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La crescita di Android, in sapienza e localizzazione

16 Luglio 2013

La crescita di Android, in sapienza e localizzazione

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Dal mio prossimo libro sullo sviluppo software Android ho rielaborato alcuni paragrafi, per parlare di device e movimento.

Una delle più importanti novità dell’ultimo Google I/O è la possibilità di utilizzare nuove interfacce di programmazione (API) per la gestione della location, che ora sono integrate all’interno dei Google Play Services.

Accentrare in un punto di riferimento il reperimento delle informazioni che, come la location, possono essere utili a più applicazioni, è sicuramente una ottima idea, specialmente se l’obiettivo è quello di utilizzare al meglio le risorse del dispositivo e quindi limitare l’utilizzo della batteria.

La posizione non è il solo dato proveniente dai sottosistema GPS o Wi-Fi; il sistema tiene conto anche del movimento dell’utente attraverso i sensori a disposizione e i permessi impostati (la privacy è come sempre molto importante ed esiste, contrariamente a tante cose dette su Android, la possibilità di rispettarla scrivendo una applicazione).

Esiste infatti una nuova funzione che si chiama Activity Recognition e permette di sapere se l’utente sia fermo o in movimento ed eventualmente con quale tipo di mezzo di trasporto. Si tratta di una informazione che i dispositivi utilizzano per capire la propria posizione anche in luoghi chiusi dove il segnale GPS è assente e può non essere disponibile una rete Wi-Fi.

L’efficacia della localizzazione dunque aumenta e senza penalizzare l’autonomia del dispositivo, obiettivo dichiarato nelle note ufficiali redatte dal team di sviluppo di Android:

Il servizio di Activity Recognition è un meccanismo a basso consumo che consente alle applicazioni di ricevere aggiornamenti periodici rispetto alle attività dell’utente che vengono avvertite, come l’essere a piedi, in un’auto, in una bicicletta o immobile. Le attività vengono monitorate svegliano periodicamente il dispositivo e leggendo rapide scariche di dati in arrivo dai sensori. Si fa uso dei soli sensori a basso consumo, per minimizzare il dispendio energetico.

Insieme a questa maggiore accuratezza della posizione è stata aggiunta la possibilità di definire zone e quindi ricevere notifiche in funzione dell’ingresso o uscita dell’utente dalle zone stesse. La funzione si chiama GeoFence monitoring e permetta la definizione di un numero di regioni che può arrivare a cento per applicazione.

Modificare il comportamento del software in base a zone geografiche definite in cui il dispositivo può trovarsi o meno è una novità interessante per Android, che porterà alla realizzazione di applicazioni dotate di possibilità ancora non del tutto esplorate. Si pensi per esempio alla visualizzazione automatica della lista della spesa nel momento in cui si entra nel supermercato, o all’avviso a casa non appena il dispositivo si trova fuori ufficio e sono passate le 18. Nel mondo iOS queste cose già accadono; ancora una volta tuttavia Android mostra la propria vitalità e la capacità di ridurre il divario tecnologico con il sistema operativo di Apple.

L'autore

  • Massimo Carli
    Massimo Carli, dopo essersi occupato per più di dieci anni di applicazioni enterprise in ambiente Java, nel 2003 ha iniziato a interessarsi alle applicazioni mobile, sviluppando per dispositivi Blackberry, iOS e Android. Ha lavorato come Software Engineer per Yahoo! e Facebook ed è attualmente Lead Mobile Engineer per Lloyds Banking Group.

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