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Il futuro del libro secondo If Book Then

20 Marzo 2013

Il futuro del libro secondo If Book Then

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Il ruolo e la funzione dell'editore non si discutono; si perseguono con l'attenzione ai dati e la fiducia da parte dei lettori.

La prima cosa che rimane in testa, una volta usciti dall’edizione 2013 di If Book Then, è un’assenza. Di formati, di standard, di ePub, HTML e XML non si è parlato praticamente mai. Lo stesso vale per ePub 3 o HTML5 – argomenti centrali dei convegni dello scorso anno – per le applicazioni – intese come strumento tecnologico – e per le API, uno degli argomenti cardine dell’ultimo TOC, che si è svolto poco più di un mese fa a New York.

La tecnologia viene data per scontata e la sensazione è di una maturità e consapevolezza finalmente conquistate: quasi che l’attenzione si sia spostata dal che cosa fare – quali prodotti, usando quali tecnologie – al come partecipare alla costruzione di un settore nuovo, non tanto strettamente legato ai libri (o agli ebook), quanto basato sulla distribuzione di servizi e contenuti, a prescindere dal loro contenitore.

Che un mercato digitale esista, del resto, è ormai un assunto. Ma è un mercato variegato, niente affatto dominio degli ebook, composto di contesti d’uso diversi e quindi di prodotti diversi, e le cui cifre parlano chiaro: il suo peso e la sua importanza crescono ovunque, anche più di quanto ci si aspettava. A essere in crisi è piuttosto l’editoria in generale, su scala globale.

Come se non bastasse, i margini di guadagno per gli editori continuano a diminuire: i libri costano sempre meno, gli ebook hanno da sempre margini piuttosto bassi e i ricavi delle loro vendite non sono sufficienti a compensare il calo generale.

Il modello di business classico – quello basato sulla vendita di contenitori, libri o ebook – non può portare il settore fuori da questa impasse. Servono soluzioni nuove: la più indicata vede gli editori trasformarsi in fornitori di servizi, soggetti in grado di distribuire contenuti diversi (o forme diverse dello stesso contenuto) per soddisfare esigenze variegate.

Come raggiungere questo obiettivo? I dati sono uno dei due fattori che compongono la risposta a questa domanda.

I primi dati di cui c’è bisogno – buzzword a parte – sono quelli su cui costruire conoscenza e consapevolezza del contesto in cui ci si muove: dati di vendita, conversazioni online, condivisioni sui social network, comportamento dei propri concorrenti diretti e così via. Sulla base di queste informazioni è possibile pianificare strategie editoriali basate su indicazioni reali, riducendo i rischi e le possibilità di errore e andando incontro alla domanda dei nostri potenziali lettori: è il caso di Guardian Books, raccontato da Nick Sidwell. Detto in altre parole, i dati possono aiutarci a decidere sia cosa pubblicare sia come pubblicarlo meglio. Talvolta – è il caso del data journalism, di cui si parla da un po’ – i dati possono essere i contenuti veri e propri.

I dati fanno anche da ponte verso il secondo fattore determinante: i lettori. I metadati – lo ripetiamo da tempo – devono essere gestiti nel modo migliore possibile, utilizzati come strumento per aiutare e guidare le persone durante i loro acquisti online:

L’attenzione nei confronti dei lettori passa di sicuro anche attraverso la cura e la qualità dei prodotti: ne ha parlato a lungo Kassia Krozser, e a quanto pare è qualcosa che non si ricorda mai abbastanza. Del resto – osservando con sguardo più ampio – la prossima editoria cerca soprattutto di recuperare in ogni modo il valore fondante della comunità dei lettori, degli autori e dei professionisti del settore, riconoscendo in lei la sua vera forza, una risorsa insostituibile.

È il caso di SocialBook, strumento di social reading nato per la didattica e l’apprendimento, che amplifica la naturale tendenza alla collaborazione e alla trasmissione di conoscenze e competenze tra studenti di corsi e anni diversi, o di Valobox, che ha in mente di ampliare il mercato, rendendo – potenzialmente – ciascuno di noi il nodo di una rete di vendita diffusa, fondata sulla presenza online di ognuno.

In mezzo a tutto questo, qualcosa che hanno ripetuto in molti e a cui nessuno – a quanto pare – è disposto a rinunciare né mettere in discussione: il ruolo – il valore, l’importanza – dell’editore e del proseguimento della sua funzione, seppure con altri mezzi. Perché, come ha ricordato Edward Nawotka,

L'autore

  • Ivan Rachieli
    Ivan Rachieli, 30 anni, laurea in letteratura russa, master in editoria. Ha lavorato in GeMS con gli ebook, e in ZephirWorks con le applicazioni web. Un giorno mollerà tutto e se ne andrà sul lago Bajkal, per dedicarsi finalmente alle cose serie, come ad esempio la caccia col falcone. Se avete voglia di conoscerlo meglio, potete fare due chiacchiere con lui su Twitter @iscarlets o leggere il suo blog.

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