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iOS e Android: è anche questione di inserzioni

29 Maggio 2013

iOS e Android: è anche questione di inserzioni

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Android ha la palma della migliore diffusione, iOS si aggiudica le rendite della pubblicità mobile. La torta mobile ha tante fette.

Esistono diversi modi per guadagnare da una applicazione mobile. Il primo e forse più ovvio è venderla sullo store. Si parla, salvo casi particolari, di cifre comprese in un intervallo approssimato tra 0,5 euro e cinque euro.

In questo caso l’applicazione viene venduta una sola volta, oppure è possibile aggiungere delle funzionalità in-app da acquistare a parte con costi aggiuntivi (come è diventata consuetudine per esempio nel campo dei giochi freemium, ma anche in situazioni come quella di Paper, che lascia scaricare gratis lo strumento elementare per incoraggiare l’acquisto in-app dei moduli supplementari che scatenano la vera potenza della app).

Un altro metodo consiste nel rinunciare alla vendita e puntare sulla pubblicità: in una fascia dello schermo oppure in situazioni particolari, appaiono banner forniti da provider specializzati come AdMob, Millennial Media, YOC Mobile Advertising ed altri ancora.

Il profitto si genera allora in base al numero di visualizzazioni e sul numero di clic effettuati dal pubblico. Risulta più facile acquisire una base installata, dal momento che non si pone l’ostacolo del prezzo. Il programma però dovrà saper incoraggiare l’uso continuato e possibilmente frequente. Una app venduta, infatti, ha fatto incassare il produttore anche se non viene poi usata. Una app basata sulla pubblicità, che non venga più aperta una volta scaricata, non porta guadagno.

Questo mercato è uno dei più appetiti tra quelli emergenti grazie all’avvento dei dispositivi mobile e viene stimato da tutti come avente un potenziale ben più elevato delle già interessanti cifre attuali. Nel 2012 sono stati investiti 4,1 miliardi di dollari rispetto agli 1,4 miliardi di dollari del 2011 e per quest’anno la raccolta pubblicitaria mobile dovrebbe toccare i 7,3 miliardi di dollari.

Da questo punto di vista è importante, per ogni piattaforma, risultare appetibile ed efficace per gli inserzionisti. Su VentureBeat si riporta come, per ciascun dollaro investito, 75 centesimi vadano in pubblicità sopra le piattaforme Apple. Per motivi molteplici, tra i quali quelli ipotizzati da Paul Gelb, stratega per MoPub:

Se la gente fa clic sul banner ma non riesce ad andare oltre, questo riduce il valore delle inserzioni. […] C’è bisogno che si affermino i tablet Android. Gli schermi più grandi hanno maggiore potenziale. E ci vuole un poco più di certezza e di successo nell’identificare utilizzatori di grande valore per la pubblicità, con una carta di credito a disposizione e volontà di spendere.

I meccanismi automatici di gestione delle inserzioni su Android sono meno efficienti di quelli su iOS; nel mondo dei tablet c’è ancora una netta predominanza, anche numerica, di iPad; infine pare evidente che la clientela su iOS sia meglio disposta nei confronti della pubblicità di quanto accada su Android.

Questo si traduce in dati come il CPM, costo per migliaia di impression (annunci mostrati al pubblico). Fare pubblicità su smartphone Android costa 50 centesimi per migliaio di inserzioni; su iPhone, siccome si hanno migliori risultati, il costo va da 65 a 88 centesimi; gli iPod touch variano tra 74 e 98 centesimi e su iPad si supera la barriera del dollaro, con costi tra 82 centesimi e 1,16 dollari. Il solo iPod touch genera qualcosa più di un quarto del fatturato pubblicitario sviluppato dall’intero mondo Android, soverchiante per numeri.

Il confronto commerciale tra iOS e Android si gioca su molti fronti, non solo quello delle unità vendute. La pubblicità, man mano che si procede verso la saturazione del mercato, acquisterà sempre più importanza.

L'autore

  • Massimo Carli
    Massimo Carli, dopo essersi occupato per più di dieci anni di applicazioni enterprise in ambiente Java, nel 2003 ha iniziato a interessarsi alle applicazioni mobile, sviluppando per dispositivi Blackberry, iOS e Android. Ha lavorato come Software Engineer per Yahoo! e Facebook ed è attualmente Lead Mobile Engineer per Lloyds Banking Group.

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