clic non basta, ma siamo su una buona strada.

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