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Quando mancheranno anche i tecnoumanisti

10 Dicembre 2013

Quando mancheranno anche i tecnoumanisti

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L'insegnamento è pieno di lacune tecniche e gli studi non scientifici sono sempre meno considerati. La posta in gioco è alta.

Settimana scorsa ho tenuto due presentazioni nel Canavese, nell’ambito della manifestazione Ocova AlpMedNet, rispettivamente per rappresentanti dell’e-government a livello locale e nazionale e a una platea di classi superiori.

Agli e-governatori ho chiesto tra l’altro perché i computer e il software non ci aiutino a superare la burocrazia; perché alla nascita riceviamo un codice fiscale inutile, non univoco, ridicolmente ridondante, invece che un nome di dominio; perché non vengano create procedure per autenticarsi e autenticare basate sui protocolli di cifratura asimmetrica, sicurissimi e oggi a portata di smartphone.

Ho incoraggiato i ragazzi a prendersi carico finché sono in tempo di skill che la scuola non insegna o trascura, salvo le solite eccezioni, a partire dai linguaggi di marcatura, dalla modellazione 3D, dallo scripting, dall’elettronica di base che al tempo di Arduino e dei maker non può più essere materia specialistica.

Nel bene e nel male, dall’incrocio fortuito di anagrafe e rivolgimenti del mercato, abbiamo avuto una generazione di umanisti capaci di intendere la tecnologia e viceversa, tecnici capaci di una visione umanistica. Non saremo così fortunati nel futuro. Leggo dal New York Times:

I finanziamenti alla ricerca umanistica negli Stati Uniti sono diminuiti regolarmente dal 2009 e nel 2011 ammontavano a meno dello 0,5 percento dei fondi per la scienza e la ricerca ingegneristica. È una tendenza globale: secondo un rapporto della testata Research Trends, di Gali Halevi e Judit Bar-Ilan, dal 2009 i fondi per l’arte e le scienze umane sono in costante declino a livello internazionale.

Se ci concentriamo solo su STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) non avremo mai una pubblica amministrazione capace di mettere davvero la tecnologia al nostro servizio; se gli studenti del liceo classico (caso estremo) non ricevono un inquadramento di tecnologia al passo con i tempi, cresceranno tarpati nel potenziale.

Intanto si sviluppano iniziative come Code.org, che negli Stati Uniti promuove l’avvicinamento dei ragazzi anche giovanissimi alla programmazione, con l’iniziativa Hour of Code, l’ora del codice. Barack Obama è apparso su YouTube per sollecitare ogni americano a occuparsi di computer. Mark Zuckerberg di Facebook e Bill Gates si sono prestati ad animare tutorial di programmazione. In ogni Apple Store degli Stati Uniti si terranno domani seminari gratuiti di un’ora.

Le nostre scelte, politiche o individuali, di famiglia o di impresa, dovranno orientarsi alla formazione di tecnoumanisti per essere valide. Se il Presidente Napolitano non coglie la necessità, i suoi valenti collaboratori sapranno organizzargli settantasette secondi di presenza sulla Rete.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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